Le auto elettriche non sono tutte uguali. Nel settore dei veicoli a zero emissioni Tesla viene considerata il benchmark a cui tutti i costruttori fanno riferimento. È opinione comune che le tradizionali Case automobilistiche europee siano ancora all’inseguimento del brand di Elon Musk per quanto riguarda l’efficienza energetica delle loro elettriche, le filosofie progettuali, i contenuti tecnologici e le capacità di ricarica.
Ma il settore è in costante evoluzione ed ecco spuntare all’orizzonte un terzo gruppo di attori, che si vanno ad aggiungere alla classica sfida tra Tesla e i carmakers europei: i costruttori cinesi. Sempre più marchi provenienti dalla Cina stanno decidendo di oltrepassare i confini nazionali per sbarcare sui mercati occidentali, e lo fanno con elettriche di qualità, moderne e ad alto contenuto tecnologico.
Già da anni, infatti, la Cina ha deciso di specializzarsi nello sviluppo e nella realizzazione di auto elettriche, di cui è il più grande mercato al mondo, e oggi le sue aziende rappresentano una sfida non da poco per i costruttori nostrani. A fine 2023, è avvenuto lo storico sorpasso: la cinese BYD ha sorpassato Tesla diventando il maggior venditore di auto elettriche al mondo.
In questa comparativa abbiamo analizzato le principali differenze per quanto riguarda l’approccio costruttivo e i contenuti tech di tre vetture elettriche comparabili per dimensioni, prestazioni e fetta di mercato (ovvero quella delle berline di segmento D, con lunghezze attorno ai 4,7 metri).
A rappresentare Tesla c’è la Model 3, per i costruttori europei la scelta è ricaduta sulla BMW i4, mentre tra le “outsider” cinesi abbiamo preso in considerazione la BYD Seal.
Auto elettriche: Tesla, un’europea e una cinese a confronto
Tesla Model 3
Presentata nel 2017, la Model 3 è la vettura che ha permesso a Tesla di fare “il grande salto” aprendosi al mercato di massa, grazie a un prezzo più abbordabile rispetto ai modelli precedenti. Oggi la Model 3 è disponibile in Italia a partire da 41.490 euro per la versione a singolo motore RWD (ovvero quella a trazione posteriore), mentre i prezzi crescono a 48.990 euro e a 53.990 euro se si opta rispettivamente per la variante bimotore a trazione integrale Long Range o per la più sportiva versione Performance. In Cina è già sul mercato la nuova versione della Model 3, ridisegnata e con una maggiore autonomia, che dorebbe arrivare in Italia nel 2024.
Grazie al know how acquisito negli anni, alla scelta di realizzare quasi tutta la parte tecnologica in casa, agli importanti margini di profitto che l’azienda sta ottenendo e alle notevoli economie di scala, Tesla è riuscita a battere tutti i competitors sul prezzo, che nel caso della Model 3 è di 10-15mila euro inferiore rispetto alle altre vetture elettriche di segmento comparabile. A tutto ciò si aggiunge il fatto che, dopo l’ultimo taglio nel prezzo di listino, la Model 3 a trazione posteriore ha accesso all’incentivo nazionale Ecobonus, con prezzi che possono scendere fino a 8.000 euro.
Uno degli elementi che differenzia Tesla dagli altri costruttori è l’approccio software driven nello sviluppo delle vetture, che si ritrova anche nella Model 3. Tutti i comandi dell’auto sono gestibili attraverso l’avanzato sistema infotainment, che racchiude funzioni di intrattenimento, assistenza alla guida, navigazione, climatizzazione, gestione energetica, ma anche il controllo di molti elementi fisici dell’auto, come baule, specchietti e cassettino portaoggetti.
