Da scatola di metallo su quattro ruote a un oggetto sempre più sofisticato e iperconnesso: l’auto del futuro è già realtà. Complici, da un lato, le moderne tecnologie che stanno modificando modelli, funzioni, processi produttivi e canali di vendita; dall’altro le startup, vere protagoniste della trasformazione innovativa nel settore automotive. Proprio dalle startup, infatti, arrivano molte delle idee disruptive per il mondo dell’auto. Non a caso i principali player del settore fanno a gara per accaparrarsi i migliori progetti lanciati dalle neo-imprese: solo per fare qualche esempio, Ford ha acquisito per circa un miliardo di dollari una startup impegnata a sviluppare un software d’intelligenza artificiale, Argo AI, fondata da ex manager di Google e Uber; Volkswagen ha investito 300 milioni in Gett, piccola startup israeliana che offre un servizio molto simile a quello di Uber; General Motors ha acquisito una quota di Lyft, servizio di Taxi a chiamata concorrente di Uber, per 500 milioni di dollari. Un settore talmente in crescita, da attirare l’attenzione anche di altri big. Nel 2013 Google comprò Waze Mobile per 1,1 miliardi di dollari, startup che ha sviluppato un’applicazione per la navigazione stradale per dispositivi mobile basata sul crowdsourcing; mentre Apple, sempre nel 2013, mise le mani su Prime Sense sborsando “solo” 300 milioni di dollari.
Auto e trasformazione digitale, l’Italia è pronta ad accogliere le innovazioni nella mobilità
Anche in Italia ci sono diverse startup che stanno rivoluzionando il mondo dell’auto. Dalle proposte di sharing( perché sta cambiando anche il rapporto tra proprietario e auto) a nuove batterie per le auto elettriche ai dispositivi per gestire l’auto da remoto: ecco i progetti made in Italy più interessanti.
2Hire: la startup per gestire veicoli da app
2Hire è una startup che produce un dispositivo hardware per gestire la propria autovettura da remoto. Una volta installato nella porta OBD standard, presente in tutte le vetture, permette di gestire il proprio veicolo da remoto e in tempo reale. Installando poi la relativa app sul proprio smartphone, il device può essere utilizzato come chiave digitale.
La guida da remoto è una delle scommesse delle case automobilistiche. A Torino, lo scorso ottobre, è stato effettuato il primo testa di auto a guida remota.
Le auto a guida remota sono controllate esclusivamente dall’esterno e, a differenza di quelle a guida assistita (entrambe rientrano nella categoria di auto a guida autonoma), non prevedono l’intervento del passeggero in alcune manovre. Sull’auto a guida remota una piattaforma di controllo raccoglie in tempo reale i dati multimediali inviati da sensori, telecamere e radar, trasmettendoli alla postazione remota da dove viene guidata.
Auting: l’Airbnb dei motori
Prima piattaforma di car sharing tra privati in Italia (peer to peer car sharing). È stata creata dalla startup innovativa Yago, dopo aver esaminato alcuni dati: il costo medio annuale di un’auto supera i 3.500 euro e rimane inutilizzata per il 90% del tempo del suo intero ciclo di vita. Se tenere l’auto ferma per un periodo così lungo è uno spreco, attraverso Auting l’auto inutilizzata può diventare fonte di guadagno.
Gli utenti di Auting, infatti, tramite il relativo sito internet, possono mettere a disposizione la propria auto a breve termine con il riconoscimento di una tariffa per ogni giorno di utilizzo dell’auto da parte di un altro utente, riducendo in questo modo i costi di gestione. Gli utenti possono inoltre utilizzare le auto di proprietà di altre persone, inserite sulla piattaforma, avendo a disposizione un’ulteriore possibilità di mobilità.
Bettery: l’innovativa batteria per auto elettrica
Francesca Soavi, Francesca De Giorgio e Irene Ruggeri, ricercatrici all’Università di Bologna, hanno trovato una soluzione che potrebbe rivoluzionare il mondo delle auto elettriche. Si tratta della Nessox Battery (acronimo di New Semi-Solid flow lithium Oxygen battery) cioè una batteria che può essere ricaricata attraverso la sostituzione di un liquido che funziona da elettrolita e da catodo. Il nome del progetto è stato poi cambiato in Bettery e ha vinto il Premio dall’idea all’impresa nell’edizione 2018 del Premio Marzotto.
