Alla fine anche Sergio Marchionne ha capitolato. Nel nuovo piano industriale di FCA, secondo quanto ha anticipato il Financial Times, verrà dato l’addio al diesel a partire dal 2022. E probabilmente al suo posto crescerà lo spazio dei motori elettrici. A inizio anno il manager italo-canadese-svizzero aveva anticipato che la prima vettura del gruppo senza motore a scoppio sarà una Ferrari, mostrando di aver cambiato idea rispetto a quando aveva definito l’auto elettrica una minaccia per l’umanità. «Lo faremo perché lo dobbiamo fare», ha detto al Salone di Detroit. Anche FCA deve farlo perché tutto il mercato sta andando verso l’auto elettrica. Ford ha già annunciato la propria scelta e lo stesso hanno fatto General Motors, Volvo, Toyota Volkswagen e Fca. Lo ha ricordato lo stesso Marchionne: “entro il 2025 la metà delle auto prodotte al mondo sarà elettrificata e i veicoli a gas e a benzina cederanno il passo a quelli ibridi ed elettrici. I produttori di auto hanno meno di un decennio per reinventarsi o rischiano di essere travolti dal cambiamento nel modo di alimentare, guidare e acquistare i veicoli”.
Auto elettrica, chi ci crede (soprattutto i cinesi) e chi no (come Sergio Marchionne)
L’ultima conferma del futuro elettrico dell’industria automobilistica arriva darapporto Electric Car Tipping Point di The Boston Consulting Group (qui puoi leggere il report in versione completa): l’industria dell’auto si troverà a un punto di svolta tra il 2020 e il 2025, quando i produttori dovranno rispettare standard sempre più severi in termini di emissioni ed efficienza: per questo verranno fortemente incentivate le vendite di veicoli con motori diversi da quelli a combustione interna, e i veicoli elettrici aumenteranno la propria quota di mercato.
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Dopo il 2025, quindi, secondo il report le vendite dei veicoli elettrici (soprattutto di quelli a batteria, meno degli ibridi) continueranno ad aumentare anche grazie al costante calo dei prezzi degli accumulatori (che, secondo le previsioni di Bcg passeranno dagli attuali 152 dollari per kWh a 70-90 dollari per kWh tra 12 anni), all’aumento dell’efficienza e alla crescente domanda dei consumatori basata sul Tco (il Total Cost of Ownership, cioè il costo totale di acquisto e gestione dell’auto). Che sarà inferiore per la Cina (dove il chilometraggio è superiore e il costo dell’energia elettrica inferiore), mentre in Europa il costo elevato dell’elettricità e chilometraggio inferiore rispetto a Cina e Usa continueranno a incentivare la scelta di motori tradizionali fino al 2025 (quando, comunque, le ibride saranno il 33% del parco circolante e le totalmente elettriche il 17%).
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Nei cinque anni seguenti, invece, lo scenario cambierà a livello globale: nelle previsioni del rapporto, le vendite di auto con motore a combustione interna, che oggi rappresentano il 96% del mercato, nel 2030 crolleranno a meno della metà, mentre le auto elettriche saliranno a oltre il 50%.
Il rapporto prevede anche che entro il 2030 il mercato vedrà una crescita esponenziale delle auto a guida autonoma, soprattutto negli Stati Uniti (quando avranno un market share tra il 10 e il 19%) e in Europa (con una quota di mercato tra il 6 e il 14%).