LA MOBILITÀ DEL FUTURO

Auto a guida autonoma: come funziona, i 5 livelli, le sperimentazioni in Italia

Le auto a guida autonoma circolano già sulle nostre strade, da Parma a Torino. Dai 5 livelli di guida, ai test, alla normativa, ecco cosa c’è da sapere

Pubblicato il 17 Gen 2024

Auto a guida autonoma

L’auto a guida autonoma è uno dei grandi trend del settore automotive, con sempre più sperimentaziono a livello globale e anche in Italia che si avvicinano a realizzare un concetto che soli pochi anni fa sembrava fantascientifico. In realtà, già da tempo circolano numerosi veicoli dotati di livelli base di autonomia, ma è da poco che si stanno affacciando sulla scena quelli più avanzati (dove non serve mettere mano al volante e, addirittura, prestare attenzione alla strada). Secondo le stime di McKinsey & Company, è previsto che entro il 2035 la guida autonoma potrà generare un volume di affari stimato tra 300 e 400 miliardi di dollari.

Come funziona la guida autonoma, e a che punto siamo oggi?

Che cos’è la guida autonoma e come funziona: i 5 livelli

In parole povere, un’auto a guida autonoma è un veicolo capace di guidare da solo grazie a una combinazione di sensori, telecamere, radar e intelligenza artificiale (AI): tecnologie che permettono di spostarsi tra diverse destinazioni senza necessità di intervento umano, su strade che non siano state pre-adattate allo scopo. Nel mondo dell’automotive è stata adottata una scala di classificazione da 0 a 5 che permette di valutare il livello relativo di automazione di ciascun veicolo. Si parla anche di 6 livelli perché, appunto, il primo livello è lo 0.

Livello 0, Nessuna automazione

Su tratta dell’auto tradizionale, in cui il conducente controlla l’auto senza alcun tipo di supporto da parte di un sistema di assistenza alla guida.

Livello 1, Assistenza alla guida

Con il primo livello di guida autonoma sono presenti sul veicolo ausili come cruise control adattivo, controlli elettronici di stabilità del veicolo (ESC), il supporto dinamico di frenata, i sistemi di mantenimento della corsia di marcia.

Livello 2, Automazione parziale

Nel livello 2, ci sono almeno due funzioni primarie automatiche di controllo del veicolo che agiscono congiuntamente (ad esempio cruise control adattivo combinato con il lane centering) e consentono al guidatore di cedere il controllo di alcune funzioni in situazioni limitate – per esempio, su un tratto di autostrada a velocità costante.

Livello 3, Guida autonoma limitata

Con il livello 3, si comincia ad avvicinarsi alla “vera” guida autonoma: il guidatore può cedere al sistema il pieno controllo delle funzioni critiche di sicurezza, ma limitatamente a precise condizioni di traffico e ambientali.

Livello 4, Automazione elevata

Il livello 4 indica una guida autonoma sostanzialmente piena, in cui il veicolo può svolgere tutte le funzioni critiche di sicurezza e monitorare costantemente le condizioni della strada per l’intero viaggio, ma non in condizioni meteo estreme. In un contesto limitato e in una situazione ben definita, il veicolo è in grado di muoversi anche senza la presenza di un conducente a bordo.

Livello 5, Automazione completa

Il livello 5 è il livello finale della guida autonoma: con questa tecnologia è richiesta solo l’indicazione della destinazione e l’avvio del sistema, senza altro intervento da parte del guidatore, in tutte le casistiche possibili.

Auto a guida autonoma

Che tecnologie usa la guida autonoma?

Guardando all’obiettivo di automazione completa, le auto a guida autonoma utilizzano (e utilizzeranno) una varietà di tecniche per rilevare l’ambiente circostante: radar, luce laser, GPS, visione artificiale.

Qui un approfondimento sui sistemi più utilizzati e cosa permettono di fare:

Guida autonoma: quali sono le tecnologie che permettono alle auto di guidare da sole

Auto a guida autonoma, storia della sperimentazione in Italia

Il nostro Paese è stato tra i primissimi a ospitare test su strada di automobili senza pilota, ma è apparso nel report stilato da KPMG sull’Autonomous Vehicles Readiness solo nella terza edizione pubblicata a inizio 2020. Nella speciale classifica, l’Italia si collocava al tempo nella ventiquattresima posizione (su 30 nazioni censite), mettendo in evidenza gli sforzi compiuti negli ultimi anni per recuperare terreno.