Le interfacce per interagire con il software sono il grande schermo touchscreen da 15 pollici, i comandi vocali o l’app Tesla. La semplicità del sistema Tesla si sposa con la caratteristica di essere sviluppato quasi esclusivamente in house, senza l’utilizzo di software di terze parti come Google o Android. Il rovescio della medaglia, tuttavia, è l’impossibilità di utilizzare le applicazioni di mirroring come AndroidAuto o Apple CarPlay, potendo affidarsi per la navigazione esclusivamente al sistema Tesla.
Quest’ultimo è piuttosto accurato ed è in grado di pianificare le soste per la ricarica in base alla destinazione e al livello di carica richiesto all’arrivo. Il navigatore è integrato con l’Autopilot, ovvero il pacchetto di assistenti alla guida offerto sulle Tesla. Questo sistema sfrutta le informazioni provenienti da svariate telecamere ad alta definizione (cosiddetto Tesla Vision), mentre dal 2022 sono stati eliminati tutti i radar e i sensori ad ultrasuoni.
L’Autopilot non è tra i sistemi più fluidi nel funzionamento, e il motivo è presto detto: esso è stato adattato per funzionare come un pacchetto di Adas ma nasce per la guida completamente autonoma, che in Europa non è al momento disponibile (potrebbe venire abilitata in futuro, in base alle evoluzioni normative e tecnologiche, con eventuali aggiornamenti Over the Air).
Il successo di Tesla è dovuto anche all’avanzata gestione energetica e alla tecnologia degli accumulatori: la Model 3 RWD è dotata di un’autonomia omologata WLTP di 490 chilometri a fronte di una batteria da 53 kilowattora di capacità (quindi non particolarmente grande), per un consumo medio di 14,4 kWh/100km, e in ricarica accetta fino a 250 kilowatt di potenza (in corrente continua), dati migliori della maggior parte delle concorrenti. Tutto questo si coniuga con una dinamica di guida e con prestazioni degne di nota, grazie alla potenza di picco di 350 cavalli. Infine, Tesla spicca per i suoi Supercharger, ovvero una rete di ricarica rapida proprietaria, particolarmente diffusa sul territorio e di semplice utilizzazione.
Bmw i4
Lanciata nel 2021, la BMW i4 nasce sull’architettura CLAR della Casa (ovvero quella utilizzata anche per le autovetture endotermiche e ibride) e tradisce una netta somiglianza con la Serie 4 Gran Coupé, di cui rappresenta una sorta di controparte a zero emissioni.
È questa la prima differenza di fondo con la Model 3: mentre la vettura californiana è concepita sin dall’inizio come un’auto esclusivamente elettrica, la i4 ha molto in comune con i modelli termici della Casa, e di conseguenza risulta un’elettrica più convenzionale rispetto alla Tesla.
Questo approccio si nota anzitutto nella tecnologia di bordo, come l’infotainment iDrive 8, ovvero l’ultima generazione del tipico software utilizzato da BMW. Non si tratta, quindi, di un sistema specifico per le vetture elettriche, bensì di un software impiegato anche sui modelli endotermici della Casa di Monaco. Vi sono, tuttavia, delle funzionalità specifiche per le vetture a zero emissioni, come la possibilità di tenere conto dei punti di ricarica nel corso della navigazione.
L’interfaccia dell’iDrive 8 è il BMW Curved Display, composto da due schermi: quello del cockpit digitale è da 12,3 pollici, mentre quello touchscreen dell’infotainment è da 14,9 pollici. Rispetto alle precedenti versioni, l’iDrive 8, che sfrutta la connettività 5G, offre una capacità di calcolo di 20 volte superiore, maggiori possibilità di personalizzazione e un assistente vocale più sofisticato.
