L’Automotive 4.0 è l’ultima frontiera di una industry che, attraverso una contaminazione di automazione, robotica, informatica e intelligenza applicativa, continua a investire e a crescere in modo estremamente positivo. Anche per il 2017 i dati confermano come il comparto sia il più dinamico: +12,9% la variazione a marzo 2017 rispetto a marzo 2016 e +6,8% la crescita tendenziale del primo trimestre 2017. La fabbricazione di autoveicoli e di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi nel primo trimestre dell’anno sono cresciute dell’8,5% così come è cresciuta la fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori del 6,3% (Fonte: Istat-Anfia 2017).
I numeri raccontano i trend e le strategie sottese: se ne è parlato lo scorso aprile a Torino, in occasione del Convegno “Scenari internazionali nel settore automotive” organizzato dall’ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). “Le nostre imprese sono chiamate a dare un contributo importante all’innovazione del comparto manifatturiero – ha raccontato Aurelio Nervo, Presidente dell’ANFIA – sfruttando digitalizzazione e connettività come leve abilitanti essenziali per l’ammodernamento del sistema produttivo. Il paradigma Industry 4.0 può conoscere una piena realizzazione, nella nostra filiera, a patto che siano soddisfatte alcune condizioni fondamentali: il superamento del gap dimensionale e del digital divide delle imprese italiane, supportato da azioni di sostegno agli investimenti; il networking, attraverso la creazione di filiere virtuali, delle tante eccellenze automotive presenti sul territorio, puntando su progetti che facilitino anche l’esportazione e la creazione del valore sull’intera catena. Infine, una riqualificazione adeguata del capitale umano, attraverso la diffusione delle digital skills nei loro aspetti funzionali, specialistici, collaborativi e olistici, una maggior cooperazione con il mondo accademico e un proficuo confronto con le Parti Sociali, costituiscono un altro punto essenziale. Il cambio di paradigma dell’Automotive 4.0, infatti, comprende anche un nuovo modo di dialogare per tutti gli attori in gioco, politica compresa”.
Secondo i dati preliminari raccolti da ANFIA tra le aziende costruttrici, nel primo trimestre del 2017 sono state prodotte quasi 200mila autovetture, il 9,5%in più rispetto allo stesso periodo del 2016. La produzione del totale degli autoveicoli -sfiora le 300mila unità nei primi tre mesi, registrando una crescita tendenziale dell’8%. L’export delle autovetture, nello stesso periodo, cresce del 5%, mentre l’export del totale degli autoveicoli cresce del 2,5%. In entrambi i casi, l’export di autoveicoli cresce ad un ritmo più contenuto rispetto alla produzione. Nei primi due mesi del 2017, inoltre, il valore delle esportazioni di autoveicoli è aumentato, rispetto allo stesso periodo del 2016, del 19,4%, mentre l’import, nello stesso periodo, è aumentato del 19,8%.
Automotive 4.0: i trend tecnologici e le nuove sfide
L’Automotive 4.0 si ritrova a fronteggiare un cambiamento epocale, legato a una nuova cultura della mobilità per persone e merci, ma anche a standard regolatori sempre più stringenti rispetto a sicurezza e ambiente, con una domanda sempre più interessata alla tecnologia collegata a mobilità e servizi connessi, che diventerà un business interessante sia nei mercati saturi che in quelli emergenti. Secondo le previsioni degli esperti, in zona UE nel 2019 diversi fattori potranno incidere sulla produzione e sul mercato degli autoveicoli, tra cui tre imprescindibili:
- il raggiungimento degli obiettivi in materia di emissioni (2020/2021 nuovo target a 95 g/km per le emissioni di CO2 delle nuove auto immatricolate), il che comporterà un impegno molto oneroso per i costruttori
- l’esito dei negoziati Brexit
- il calo ciclico delle vendite previsto negli USA, una delle più importanti destinazioni di esportazione di veicoli prodotti in Ue
Sul primo punto, case automobilistiche e fornitori hanno abbracciato da tempo il concetto di efficienza energetica, facendone ormai una priorità negli ordini di macchine e impianti. L’attenzione verso i veicoli ad alimentazione alternativa è crescente ovunque; si accompagna agli investimenti pubblici in infrastrutture, al sostegno del mercato dei veicoli elettrici, alle politiche di incentivazione finalizzate al contenimento delle emissioni nocive e al rinnovo del parco circolante, anche nei paesi emergenti. L’era delle smart city ha negli Intelligent Transport System supportati da una sensoristica avanzata il cuore centrale della produzione più innovativa.
