Non solo una moda elitaria per gli appassionati di sostenibilità e tecnologia, ma un tipo di veicolo sempre più interessante e conveniente, sul quale stanno investendo tutti i player del mondo dell’auto e che sta attraendo sempre di più i consumatori. Stiamo parlando dell’auto elettrica, salita alla ribalta a partire dal 2023, quando l’Europa ha stabilito che tutte le nuove auto vendute a partire dal 2035 non dovranno produrre emissioni di CO2, e rimasta al centro dell’interesse dei consumatori dopo i nuovi incentivi statali decisi in Italia nel 2024. Ma i fondi si sono esauriti in pochissimo tempo.
Leggi qui i dettagli della decisione dell’UE
Vediamo in questa guida tutto quello che serve sapere per essere pronti alla transizione elettrica.
Auto elettrica: che cos’è
Un‘auto elettrica è un veicolo alimentato esclusivamente da un motore elettrico, che utilizza l’energia immagazzinata in una batteria ricaricabile. A differenza dei veicoli con motori a combustione interna, le auto elettriche non emettono gas di scarico, contribuendo così a ridurre l’inquinamento atmosferico e le emissioni di CO2. La ricarica delle batterie può avvenire tramite stazioni di ricarica pubbliche o private, con tempi variabili a seconda della potenza dell’infrastruttura di ricarica. Grazie all’assenza di componenti meccaniche complesse come il motore a combustione, le auto elettriche tendono a richiedere meno manutenzione. Inoltre, offrono un’accelerazione immediata e silenziosa, migliorando l’esperienza di guida e riducendo l’inquinamento acustico. La tecnologia delle batterie e l’infrastruttura di ricarica sono in continua evoluzione, migliorando progressivamente l’autonomia e l’accessibilità di questi veicoli.
Auto elettrica: come sceglierla
L’auto elettrica porta benefici all’ambiente e vantaggi pratici per l’utente. Ma quanto può costare? Sono previsti incentivi per l’acquisto? Ci sono infrastrutture di ricarica a sufficienza nel nostro Paese? Come sono fatte le batterie? E quali sono i Paesi leader nella transizione automobilistica elettrica? A queste e altre domande vuole rispondere il nuovo saggio di Alessandro Abbotto, “Perché l’auto elettrica? Guida pratica”, edito da Scienza Express 2024 e disponibile dal 15 maggio 2024 a QUESTO link. Ecco una sintesi del volume, punto per punto.
Per scegliere il modello di auto elettrica maggiormente adatto alle proprie esigenze, occorre capire le diversità di proposte tra le varie aziende venditrici. Sono tre i possibili approcci utilizzati dalle case automobilistiche per la loro offerta di auto elettrica: le case full electric, le case tradizionali con modelli elettrici, gli adattamenti elettrici di auto termiche. Ma tutti non possono prescindere dalla stessa cosa: un’efficace vendita online.
Auto elettrica: gli incentivi per chi l’acquista nel 2024
Già da qualche anno sono stati messi a disposizione incentivi per l’acquisto di auto elettriche, uno dei punti fondamentali nello sforzo di transizione energetica italiano ed europeo. In particolare, per stimolare le nuove immatricolazioni e la transizione verso veicoli elettrici o a basse emissioni, il Governo Draghi aveva stanziato 650 milioni di euro per ogni annualità dal 2022 al 2024.
Poi sono arrivati i nuovi incentivi pubblicati in Gazzetta Ufficiale. Dal 3 giugno 2024 sono partiti i nuovi ecobonus per auto, moto e veicoli commerciali, ma le risorse disponibili si stanno rapidamente esaurendo. I fondi per le auto elettriche sono terminati in poche ore, mentre quelli per le auto usate sono finiti dopo circa dieci giorni. Tuttavia, è ancora possibile richiedere gli ecobonus per veicoli a basse emissioni sul portale Ecobonus del ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Anche per il 2024, gli incentivi auto mantengono il meccanismo suddiviso in tre categorie, cambiando solo le somme attribuite. Il governo ha stanziato un totale di 1 miliardo di euro per l’acquisto di veicoli a basse emissioni. Attualmente, al 4 luglio 2024, rimangono 99.368.533 euro per le auto Plug-in e 162.584.400 per le Euro 6 (61-135 g/km di CO2).
