A 90 anni dalla sua fondazione, Porsche si è quotata alla Borsa di Francoforte il 29 settembre 2022. Una partenza positiva, con titolo in lieve rialzo a 84 euro ad azione dopo un “pricing” a 82,50 euro (peraltro nel contesto di una seduta dall’andamento negativo): in questo modo la capitalizzazione del marchio di auto di lusso sportive si aggira intorno ai 75 miliardi di euro. Con 114 milioni di azioni privilegiate immesse sul mercato e ricavi per 9,4 miliardi di euro per Volkswagen, la società madre di Porsche, l’IPO del 29 settembre è stata l’Offerta Pubblica Iniziale più grande in Germania dalla quotazione di Telekom nel 1996 e una delle più grandi di sempre in Europa. Per riferimento, guardando ai suoi competitor, BMW ha oggi una capitalizzazione di circa 50 miliardi, Audi sugli 80 miliardi, Mercedes Benz sui 60. E poi c’è Tesla, con una capitalizzazione ormai vicina ai mille miliardi di dollari, che Porsche sta sfidando con la sua Taycan, modello a trazione esclusivamente elettrica.
L’IPO di Porsche: i dettagli
In totale, il Gruppo Volkswagen ha collocato 113.875.000 azioni privilegiate senza diritto di voto di Porsche AG, che rappresentano il 12,5% del capitale azionario, per un valore di circa 9,4 miliardi di euro (comprese 14.853.260 azioni privilegiate per coprire eventuali richieste superiori all’offerta). Il via alla quotazione in Borsa è stato dato dal tradizionale suono della campanella effettuato da Oliver Blume, CEO di Porsche e da poco tempo anche del Gruppo Volkswagen.
“Questo è un momento storico per Porsche” aveva dichiarato pochi giorni prima Oliver Blume, sostenendo che l’IPO apre “un nuovo capitolo con una maggiore indipendenza come uno dei produttori di auto sportive di maggior successo al mondo” e rafforza “la nostra capacità di eseguire ulteriormente la nostra strategia.”
Ripercorriamo la sua storia, ricca di innovazione fin dalle origini.
Porsche, una storia all’insegna dell’innovazione
Come tutte le case automobilistiche, Porsche ha avuto bisogno di innovare per progredire e non soccombere rispetto ai competitor: è il 1931 quando Ferdinand Porsche fonda il suo studio di progettazione, ponendo le basi per uno dei più importanti centri di ricerca e sviluppo per l’industria automobilistica. La sua evoluzione è Porsche Engineering, filiale controllata da Porsche AG, che già dal 2001 comincia a lavorare su tecnologie allora quasi fantascientifiche, come quelle per la smart car e l’auto connessa.
Con un team internazionale da oltre 1.500 dipendenti tra Germania, Repubblica Ceca, Romania, Italia e Cina, Porsche Engineering lavora per lo sviluppo di software, sistemi e funzionalità all’avanguardia per l’industria automotive. Non solo per Porsche, ma anche per altre case automobilistiche, fornitori di componenti e aziende al di fuori della industry.
Il suo lavoro si concretizza in diversi veicoli della seria Porsche Typ, in particolare la concept car “Typ 1989”, progettata per massimizzare il ciclo di vita a dispetto delle condizioni ambientali: un veicolo creato per durare 20 anni e percorrere almeno 300mila chilometri grazie alla scelta dei materiali e ad attenti studi per ridurre l’usura dei componenti meccanici.
Arriva poi nel 2014 l’innovativa tecnologia a 800 volt per i veicoli elettrici ad alta prestazione, su cui è basata l’attuale architettura della Taycan: uno degli elementi distintivi che la elevano su altre elettriche.
Nel 2019 nasce un’area interamente dedicata allo sviluppo e alle simulazioni virtuali dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida (ADAS), e continuano ad oggi le sperimentazioni sulle tecnologie fondanti della smart car, dalla connettività all’intelligenza artificiale, unendo le storiche competenze meccaniche di Porsche alle innovazioni digitali più all’avanguardia.
Porsche oggi: la Taycan e la spinta all’elettrico
La strategia di Porsche si concretizza oggi nella sua punta di diamante: il suo primo modello sportivo a trazione esclusivamente elettrica, la Porsche Taycan. Pur meno conosciuta della Tesla, grazie alla sua tecnologia ha collezionato circa 40 premi e riconoscimenti internazionali tra Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Cina, e nel 2020 si è distinta come veicolo più innovativo superando la famosa elettrica di Elon Musk.
Non si tratta di un caso isolato. Porsche sta portando avanti la sua strategia di elettrificazione con ambiziosi obiettivi: punta a fare dei veicoli elettrici l’80% dei nuovi veicoli consegnati nel 2030. Parallelamente sta lavorando per arrivare a una catena del valore netta a emissioni zero nel 2030 e una fase di utilizzo netta a emissioni zero per i futuri modelli BEV.
Sembra il momento giusto per sbarcare in Borsa: nella prima metà del 2022, riporta Forbes, Porsche ha registrato una forte crescita in termini di ricavi, utile operativo e ritorno sulle vendite. Entro fine anno punta a un fatturato del Gruppo compreso tra circa 38 e 39 miliardi di euro e un ritorno sulle vendite del Gruppo compreso tra il 17 e il 18%, con l’ambizione a lungo termine di raggiungere il 20%.
(Articolo pubblicato originariamente il 21/09/2022 e aggiornato il 29/09/2022)