GUIDA AUTONOMA

Auto senza conducente: tra 10 anni 3,8 milioni di robo-taxi nel mondo

Si passerà dai 2.024 robo-taxi di oggi a quasi 4 milioni nel 2030, dice un report, con un tasso annuo di crescita del 112,67%. Qui i dati, i test in corso e le previsioni su questi veicoli a guida autonoma o senza conducente sempre più ricercati perché contribuiscono alla mobilità sostenibile. E a contenere le epidemie

Pubblicato il 08 Apr 2020

Robo-taxi

Entro 10 anni nel mondo circoleranno 3,8 milioni di robo-taxi. Il mercato globale dei taxi a guida autonoma o senza conducente dovrebbe crescere dalle 2.024 unità nel 2020 fino a raggiungere 3.830.912 unità entro il 2030, con un tasso annuo di crescita composto (CAGR) del 112,67%. A sostenerlo è un rapporto pubblicato da MarketsandMarkets. La crescita del mercato dei robo-taxi, sostiene la ricerca, è influenzata dalla crescente domanda di servizi di ride-hailing, da elevati investimenti in ricerca e sviluppo e dalle strategie di mobilità sostenibile mirate alla riduzione delle emissioni, allo sviluppo delle infrastrutture e alla crescita dell’elettrificazione dei veicoli. Sarà inoltre la crescente domanda di mobilità condivisa, o sharing mobility, ad alimentare la domanda complessiva per le auto a guida autonoma. Infine un elemento di attualità: farsi trasportare da autovetture che non hanno un conducente può forse aiutare nel contenimento del contagio in caso di epidemie come quella del coronavirus.

Autovetture in pole position

Nell’ambito dei robo-taxi, a crescere maggiormente e in modo più rapido dovrebbe essere il segmento automobilistico. Questo perché i test sui robo-taxi sono condotti più per le auto che per i grandi mezzi di trasporto. A fare da apripista nel settore è stata Waymo, divisione di Alphabet (la holding di Google) che si occupa di guida autonoma e che il mese scorso ha ricevuto 2,25 miliardi di dollari di finanziamento. 

Auto a guida autonoma: mega-finanziamento da 2,25 miliardi di dollari per Waymo (e non da Google)

Waymo è diventata di recente la prima azienda a far pagare alle persone le corse in “Waymo One”, veicoli a guida autonoma seppure con conducenti “di backup” umani. A Phoenix la società ha anche avviato a settembre 2019 un secondo programma, con test di guida autonoma dedicati ai Tir: l’estensione delle sperimentazioni che Waymo conduce già da un paio d’anni in Georgia, in California e nella stessa Arizona. Ma è una scommessa ancor più difficile di quella relativa alle auto: manovrare un camion è molto più complicato, così come frenare e cercare di evitare ostacoli, a causa della massa più grande da rallentare e da mantenere in asse per evitare sbandamenti.

Un altro esempio di applicazioni di robo-taxi alle automobili è rappresentato da Chrysler, che ha ordinato migliaia di minivan Chrysler Pacifica Hybrid a Waymo. La collaborazione aprirà un nuovo modello di business per le aziende che sviluppano o lavorano su robo-taxi.

Anche Uber, la società californiana nata per consentire di prenotare una macchina con conducente da smartphone, ha ordinato 24.000 SUV Volvo XC90 per i servizi di ridesharing autonomi. Obiettivo: incrementare la propria quota di mercato nel settore delle driverless car.

Robo-taxi e Mobility as a Service

A guidare la crescita del mercato dei robo-taxi, spiega il report, sarà il trasporto passeggeri in un’ottica di Mobility as a Service. Con la sigla MaaS è indicato quel tipo di mobilità che prevede un’unica modalità di pagamento, in forma di abbonamento o subscription, a una serie di servizi di trasporto diversi tra loro, pubblici e/o privati, che consentono all’utente di completare il proprio tragitto quotidiano. Un esempio di robo-taxi che potrebbero essere usati in un contesto urbano di Mobility as a Service? Quelli di e.GO Mobile AG, startup tedesca fondata nel 2015 da Güenther Schuh, un pioniere della mobilità elettrica, che ha ricevuto ben 135 milioni di euro di investimenti dal produttore tedesco di componenti per auto ZF Friedrichshafen allo scopo di promuovere un progetto congiunto di minibus a guida autonoma e senza conducente. Dopodiché una grande banca, la HSBC Holdings Plc, ha raccolto altri 300 milioni di euro per sostenere il progetto di Schuh di arrivare a produrre un’intera gamma di quattro modelli. L’accordo tra e.GO Mobile  e ZF Friedrichshafen prevedeva di avviare la produzione in serie di e.GO People Mover entro la fine del 2019 in Germania. Questo veicolo sarà proposto come robo-taxi in Germania da Transdev, società francese specializzata nel trasporto pubblico.

Altro esempio: Oxbotica, una società di software per veicoli autonomi, e Addison Lee, azienda privata di taxi a noleggio con sede a Londra, hanno stretto una collaborazione per lanciare taxi a guida autonoma entro il 2021.

Robo-taxi: il mercato più grande è quello asiatico

Il mercato più grande per i robo-taxi è quello asiatico a causa della crescita di questi veicoli innovativi in Cina, Giappone, Corea del Sud e Singapore. All’aumentato interesse contribuiscono le preoccupazioni in materia di emissioni inquinanti, l’aumento della mobilità condivisa, l’attenzione rivolta ai trasporti pubblici e l’elevato sviluppo tecnologico nell’area. Aziende come DiDi, Aptiv, Baidu, Nissan, Mp e Hyundai sono tra i principali attori. Singapore è stato il primo paese a testare pubblicamente i robo-taxi nel 2016. La società nuTonomy ha iniziato a sperimentare robo-taxi con Renault Zoes e Mitsubishi i-MiEv . Il gigante automobilistico sudcoreano Hyundai ha collaborato con la startup statunitense Aurora Tech per sviluppare robo-taxi in Corea del Sud. Hyundai dovrebbe testare il servizio entro il 2021. L’azienda distribuirà il veicolo elettrico Nexo  e il SUV Kona a Sejong per il driverless taxi service. I veicoli dovrebbero avere un’automazione di livello 4.

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