Sintesi degli Incentivi Auto 2024
Fasce di emissioni di CO2:
- 0-20 g/km di CO2
- Include auto elettriche e alcune plug-in.
- Tetto prezzo: 42.700 euro (IVA inclusa).
- Fondi esauriti in un giorno.
- 21-60 g/km di CO2
- Include la maggior parte delle auto plug-in.
- Tetto prezzo: 54.900 euro (IVA inclusa).
- 61-135 g/km di CO2
- Include modelli mild e full hybrid, benzina, diesel, GPL e metano.
- Tetto prezzo: 42.700 euro (IVA inclusa).
Principali punti degli incentivi:
- Sconto maggiore con rottamazione: Incrementato se l’auto rottamata è Euro 0, 1, o 2.
- Extra bonus del 25%: Per auto elettriche o ibride plug-in se l’ISEE dell’acquirente è inferiore a 30.000 euro, estendendo l’incentivo anche alla rottamazione di auto Euro 5.
- Neutralità tecnologica: Incentivi basati sulle emissioni di CO2, indipendentemente dal tipo di motorizzazione.
Situazione attuale a luglio 2024:
- Fondi per auto con emissioni 0-20 g/km esauriti rapidamente.
- Possibilità di sblocco di ulteriori fondi tramite nuovo DPCM, con 170 milioni ancora disponibili nelle casse dello Stato.
Lo stato dell’arte delle auto elettriche in Italia nel 2024
Le auto elettriche pure circolanti in Italia al 31 gennaio 2024 sono poco più di 222.711 con le immatricolazioni full electric che a inizio anno sono pari a 2.947 unità, con un calo del -11,61% rispetto allo stesso periodo del 2022. Si tratta di una stima di Motus-E sulla base delle immatricolazioni mensili al netto di un’ipotesi di radiato (dato consolidato disponibile con alcuni mesi di delay).
L’indagine: in Europa più di uno su due pronto a passare alle e-car
Una vasta indagine dell’Osservatorio europeo per i Carburanti alternativi condotta in 12 Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia, e diffusa il 20 giugno 2024, mostra una visione favorevole delle auto elettriche a batteria. Nonostante le preoccupazioni sui costi, il 57% dei conducenti di auto non elettriche sta considerando di passare ai veicoli elettrici.
L’impegno dell’UE a ridurre del 90% le emissioni di gas a effetto serra nel settore dei trasporti entro il 2050 — come stabilito nel Green Deal europeo e nella strategia per una mobilità sostenibile e intelligente — è in linea con questa tendenza. Il nuovo regolamento su un’infrastruttura per i combustibili alternativi promuove la realizzazione di infrastrutture di ricarica pubbliche in tutta l’UE.
Auto elettriche nel mondo: il “Global EV Outlook 2024”
Dal “Global EV Outlook 2024” emerge che nel 2023 le vendite globali di auto elettriche sono aumentate del 35% rispetto all’anno precedente, raggiungendo quasi 14 milioni di unità. Questo record è stato spinto principalmente dai mercati consolidati come Cina, Europa e Stati Uniti, ma anche da mercati emergenti come Vietnam e Thailandia, dove le auto elettriche hanno rappresentato rispettivamente il 15% e il 10% delle vendite totali.
Il report include anche un grafico che mostra l’andamento delle vendite di veicoli elettrici dal 2010 al 2023, evidenziando un trend di crescita costante che si prevede continuerà anche per l’anno in corso.