Brumbrum: il primo e-commerce di auto usate e km zero in Italia
È il primo rivenditore diretto di auto online in Italia. La startup fondata da Francesco Banfi permette di completare il processo d’acquisto online e di avere l’auto al proprio domicilio. In qualità di unica proprietaria delle auto disponibili sul suo portale, brumbrum è in grado di garantire il miglior rapporto qualità/prezzo rispetto a una vasta gamma di segmenti auto. Inoltre, certifica ogni mezzo in vendita, dalla meccanica alla carrozzeria, dall’elettronica ai freni, dai sistemi di sicurezza agli interni, dalla documentazione alle certificazioni a supporto. Alla base di ciò, vi è il totale rapporto di fiducia tra cliente ed il brand di e-commerce, fondato su condizioni di vendita chiare e trasparenti, come il reso gratuito entro 14 giorni o 1.000 Km di percorrenza. brumbrum rappresenta una vera e propria rivoluzione nel mercato dell’auto, ridefinendo nuovi livelli di standard tecnologici in relazione al tipo di servizio offerto e, allo stesso tempo, garantisce il proprio prodotto bypassando i canali fisici convenzionali.
GetMyCar: piattaforma di peer to peer Car Rental e Car Sharing
GetMyCar è la startup innovativa fondata da ParkinGO: una piattaforma di peer to peer Car Rental e Car Sharing che mette in contatto chi ha bisogno di un’auto e chi desidera condividere la propria. Un progetto che segue il trend in costante crescita della sharing economy nel mondo dell’automotive. “L’automobile è una risorsa che viene sfruttata poco. La condivisione è una soluzione smart per un utilizzo intelligente dell’auto” dice Giuliano Rovelli, presidente della community creata da ParkinGo.
I punti di incontro della Community sono le location certificate ParkinGO nei pressi dei maggiori aeroporti italiani che permettono a owner (proprietario dell’auto) e driver (chi, sprovvisto, ne richiede l’utilizzo) di condividere l’auto in tutta sicurezza.
Gli utenti della community possono essere di due tipi: privati (chiunque possieda e voglia condividere un’auto che risponda ai requisiti GetMyCar) e professional (autonoleggi e concessionari stanchi di vedere parte del loro parco auto fermo).
GoodBuyAuto: comprare l’auto senza muoversi da casa
È la scaleup per la compravendita online di auto usate. Fondata a gennaio 2015 a Milano da Carlo Salizzoni, manager che ha studiato e lavorato molti anni all’estero, nasce dall’idea di proporre ai consumatori che intendono comprare o vendere una vettura di seconda mano, un’alternativa più efficiente rispetto alle modalità tradizionali. Il marketplace di GoodBuyAuto.it, infatti, offre tutte le garanzie e i servizi degli autosaloni con le efficienze della digital economy, permettendo a chi compra di risparmiare tempo e denaro. Un altro aspetto caratterizzante del modello GoodBuyAuto.it è l’attenzione al cliente. Ha per prima introdotto la formula “14 giorni soddisfatti o rimborsati” così come un servizio di consulenza all’acquisto a 360 gradi. “L’acquisto e la prenotazione online è ormai prassi consolidata in molti settori tra cui quello del travel, dove l’utente ricerca e prenota il viaggio in base alle proprie esigenze in modo semplice e veloce. E lo stesso si può applicare al settore delle auto usate” spiega il founder e Ceo di lastminute.com group, Fabio Cannavale, tra i finanziatori della scaleup,”.
MotorK: la scaleup che aiuta concessionarie e case auto a vendere di più sul web
È la scaleup italiana che sta innovando a livello europeo l’intero comparto digital automotive.
Fondata nel 2010, MotorK si è imposta nel mercato come partner di oltre il 90% delle case automobilistiche attive in Europa: la sua enorme disponibilità di dati e le competenze all’avanguardia nel machine learning, nell’intelligenza artificiale e nell’analisi dei big data offrono agli operatori del settore una migliore comprensione delle dinamiche del mercato automotive.
Negli anni, l’azienda ha sviluppato e consolidato una vasta gamma di prodotti e servizi per il settore automobilistico. DriveK – la principale piattaforma web in cui scegliere e configurare l’auto nuova partendo da carrozzeria, equipaggiamenti e optional – è lo strumento rivolto al mercato B2C che, ad oggi, intermedia all’incirca un terzo di tutte le auto vendute in Italia; DealerK, piattaforma software-as-a-service per i concessionari, fornisce a migliaia di operatori in Europa strumenti e tecnologie per accelerarne i processi di digitalizzazione e intercettare meglio e più velocemente la domanda di veicoli; GarageK, piattaforma SaaS per la gestione dei servizi post-vendita e del processo after-sales, è l’ultimo progetto, nato per svecchiare il mondo delle officine e della ricambistica.
