Infrastrutture di ricarica che erogano energia completamente rinnovabile come requisito strategico per la transizione verso una mobilità elettrica pulita ed efficiente. Pilastro fondamentale per contrastare la crisi climatica, riducendo l’impatto ambientale dei trasporti, la nuova era della smart mobility si caratterizza per un’innovazione continua e un impegno crescente verso la sostenibilità che impone un ripensamento profondo dell’offerta. Il tutto senza dimenticare la necessità di conciliare le esigenze di decarbonizzazione con i bisogni delle persone.
Infrastrutture di ricarica all’insegna del Charge the Change
Lo sa bene Powy, startup nata originariamente con il nome di TheF Charging nella seconda metà del 2018 da un’iniziativa imprenditoriale di Andrea Brentan e Federico Fea, rispettivamente chairman e CEO dell’azienda. Capitalizzando un’esperienza nazionale e internazionale pluriennale nell’ambito dell’energia, Brentan in Enel e in Endesa, Fea in Endesa e in Stellantis, i due professionisti decidono di mettere a sistema le rispettive competenze nel mondo della produzione e distribuzione dell’energia elettrica e dei veicoli elettrici. L’obiettivo? Realizzare diverse tipologie di infrastrutture di ricarica pubblica di qualità, distribuendole in location strategiche come aree di sosta pubblica o semi-pubblica, parcheggi di supermercati e centri commerciali, autostrade e hub di trasporto (come le stazioni ferroviarie) per sfruttare i tempi morti in cui il veicolo rimane fermo e dare agli EV driver non solo un’energia di qualità ma anche un tempo di qualità.
L’idea si concretizza e i due manager condividono l’investimento, avviando in pochi anni oltre 2000 punti di ricarica in circa 550 location strategiche. La decisione di cambiare il naming in Powy risale all’autunno del 2022. Attenzione al claim Charge The Change che con un gioco di parole esprime l’evoluzione dell’energia e della potenza, riassumendo l’impegno di Powy nel dare il suo contributo concreto a un mondo non solo più sostenibile ma anche più accessibile.
Le sfide di un cambiamento culturale dirompente
Il modello di business piace e funziona al punto che nel maggio 2023 Swiss Life Asset Manager, uno dei principali fondi d’investimento europei, investe 84 milioni di euro nella società per entrare a farne parte come socio di interesse economico maggioritario e sostenere lo sviluppo di Powy in Italia, Spagna e resto d’Europa. A spiegare l’orizzonte di contesto, le sfide e le opportunità di una rivoluzione che non cambia radicalmente solo l’uso dell’auto ma anche i tempi e i modi del rifornimento è il CEO Federico Fea.
«La transizione energetica comporta un grosso cambio culturale. Passare ai veicoli elettrici cambia radicalmente il modo in cui le persone pensano la propria automobile e usano il proprio tempo – spiega Fea -. Io stesso, quando ho comprato la mia prima auto elettrica nel 2018, visualizzando sul cruscotto 450 km di autonomia mi chiedevo: sarà vero? Dovendo andare in montagna con la mia famiglia, mi sono preso un giorno di ferie per fare prima il viaggio da solo ed essere sicuro di non incorrere in brutte sorprese. Sono timori comprensibili ma bisogna superarli perché le macchine sono davvero intelligenti e dicono esattamente cosa si può fare e cosa no. Il cuore del cambiamento è il modello di rifornimento: da un concetto di serbatoio pieno in pochi minuti di carburante altamente inquinante si passa a un approccio in cui si usa energia pulita con un tempo di rifornimento più lungo che può essere ottimizzato ripensando la chiave del servizio. Il tema delle infrastrutture di ricarica, infatti, non è solo la loro potenza: è la loro ubicazione che deve essere ragionata per agevolare i cittadini, triangolando sostenibilità, qualità e prossimità. Il nostro concetto di qualità, infatti, non si limita all’efficienza delle paline di ricarica ma anche alla qualità dell’esperienza del cittadino che deve ricaricare la sua auto elettrica e che è altrettanto importante».