“La sostenibilità dei prodotti e dei processi è destinata a diventare un elemento dal valore economico sempre più importante – ha sottolineato Virgilio Cerutti, Head of Business Development Central Coordination FCA -, in funzione anche dei trend di crescita della popolazione mondiale e della produzione globale di autoveicoli leggeri, nonché della densità automobilistica mondiale, che passerà dall’attuale valore di un’auto ogni 5,6 persone a un’auto ogni 3,5 persone al 2050. I driver chiave nell’evoluzione dell’automotive? La riduzione delle emissioni di CO2, con l’alleggerimento dei veicoli e lo sviluppo di motori sempre più performanti incentrati sui temi della sicurezza ma anche della connettività. L’autonomous driving, infatti, darà vita a nuovi modelli di business in cui si assisterà ad un matching delle competenze tra i player tradizionali dell’industria automotive e nuovi attori, in un rapporto guidato dall’innovazione e destinato a generare know-how”.
A questo proposito gli investimenti in questa direzione sono enormi: tra i due Paesi dove l’industria automobilistica rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia, ovvero Germania e Giappone, cresce la competizione globale rispetto a competitor come Google e Apple che sul fronte dei servizi associati alla navigazione assistita stanno sfidando i colossi, stringendo accordi con tutti i fornitori dell’industria automobilistica.
L’innovazione che va dai processi produttivi ai prodotti
Il suffisso 4.0 nell’automotive è un emblema di quell’innovazione che negli ultimi decenni ha assunto un ruolo sempre più centrale per il settore. Da un lato l’introduzione nel processo produttivo di componenti elettronici sempre più sofisticati ha allargato gli ambiti tecnologici coinvolti nella produzione. Le principali aree di ricerca dell’automotive riguardano oltre all’elettronica, le tecnologie di automazione, le tecnologie di connessione, la ricerca sui materiali, i sistemi di alimentazione, motore e distribuzione. Ma, oltre a una reingegnerizzazione dei processi produttivi, con robot collaborativi e autoapprendenti in fabbrica, nuovi software di simulazione a supporto della progettazione e dei test, nuovi sistemi integrati di gestione delle filiere, ci sono tante nuove opportunità lato Ricerca e Sviluppo.
Considerando come il 75% di un’auto sia costituito da componenti e delle parti per autoveicoli (inclusi motori, pneumatici nuovi e rigenerati, camere d’aria, accessori per autoveicoli), gli osservatori hanno posto l’attenzione non solo sui dati di vendita ma anche sulle nuove opportunità di sviluppo.
“La componentistica italiana è un comparto che in Italia conta circa 2.000 imprese e 136.000 addetti, per un fatturato annuale di circa 39 miliardi di Euro. A gennaio 2017 sono state registrate vendite sui mercati esteri per un valore di 1,59 miliardi di euro (+8,5%), e acquisti per 1,13 miliardi di euro (+4% l’incremento tendenziale), con un saldo positivo di 0,46 miliardi, in crescita del 21,3% rispetto ai dati del 2016 – ha ribadito Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA -. Al di là delle positive ricadute del trend crescente della produzione nazionale di autoveicoli, si conferma la capacità dei componentisti di mantenere alti i livelli di export grazie ad una riconosciuta qualità e innovazione dei loro prodotti e processi produttivi, e alle posizioni conquistate sui mercati internazionali nel corso dei decenni. Mentre è probabile che le grandi multinazionali saranno chiamate ad un adattamento in ottica locale, e quindi a una maggiore flessibilità, ovvero a rispondere maggiormente ai contesti, alle regole legislative e fiscali e, in generale, alle esigenze delle singole nazioni in cui operano le loro consociate, si aprono interessanti opportunità per le PMI, che potranno far leva sulla loro prossimità al mercato e sfruttare al meglio le nuove tecnologie dei processi produttivi come l’Industria 4.0 e la digitalizzazione, a favore della massima flessibilità e customizzazione dei prodotti”.
Auto così intelligenti che si guidano da sole
Un altro fattore di grande competizione è nata tra i grandi gruppi automobilistici tradizionali e i colossi hi-tech attorno alla produzione dell’auto a guida autonoma che potrà essere programmata per più spostamenti nell’arco della giornata, consentirà di trasportare qualsiasi persona (giovane o anziana, con o senza patente, abile o disabile), ridurrà gli incidenti stradali, il traffico e i tempi morti dovuti agli ingorghi, le emissioni nocive, libererà le persone dall’impegno della guida e lascerà loro la possibilità di fare altro. Figlia dell’Internet of Things, la smart mobile sarà un prodotto che non solo potrà cambiare il modo con cui le persone effettuano i loro spostamenti, ma l’intera società, rappresentando una svolta epocale per la mobilità nelle nostre città. “L’innovazione tecnologica rappresenta un fattore di costo importante per l’industria automotive in termini di investimenti in Ricerca & Sviluppo – ha ribadito Nervio -. In questa direzione molti player globali guardano a relazioni sempre più strette con brand ITC, come fornitori indispensabili per il futuro dell’auto. L’industria automotive è alla ricerca di soluzioni mirate ad una maggiore efficienza. Le mutate esigenze di mobilità hanno infatti portato gli attori dell’industria a ripensare il loro modello di business e la loro organizzazione, guardando all’interazione completa con i fornitori. Certamente le innovazioni tecnologiche messe in campo producono già i loro effetti positivi, in termini di sicurezza attiva e passiva”.