Quest’ultimo, denominato BMW Intelligent Personal Assist, è in grado apprendere informazioni durante l’utilizzo del veicolo e modificare il proprio comportamento a seconda delle situazioni. A differenza di Tesla, l’interfaccia uomo-macchina della i4 è compatibile con Adroid Auto ed Apple CarPlay in modalità wireless. Dal punto di vista degli Adas, sulla berlina-coupé tedesca sono disponibili complessivamente 40 funzioni di assistenza alla guida, tra cui l’Active Cruise Control con Speed Limit Assist, che può contenere automaticamente la velocità nei limiti stabiliti e, in alcuni paesi, è in grado di riconoscere e reagire alle luci dei semafori.
I prezzi di listino partono da 59.900 euro per la i4 eDrive 35, salgono a 65.050 per la i4 eDrive 40 e arrivano a 77.850 euro per la più potente i4 M50. Prendendo in considerazione la motorizzazione d’ingresso eDrive 35, l’autonomia omologata è la medesima della Model 3, ovvero 490 chilometri, ma sulla MW per raggiungere questo dato si fa ricorso a una batteria più grande, da 70 kilowattora di capacità. Anche il consumo medio, più alto di quello della Tesla (15,8 kWh/100km), conferma una minore efficienza generale del sistema.
Le prestazioni e la sportività sono comunque quelle tipiche delle vetture di Monaco, con una potenza di picco di 285 cavalli. Infine, la massima potenza accettata in ricarica (in corrente continua) è di 205 kilowatt, raggiungibili nelle stazioni di ricarica ultrafast, come quelli di Free To X, Ewiva o delle rete Ionity.
BYD Seal
L’outsider del confronto è rappresentata dalla BYD Seal. Si tratta di una vettura nata su una piattaforma espressamente dedicata all’elettrico, realizzata da quello che è il primo brand in Cina per quantità di elettriche vendute, nonché il secondo a livello mondiale dopo Tesla.
Della vettura sappiamo ancora poco, visto che arriverà sul mercato italiano nel corso del 2024, ma si preannuncia una rivale agguerrita per la Model 3 e per le berline a zero emissioni dei costruttori europei, alla luce degli inediti contenuti tecnici. Tra questi c’è la Blade Battery, un brevetto di BYD per certi versi simile agli inediti accumulatori 4680 di Tesla. In entrambi i casi, infatti, le celle sono posizionate all’interno del pacco batteria senza l’utilizzo di moduli intermedi, avendo quindi funzione strutturale. Questa architettura va a tutto vantaggio della densità energetica e della sicurezza in caso di incidente.
Un’altra tecnologia proprietaria di BYD, portata al debutto dalla Seal, è la struttura CTB (Cell To Battery). In questo schema la Blade Battery si integra perfettamente nel fondo della piattaforma, contribuendo alla rigidità torsionale della stessa. Anche il powertrain è una novità rispetto alle elettriche nostrane, visto che è molto compatto e integra al suo interno ben 8 componenti.
La BYD Seal è equipaggiata con una batteria al litio ferro fosfato LFP da 80 kWh di capacità e sarà proposta in due versioni, una a trazione posteriore da 313 cavalli e una a trazione integrale da 530 cavalli. Il range di autonomia dovrebbe variare tra i 520 e i 570 chilometri WLTP, a seconda della motorizzazione, mentre il prezzo di partenza atteso in Italia è di circa 50.000 euro.
Sul piano dell’infotainment la BYD Seal è caratterizzata da un quadro strumenti da 10,25 pollici davanti al guidatore e da uno schermo centrale touchscreen da 15,6 pollici al centro dell’abitacolo che, grazie alla possibilità di ruotare di 90 gradi, può essere disposto sia verticalmente che orizzontalmente. Tra le specifiche del sistema per ora conosciamo la capacità di interfacciarsi con Android Auto ed Apple CarPlay e di ricevere periodicamente aggiornamenti Over the Air. Infine, la Seal offre di serie un pacchetto di sistemi di assistenza alla guida molto ricco, tra i quali rientra anche l’Adaptive Cruise Control con Lane Change Assist, in grado di cambiare automaticamente corsia in determinate condizioni di guida.