SMART MOBILITY

Accelera la fusione Car2Go-DriveNow e ora Mercedes e Bmw non sono più concorrenti

Dopo Sixty da DriveNow, ora esce Europcar da Car2Go. Adesso le due case tedesche hanno mano libera e possono seguire la loro strategia: creare un operatore globale che punta dritto al mercato cinese. Così la disruption digitale stravolge antichi schieramenti, in nome della nuova mobilità urbana

Pubblicato il 02 Mar 2018

Car2Go

La disruption cambia prodotti, processi e modelli di business. Ma sconvolge anche gli abituali assetti dei mercati, ridisegnando la posizione dei player e le loro relazioni. E magari un concorrente può diventare alleato. Come sta accadendo fra due grandi brand tedeschi dell’industria automobilistica, Daimler-Mercedes e Bmw, che sul fronte del car sharing hanno deciso di fare fronte comune. Contro chi? La risposta più semplice è Uber ma quella più complessa è per rispondere alla trasformazione della domanda di mobilità

EUROPCAR ESCE DA CAR2GO

C’è un’accelerazione nella corsa di Car2Go verso la fusione con DriveNow per tagliare un traguardo definito da circa un anno: creare un operatore globale del carsharing a trazione tedesca. Europcar ha comunicato di aver venduto il suo 25%  a Daimler che fa così la stessa mossa di BMW a inizio anno, quando la casa di Stoccarda ha rilevato il 50% di DriveNow in mano a un’altra compagnia di noleggio, Sixty. Adesso le due case automobilistiche hanno in mano il 100% e possono procedere con la loro strategia all’insegna della nuova mobilità urbana. Per la chiusura dell’operazione però serviranno ancora alcuni mesi, visto che bisogna attendere l’approvazione della vendita di Europcar da parte delle autorità antitrust. E nel comunicato della società francese si indica il termine del secondo trimestre dell’anno.

FINISCE L’ALLEANZA TRA CASE AUTOMOBILISTE E SOCIETÀ DI AUTONOLEGGIO

Nell’evoluzione del mercato della mobilità evidentemente le strade di case automobiliste e società di noleggio si dividono. Car2GoDriveNow e Car2Go sono nate pressappoco nello stesso periodo, nel 2011 la prima e nel 2012 la seconda, su iniziativa di Bmw e di Daimler che hanno subito cercato un partner, una società di autonoleggio, che li accompagnasse nell’ingresso sul mercato nascente del carsharing, aiutandole soprattutto a fare una cosa che le case automobilistiche tradizionalmente non conoscevano: gestire auto in circolazione, auto che non vengono acquistate ma soltanto noleggiate per brevissimi periodi. Sono nate così importanti partnership societarie con Sixty e con Europcar, adesso definitivamente chiuse. Europcar, in particolare,  ha chiuso positivamente il 2017, con ricavi il crescita del 13,5% e prevede di investire fra 150 e 250milioni di euro sulla New Mobility e una parte di questi soldi arriveranno dalla vendita del 25% di Car2Go.

CARSHARING, OBIETTIVO CINA

Car2Go è il primo operatore mondiale di carsharing con oltre 3milioni di clienti, 14mila veicoli in 20 città in tre continenti, Europa, Nord America e Cina (nell’ordine di penetrazione e questo è un dato interessante sul quale torniamo dopo). DriveNow ha avuto una crescita più limitata: oltre 1 milione di clienti in 13 città europee. Si tratta di un’offerta premium, che si è collocata subito a un livello di prezzo più alto. Dall’altra parte però Daimler probabilmente ha puntato con maggiore determinazione sui servizi di mobilità di nuova generazione che all’inizio potevano apparire “contronatura” per il tradizionale modello di business di una casa automobilistica basato sulla vendita delle auto. Ha prima scommesso sul car sharing, poi ha lanciato MyTaxi, che ripropone il modello digitale di Uber ma con i tassisti tradizionali. Quindi ha creato la piattaforma Moovel. Adesso si tratta di scalare sul vero mercato del futuro quello cinese. Basta un dato per capirlo: la prima città per Car2Go è Chongqing, che precede Berlino e Madrid per numero di noleggi. Ma al momento è l’unica in Cina. Si può quindi immaginare quanto e come potrà crescere il business entrando nelle altre metropoli cinesi. C’è chi prevede uno sviluppo fino a 5 volte nei prossimi anni. Forse Daimler avrebbe potuto farcela da sola, certamente non Bmw. Insieme le probabilità aumentano di molto.

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Giovanni Iozzia
Giovanni Iozzia

Ho studiato sociologia ma da sempre faccio il giornalista e seguo la tecnologia . Sono stato direttore di Capital, vicedirettore di Chi e condirettore di PanoramaEconomy.

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