EV driver experience massimizzata
Rendere piacevole e produttivo il tempo del rifornimento è la mission di Powy, le cui infrastrutture di ricarica sono presenti in luoghi strategici e selezionati. Lo scopo è garantire alle persone un’esperienza di servizio rilevante in un ambiente sicuro, attrezzato e confortevole: che si tratti di aree di sosta pubblica o semi-pubblica come parcheggi di supermercati e centri commerciali, hub di trasporto (come le stazioni ferroviarie) o una serie di autogrill qualificati. Grazie alle tecnologie utilizzate da Powy, gli EV driver possono scegliere la tipologia di servizio più adatta al luogo in cui si trovano. Il range è molto ampio, dai 22 ai 400 kW, così da garantire agli utenti di ricaricare il proprio veicolo in base alle loro necessità, con modalità di rifornimento quick, fast ed ultra-fast con un delta temporale che può variare da una decina di minuti a qualche ora.
«Abbiamo un approccio totalmente data driven: usiamo tantissime informazioni per analizzare e operare le nostre scelte a livello tecnico, funzionale e operativo – prosegue Fea -. Nella scelta delle location puntiamo a identificare tutte quelle aree in cui le persone possono fare qualcosa per trascorrere bene il loro tempo: che si tratti di ristorarsi, fare shopping, prendersi una pausa caffè o lavorare.
Prima di decidere se includere o meno nelle nostre infrastrutture di ricarica un nuovo sito, andiamo a vederlo, parlando con i gestori per attivare una collaborazione e una progettualità condivisa, garantendo che le aree siano in contesti puliti, attrezzati, confortevoli e sicuri. Il che non è affatto scontato».
Un modello di business collaborativo e data driven
Coprendo integralmente i costi di realizzazione e collegamento alla rete elettrica, e garantendo l’alimentazione tramite energia rinnovabile certificata GSE, Powy offre un vantaggio immediato sia agli utenti che ai soggetti ospitanti. Questa strategia conferma un impegno verso la sostenibilità ambientale ma anche verso la creazione di un valore condiviso.
Il beneficio economico diretto per i partner ospitanti sottolinea l’importanza di una collaborazione sinergica tra i vari attori coinvolti, riconoscendo che la soddisfazione del cliente finale deriva da un impegno congiunto e da una visione comune della mobilità elettrica come opportunità di crescita sostenibile. Nel network di partner di Powy figurano importanti location partner tra cui CBRE, FSPark, Tigros, Pittarello, APCOA e oltre 60 comuni nel Nord e nel Centro Italia ed altrettanti player di prestigio in Spagna dove Powy ha recentemente annunciato una partnership con COXAbengoa, uno dei leader della transizione energetica in Iberia.
La scelta accurata dei siti, frutto di benchmarking, analisi dei flussi, visite in loco e modelli collaborativi con i gestori delle varie location, garantisce aree di contesto adeguate, con infrastrutture di ricarica allineate alle varie esigenze di consumo. Il risultato delle partnership di Powy evidenzia un impegno concreto verso la creazione di un’infrastruttura di ricarica estesa e di qualità, con oltre 2000 punti di ricarica già operativi o in fase di realizzazione in Italia e Spagna. Questa visione si estende anche al modello economico e operativo sottostante la realizzazione delle infrastrutture di ricarica.