Auto elettriche nel mondo: i dati 2023
Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Mobility, a livello internazionale il mercato delle passenger car elettriche è molto cresciuto nel 2022, mentre in Italia è calato del 15%. L’incremento maggiore si è verificato in Cina (+82% rispetto al 2021), poi in USA (+51%) e in Europa (+15%), dove il numero complessivo di BEV e PHEV ha visto un tasso di aumento medio annuale del 70% dal 2018 al 2022, facendo passare la percentuale di immatricolazioni elettriche, sul totale, dal 2,5% al 22,9% in 4 anni (trend destinato a confermarsi nel 2023); al contrario, in Italia non si arriva nemmeno al 9%.
A guidare la crescita nel 2022, in cifra assoluta, Germania (oltre 820.000 unità), Regno Unito (quasi 370.000) e Francia (330.000), in percentuale invece Norvegia (quasi il 90% delle nuove immatricolazioni sono elettriche), Svezia (56%) e Danimarca (39%).
Come funzionano le auto elettriche: come e dove ricaricarle?
Ricaricare dalle colonnine per la ricarica dell’auto elettrica: dove trovarle, come usarle, i costi
La modalità di ricarica di un’auto elettrica è la stessa di un telefono cellulare, perciò dovremmo cominciare a considerare questo tipo di automobili alla stregua di dispositivi o, meglio, elettrodomestici. La ricarica delle auto elettriche può avvenire tramite le colonnine diffuse sul territorio, che però ad oggi in Italia – e non solo- sono in numero assolutamente insufficiente.
Secondo le proiezioni di EFAO Acea Pocket Guide 2020-2021, entro il 2025 circoleranno in Europa 12,5 milioni di veicoli elettrici, il che richiederebbe 3 milioni di punti di ricarica pubblici. Già oggi, i punti disponibili sono appena 200mila sugli 800mila necessari.
In Italia in particolare ci sono poco più di 27.000 punti di ricarica per auto elettriche suddivisi in circa 14.000 colonnine, in media una ogni 20 chilometri.
Ecco dove trovare le più vicine, i tempi e i costi di ricarica.
Come ricaricare un’auto elettrica?
Per ricaricare l’auto elettrica, occorre innanzitutto individuare su Internet o sulle apposite applicazioni la stazione di ricarica più vicina, per poi parcheggiare, collegare il cavo all’auto e avvicinare alla colonnina la card fornita dal gestore. In questo la ricarica di un’automobile elettrica si differenzia da una che va a benzina: è necessario essere dotati dell’apposita tessera magnetica, che permette di sbloccare lo sportello e inserire l’adattatore. A collegamento effettuato il display visualizzerà il contatore: è possibile verificare quanti KwH stanno riempiendo la batteria, proprio come fosse un serbatoio per il carburante. Quando la ricarica è terminata è sufficiente accostare nuovamente la card alla colonnina e scollegare il cavo.
Quali sono gli operatori delle colonnine di ricarica?
Un altro ostacolo alla ricarica è il fatto che non tutte le colonnine sono compatibili con tutte le tessere o sistemi di pagamento. L’interoperabilità, cioè la possibilità di usare la colonnina di un operatore e avere l’abbonamento con un altro, è oggi uno dei punti focali della creazione di un’infrastruttura di ricarica. Esiste un progetto internazionale per superare queste barriere: ne ha parlato a EconomyUp Roble Dorronsoro, Head of Merchant and Acceptance Southern Europe di Visa – il primo partner del ramo pagamenti ad entrare nell’alleanza.
Ma chi gestisce oggi i 27mila punti di ricarica auto in Italia? E quali operatori offrono l’interoperabilità? Qui una mini-guida.
