Il 22 marzo l’Osservatorio per le Smart Road del Ministero dei Trasporti ha dato l’ok a alla prima domanda di autorizzazione alla sperimentazione di veicoli a guida autonoma su strade pubbliche. Ma chi farà il primo test? Quando? E dove? Abbiamo fatto qualche domanda al MIT per saperne di più.
Auto a guida autonoma: a chi è stata data l’autorizzazione?
Il Ministero non dà il nome dell’azienda, ma spiega: “Il parere favorevole espresso all’unanimità dall’Osservatorio riguarda la prima richiesta di autorizzazione alla sperimentazione pervenuta al Ministero da una innovativa azienda italiana. L’impresa è anche il costruttore del veicolo oggetto della sperimentazione stessa”.
Quando e dove avverrà la sperimentazione?
“Il parere favorevole espresso dall’Osservatorio è propedeutico all’autorizzazione finale che deve essere rilasciata dalla Direzione Generale per la Motorizzazione ai sensi dell’art. 9 co. 1 del DM 70/2018. Quest’ultima, pertanto, sulla base dell’acquisito parere dell’Osservatorio, procederà alla verifica di idoneità tecnica alla circolazione del veicolo oggetto della sperimentazione (visita/test su strada). Solo a seguito dell’esito positivo di detta verifica, sarà rilasciata l’autorizzazione definitiva alla sperimentazione su strada pubblica del veicolo a guida automatica.
L’iter dovrebbe concludersi entro la metà del mese di aprile.
Ai sensi dell’art. 15 co. 2 del DM Smart Road, l’autorizzazione avrà la durata di 1 anno dal suo rilascio, rinnovabile dietro richiesta dello sperimentatore stesso. Ai sensi dell’art 15 co. 1 lett. b) e art. 17 co. 1 del DM 70/2018, la domanda di sperimentazione è stata corredata dal nulla osta dell’Ente gestore del tratto o dei tratti stradali in cui lo sperimentatore intende effettuare i test.
In questo specifico caso sarà interessato l’ambiente urbano e l’ultimo miglio tipo D, E, F delle città di Torino e Parma, in cui sono stati individuati precisi ambiti stradali entro i quali potrà svolgersi la sperimentazione, nel rispetto di tutte le prescrizioni, anche meteorologiche, dettate dal gestore della strada stessa, garantendo il rispetto massimo della sicurezza”.
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Quante domande sono arrivate per fare il test di guida autonoma?
“Ad oggi l’unica domanda di richiesta autorizzazione alla sperimentazione su strada pubblica di veicoli connessi e a guida automatica pervenuta è quella per la quale l’Osservatorio ha espresso recentemente parere favorevole e per la quale si prevede l’imminente rilascio dell’autorizzazione ad effettuare i primi test. L’auspicio ora è che la prima approvazione sia di impulso alla presentazione a breve di nuove domande di sperimentazione, garantendo sempre il massimo rispetto della sicurezza e consentendo al contempo lo sviluppo di attività innovative in grado di generare investimenti e sviluppo”.
Vislab potrebbe essere la prima azienda a testare l’auto autonoma in Italia: ecco perché
Questa non è una domanda rivolta al Ministero (che non ha risposto su chi ha presentato la domanda per il test), ma una conclusione alla quale siamo arrivati analizzando gli elementi in mano.
È la prima volta che il Ministero dei Trasporti parla dei test di auto a guida autonoma a Parma. Finora si è parlato soltanto di Torino, dove è stato scelto un percorso specifico per il test.
Abbinando l’elemento della città a chi farà il primo test, cioè un’impresa innovativa che ha costruito il prototipo costruttore del veicolo stesso, a noi è venuta in mente Vislab, spinoff dell’Università degli Studi di Parma che ha sviluppato un modello di driverless car. Per averne la certezza, abbiamo contattato Alberto Broggi, fondatore di Vislab, il quale, però, non ha voluto rilasciare commenti. Almeno per il momento.
Se così fosse, però, in tutta questa storia ci sarebbero due fatti interessanti da cogliere: il primo è che finora è stata presentata un’unica e sola domanda per sperimentare l’auto autonoma sulle strade pubbliche italiane; la seconda è che l’unica azienda che sperimenterà l’auto a guida autonoma sul suolo italiano è in realtà americana perché Vislab è stata acquistata nel 2015 dall’americana Ambarella per 30 milioni di dollari.
Due elementi che dovrebbero farci riflettere.