Route220: un servizio rivoluzionario per chi guida elettrico
Route220 nasce nel 2014 come startup innovativa all’interno dell’incubatore tematico di Trentino Sviluppo, Progetto Manifattura. Il fondatore è Franco Barbieri, un passato nell’industria dell’automotive e nel settore dell’efficienza energetica, proprietario di un’auto elettrica e del primo edificio in classe A della provincia di Milano. Obiettivo della startup: fornire un servizio rivoluzionario e completo a chi guida elettrico, migliorando e valorizzando la sosta di ricarica, promuovendo le attività commerciali, le strutture di accoglienza turistica ed i territori che credono nella mobilità eco-sostenibile. Le stazioni di ricarica Route220 sono attivate dall’app evway e dalle altre app europee appartenenti al network. Al contempo, dalla App evway, è possibile gestire la ricarica sulle oltre 18.000 prese europee del network. In questo modo, attraverso l’interoperabilità, evway facilita per l’ev-Driver la ricerca della stazione di ricarica più adeguata alle sue esigenze e gestisce con semplicità l’utilizzo delle colonnine elettriche La milanese Route220 ha sedi operative a Rovereto e Bolzano e dal 2018 in Austria.
L’idea promossa in Italia da Route220 è semplice: coniugare mobilità elettrica e attori del turismo sostenibile, dando stimolo al territorio con le migliori tecnologie. Il problema è che le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, oltre ad essere attualmente poche, rischiano di essere considerate un luogo poco piacevole per il guidatore, che deve attendere prima che la vettura sia ricaricata. Se invece la colonnina si trova in una zona con negozi e strutture ricettive, l’automobilista può trascorrere il tempo di attesa più piacevolmente. Route220 punta dunque alla collaborazione con gli operatori turistici e le strutture ricettive e di commercio, che possono beneficiare del tempo di sosta per la ricarica da parte dei possessori di veicoli elettrici per proporsi in modo innovativo, grazie alle opportunità della piattaforma digitale evway.
Tuc Technology: un connettore digitale per i veicoli
Startup torinese che annovera anche Sergio Pininfarina tra i fondatori ha ideato un sistema che connette e digitalizza ogni tipo di veicolo. È tra le startup italiane che hanno partecipato al Ces 2019.
TUC nasce con l’obiettivo di introdurre sul mercato una nuova tecnologa in grado di digitalizzare e rendere continuamente riconfigurabile l’esperienza di mobilità all’interno dei veicoli rendendoli a sua volta intelligenti e multimodali, spiega i3P, incubatore del Politecnico di Torino. Come riporta La Stampa, “Tuc combina in un sistema integrato hardware e software differenti tecnologie: un connettore digitale/strutturale (l’usb della mobilità), un super computer connesso al cloud (Tuc brain) e un network di alimentazione e connessione tramite fibra ottica che crea un sistema di rete altamente digitalizzato e connesso”. E ancora, riporta il quotidiano: “Il cuore di Tuc è un supercomputer connesso al cloud che favorisce la gestione e lo scambio dei dati tra il veicolo, l’utente e l’esterno, garantendo l’accesso ai dispositivi personali. Il “cervello” traduce gli impulsi virtuali in comandi tramite una app. Per attivare le funzioni si usa un normale cellulare. Sembra complesso, in realtà è un sistema semplice anche da utilizzare. Chi lo adotterà? Tuc Technology è nata (con partner qualificati tra cui Adient, Lavazza, Sabelt e Samsung) pensando alle auto elettriche a guida autonoma, ma è immediatamente utilizzabile su qualsiasi mezzo di trasporto”.
Y.Share: car sharing su misura
Y.Share, società nata all’interno dell’enterprises factory e-Novia di Milano, lancia la rivoluzione del car sharing: dal classico peer-to-peer, gestito da un gestore centralizzato che mette a disposizione un parco auto, allo sharing diffuso, alla portata di chiunque.
Grazie a una box che custodisce la chiave e a un’app, senza bisogno di installazione, si potrà condividere la propria auto con il vicino di casa, l’amico, o un cerchia selezionata di persone.
“Si tratta di una novità assoluta – spiega Stefano Bottelli, Cto di Y.Share – le soluzioni paragonabili richiedono l’installazione di centraline elettroniche a bordo da parte di un tecnico e funzionano solo con un numero limitato di auto. Invece la box di Y.Share non richiede nessuna installazione, si può comodamente riporre nel vano portaoggetti e ha una batteria che garantisce un mese di utilizzo senza ricarica”.
In pratica, il segreto dell’innovazione di YShare è la box, leggera e di dimensioni ridotte, che custodisce la chiave del veicolo. Rispondendo a un segnale lanciato via app da un utente autorizzato dal proprietario dell’auto, il dispositivo è in grado di premere, sulla chiave, il pulsante di apertura delle portiere. L’utente preleva la chiave dalla box e può mettersi alla guida; una volta parcheggiato il mezzo, la ripone nella box Y.Share e chiude le portiere, nuovamente via smartphone. La app è il cuore della community: il proprietario decide chi includere nella condivisione, verifica e autorizza ogni accesso, e gli utenti possono visualizzare su una mappa dove si trova il veicolo e prenotarlo per l’orario desiderato.
Il futuro dell’auto: i progetti di tutti i grandi costruttori da qui al 2020