Ricaricare on demand in mobilità
Dal 6 febbraio 2019 è attivo a Milano, in un progetto pilota, E-GAP, operatore di ricarica mobile per veicoli elettrici: chi possiede un veicolo e vuole farselo ricaricare potrà lasciarlo dove preferisce e, attraverso un’app dedicata, chiamare un addetto che eseguirà l’operazione al posto suo. Questo è reso possibile grazie all’utilizzo di Van elettrici di ricarica. Nel frattempo l’addetto potrebbe fornire altri servizi, come il lavaggio dell’auto. Tre i soci di E-GAP: Eugenio de Blasio, fondatore e presidente, già membro del board di Assorinnovabili; Daniele Camponeschi, ex CIO di Independent Power Producers; Alessandro Di Michele, ex CFO di Borsa Italiana. Progetto al 100% Made in Italy, è stato realizzato insieme al gruppo MetaSystem, specializzato in ricerca, sviluppo e produzione di elettronica applicata ai sistemi di sicurezza avanzati per i mercati automotive ed energia. Nel 2020 E-Gap ha siglato un accordo di collaborazione con Enel per permettere l’utilizzo del servizio anche tramite l’app JuicePass di Enel X.
Un altro progetto per offire servizi di ricarica on demand è la startup Reefilla, che offre una soluzione as a service per monitorare la batteria del veicolo elettrico e offrire un servizio di ricarica dove serve e quando serve. Nata dall’idea di 3 ex manager di FCA, Marco Bevilacqua, Pietro Balda e Gabriele Bergoglio, Reefilla è un progetto Incubato da I3P – Politecnico di Milano e accelerato da Motor Valley Accelerator e Plug&Play. Oggi in fase di testing sui veicoli elettrici dei maggiori marchi, prevede il primo lancio pilota su Milano e Torino per il secondo trimestre 2022.
Ricaricare con presa elettrica domestica
L’altro modo di ricaricare l’auto elettrica è attraverso la classica presa domestica, cioè a casa o nel condominio. Installare una wallbox nel proprio garage in un’autorimessa soggetta a Certificato per la Prevenzione Incendi (CPI) è un diritto di ciascun condomino. Non richiede alcun passaggio presso l’amministratore o l’assemblea purché si osservi la normativa. E, pur implicando alcuni precisi obblighi, si tratta di un’operazione del tutto percorribile e gestibile anche se, in alcuni casi, non economicissima.
Non si può però installare una presa qualsiasi: le batterie dell’auto potrebbero danneggiarsi perché le prese domestiche non sono progettate per essere usate per molte ore consecutive ad elevata potenza. Ma la presa industriale non è permessa, se non nelle pochissime autorimesse non sottoposte a Certificato Prevenzione Incendi. A questo proposito la normativa è alquanto complessa e farraginosa.
Quanto dura l’autonomia di un’auto elettrica?
Una delle principali sfide per le case automobilistiche interessate all’auto elettrica è la ricerca e lo sviluppo di batterie che consentano una maggiore autonomia e una rapida ricarica. Attualmente gli Electric Vehicle (EV) commerciali possono garantire un’autonomia media fino a 290 km a carica.
L’autonomia di guida di un’auto elettrica dipende anche da alcuni fattori esterni, quali lo stile di guida del conducente, la velocità, il tipo di percorso, le condizioni climatiche come forte vento contrario, il peso del veicolo e l’utilizzo di riscaldamento o condizionatore.
Esistono inoltre nuove tecnologie che permettono la produzione di auto elettriche con autonomia fino a ben 800 km a ricarica: le impiegherà primo in Europa Stellantis nel suo impianto di Cassino.
Tempo di vita delle batterie
Le batterie delle moderne autovetture elettriche, per la maggior parte al Litio (Li), sono piuttosto durature. Come riferiscono gli addetti ai lavori, c’è un decadimento delle batterie abbastanza marcato nei primi 30mila km, decadimento che poi si assesta su un tasso molto contenuto. In ogni caso la capacità della batteria resta compresa mediamente tra il 90% e il 95%, anche una volta raggiunti (e superati) i 200mila km. Per esempio la batteria della Tesla Model S perde in media meno del 15% della sua capacità originaria nel corso del ciclo di vita medio del veicolo (250mila km).
(Articolo aggiornato al 04/07/2024)