«Personalmente, carico l’auto nel 90% dei casi quando l’auto è parcheggiata, sono in ufficio, sto dormendo o sto facendo una partita di tennis – aggiunge il CEO -. Ma ogni persona ha le sue dinamiche nell’uso dell’auto. Proprio per questo abbiamo conformato la nostra offerta su più tipologie di utenti che hanno necessità di ricarica più veloci o più lente. In Powy studiamo i comportamenti degli EV driver: chi arriva da fuori città e lascia la macchina nei parcheggi intermodali per poi riprenderla la sera, chi accompagna un familiare o in amico in stazione e lascia la macchina parcheggiata per pochi minuti, chi fa una sosta in autogrill anche per fermarsi a mangiare o chi, lavorando in smart working, lascia la macchina parcheggiata anche per diversi giorni e via dicendo. È vero che il 90% dei possessori di auto elettriche ricarica la macchina a casa propria ma, in un futuro non lontano, l’offerta di infrastrutture di ricarica distribuite sul territorio e di qualità incontrerà una domanda diversa e massiva».
Prepararsi alle sfide di un’Europa a più motori e a più marce
Powy è entrata a far parte anche del network di Confimprese, una scelta strategica che ha l’obiettivo di accogliere e indagare i nuovi trend del settore e assecondare il mercato nazionale e internazionale con le adeguate innovazioni. Soprattutto considerando come la mobilità elettrica in Europa stia vivendo un momento particolare, con nazioni che avanzano a ritmi differenti, delineando un panorama in cui l’Italia si trova oggi in una posizione di particolare riflessione. I crescenti investimenti nel settore automobilistico e il forte impegno di Bruxelles attraverso il Green Deal sono due leve importanti per la ripartenza ma, sebbene gli incentivi governativi rappresentino un passo avanti significativo nell’incoraggiare l’adozione dei veicoli elettrici, la loro effettiva implementazione rappresenta il punto critico sul quale il Paese deve concentrarsi con urgenza.
«I dati relativi ai primi tre mesi del 2024 ci raccontano che nel nostro Paese il numero di colonnine di ricarica installate ogni mese cresce con regolarità, posizionando l’Italia tra i 5 Paesi più virtuosi in Europa in tale ambito. Tuttavia, il numero di auto elettriche immatricolate continua a non decollare, probabilmente anche a causa della mancata erogazione degli incentivi governativi, previsti con la speranza di una loro distribuzione massiva entro il mese di maggio – prosegue Fea -. Questo ritardo nell’erogazione degli incentivi sta generando incertezza tra i consumatori, influenzando direttamente le loro decisioni d’acquisto e rallentando la transizione verso una mobilità più sostenibile. In risposta, alcuni dealer hanno adottato una strategia proattiva anticipando gli incentivi, una mossa che riflette la volontà del mercato di adattarsi alle esigenze dei consumatori, nonostante le incertezze e i ritardi burocratici. L’Italia sta affrontando una sfida nella transizione verso la mobilità elettrica, ma ha ancora l’opportunità di raggiungere i principali Paesi europei.
Oltre alle opportunità perse, vanno considerati i potenziali rischi per un settore vitale come quello turistico.
«Essere pronti ad accogliere un turismo di qualità come quello nordeuropeo, sempre più orientato verso la sostenibilità, è cruciale per non rimanere indietro nella corsa verso il futuro della mobilità – sottolinea Fea -. Nell’ottica di un miglioramento, anche in questo caso la data governance assume un ruolo cruciale nella definizione delle strategie per la distribuzione delle colonnine di ricarica. L’analisi dei dati relativi al numero di auto elettriche, ai flussi turistici e alle movimentazioni diventa fondamentale per garantire una copertura adeguata e razionalizzare la rete di ricarica. Anche in questo caso, un approccio data-driven non solo ottimizza l’infrastruttura esistente ma apre anche la strada a un’esperienza utente migliore, contribuendo a superare le resistenze all’adozione del veicolo elettrico e a colmare il divario tra l’Italia e il resto dell’Europa in termini di mobilità sostenibile».
Infrastrutture di ricarica come ecosistema IoT
Punto di incontro tra il mondo dell’automotive e quello dell’energia, le infrastrutture di ricarica creano un ecosistema in cui dati e servizi vengono integrati. Ma, nonostante il concetto di servizio di ricarica di per sé è piuttosto semplice, la realtà è che la catena di valore sottostante è notevolmente complessa.
«Gestire le infrastrutture di ricarica significa saper armonizzare tecnologie e standard operativi tra diversi attori che, nonostante operino all’interno della stessa filiera, spesso non sono completamente allineati. Questo impatta sul cliente finale che si trova a fronteggiare le inefficienze del sistema. Ad esempio, la comunicazione tra le colonnine di ricarica, il cliente e il sistema nel back end avviene spesso tramite connessioni SIM o Wi-Fi. Ma se un operatore di telefonia sta effettuando interventi di manutenzione sulle sue linee, anche solo per un breve periodo, le colonnine possono risultare non funzionanti o presentare malfunzionamenti, generando confusione e frustrazione nel cliente finale, che potrebbe non essere a conoscenza delle cause tecniche dietro al disservizio. Un altro esempio sono le infrastrutture installate ma in attesa di connessione alla rete da parte dei distributori elettrici di zona. Abbiamo degli adesivi spiegando che la connessione alla rete non dipende da noi, ma più delle volte il cliente finale non ha la percezione che le colonnine di ricarica sono degli oggetti intelligenti, connessi e comunicanti, che fanno parte di un’infrastruttura tecnologicamente avanzata che coinvolge più player della filiera».
Dalle smart city alle smart grid, passando dalle microgrid
Ma la capacità di visione e di azione dei fondatori di Powy non si ferma qui. L’azienda sta già ragionando all’evolutiva legata alle infrastrutture di ricarica, capitalizzando i progetti seguiti all’estero sulla mobilità elettrica in ottica di smart city.
Dalle microgrid alle smart grid, la capacità di connettere tra loro carichi elettrici, fonti di generazione distribuita e stoccaggio rappresentato dalle batterie dei veicoli elettrici – incrementando così la resilienza energetica – permetterà alle comunità locali o alle aree servite di aumentare la qualità dell’erogazione dell’energia, fino a mantenere l’alimentazione elettrica anche in caso di guasti o interruzioni della rete principale. L’integrazione dei veicoli elettrici – che sono grandi batterie su ruote – con il resto del sistema elettrico in ottica di smart grids, faciliterà l’integrazione di fonti rinnovabili, promuovendo l’uso efficiente dell’energia e supportando lo sviluppo di mercati più dinamici e partecipativi.
“Dal punto di vista energetico, il nostro ruolo attuale è trasportare un elettrone dalla rete di distribuzione alla batteria del veicolo. Guardando al futuro, e parlo di un dopodomani non troppo lontano, il nostro obiettivo è di rivoluzionare questo processo azionando scambi bidirezionali di energia – conclude Fea -. Questo ci permetterà, ad esempio, di bilanciare la rete elettrica, creando un sistema sempre più incentrato sull’utilizzo delle energie rinnovabili. Sebbene le nostre infrastrutture siano già pronte per questo salto qualitativo, il mercato attuale si trova ancora in una fase di adeguamento, a causa di limitazioni economiche e della necessità di raggiungere masse critiche sufficienti. Tuttavia, in Powy siamo convinti che questo cambiamento sia inevitabile e che avrà il potere di trasformare l’industria della mobilità elettrica in un vero e proprio catalizzatore della transizione energetica. Questa visione, che intreccia l’integrazione delle energie rinnovabili con lo scambio energetico tra veicoli e rete, non solo è estremamente affascinante ma rappresenta anche la scintilla che anni fa ci ha spinti ad innamorarci di questo settore e a sviluppare la nostra piattaforma. Miriamo a far sì che essa giochi un ruolo chiave in questo scenario innovativo, dove un semplice parcheggio può trasformarsi in una centrale elettrica virtuale, non in termini di produzione di energia, ma come fulcro per il bilanciamento della rete».