Il decreto a marzo 2018

Il 16 marzo 2018 l’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Del Rio, ha firmato il provvedimento che permette la sperimentazione delle driverless car sulle strade italiane. Con questo decreto si dà il via alla sperimentazione su strada di veicoli a guida autonoma. Il decreto, infatti, autorizza “costruttori del veicolo equipaggiato con le tecnologie di guida automatica, nonché istituti universitari e enti pubblici e privati di ricerca” alla sperimentazione delle auto a guida autonoma in Italia. Una mossa prevista nel Decreto Smart Road sull’ammodernamento digitale delle rete stradale nazionale.

I primi test a Torino nel 2018, le navette a guida autonoma nel 2022

Un primo mini-test, che era più che altro una sorta di dimostrazione pubblica, si era già svolto alla fine di ottobre 2018 a Torino. Si è trattato di un evento nato dalla collaborazione tra Tim, Ericsson e Comune di Torino per far conoscere e sperimentare le potenzialità della nuova rete 5G, ultraveloce e con basso tasso di latenza, attraverso servizi che saranno disponibili da Tim. Nell’ambito della due giorni di demo e prova dei servizi 5G rivolti al grande pubblico, un pilota ha guidato una vettura da remoto, restando dentro Palazzo Madama, e in piazza i passeggeri, tra cui Paola Pisano, assessore all’Innovazione del Comune di Torino, hanno viaggiato con la macchina che svoltava, accelerava e frenava da sola. Nel pomeriggio hanno potuto provarla i cittadini.

Il primo test su strada dell’auto a guida autonoma a Parma il 27 maggio 2019

Dopo le prove su circuiti, il 27 maggio 2019 sono iniziate le sperimentazioni dell’auto a guida autonoma a Parma. Il test è stato effettuato da Vislab: Spinoff dell’Università di Parma, VisLab è, nel 2019, la prima società autorizzata dal Ministero dei Trasporti a testare l’auto a guida autonoma su strada in Italia. Unica società ad aver ottenuto l’autorizzazione anche perché, come riferisce il ministero stesso, è la sola ad aver presentato la richiesta di autorizzazione. Ma, soprattutto, è una società americana: nel 2015, infatti, VisLab, è stata acquisita dalla statunitense Ambarella. Dunque, benché VisLab si presenti ancora come società italiana perché ha mantenuto la sede a Parma e il team italiano, è in realtà una società americana. Qui puoi leggere la sua storia

Auto a guida autonoma di Vis Lab
Il veicolo impiegato per le sperimentazioni è un Ambarella modello L. I collaudi consisteranno nell’esecuzione di sperimentazioni del sistema di guida automatica al fine di testare le capacità di circolazione del veicolo nel traffico cittadino. In particolare verranno testati i sistemi di percezione visiva e mediante radar, il sistema di pianificazione del percorso e il comportamento del veicolo nelle intersezioni, negli incroci e nelle rotonde.

La sperimentazione è stata effettuata lungo le tratte stradali adiacenti a Via 9 Novembre 1989, Via Indro Montanelli, Via Caduti di Nassirya, e anche su Viale delle Esposizioni, Via delle Scienze, Parco Area delle Scienze.

L’aggiornamento del Decreto Smart Road

La rielaborazione del decreto sulle Smart Road da parte del MIT nel 2020 autorizza la sperimentazione su strada anche a vetture prive di volante o pedali – finora non omologabili – con la logica di fornire nuovi mezzi di trasporto in un’epoca in cui i contatti personali vanno evitati sempre più. Il nuovo regolamento è ancora in fase di verifica da parte del Consiglio di Stato e potrebbe dare il via libera anche ai natanti da remoto, per poter avviare nuove sperimentazioni non solo sulla strada, ma anche sull’acqua.

L’aggiornamento del decreto permetterebbe quindi l’avvio di una nuova stagione di test non più ristretti alle strade private o a circuiti chiusi al traffico, ma che finalmente potrebbero conoscere le sfide della pubblica via, con tutte le difficoltà che gli automobilisti conoscono.

La sperimentazione di Teoresi a Torino nel 2021-2022

Nel 2021 la società Teoresi ha lanciato una sperimentazione con Torino City Lab e il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibil, con l’obiettivo di trasformare una city car elettrica, la XEV YoYo, in una smart car senza conducente.

Teoresi ha portato un prototipo della sua YOYO autonomy al Salone dell’Auto di Parigi 2022, famoso evento internazionale per l’automotive.

Guida autonoma, la sperimentazione di Teoresi per creare il “cervello” delle auto

La sperimentazione di Poste Italiane nel 2024

Poste Italiane ha annunciato un progetto per una nuova sperimentazione di auto a guida autonoma per la consegna dei pacchi. L’iniziativa rientra nella missione 4 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che punta alla mobilità sostenibile.

Il prototipo sarà sviluppato in ambiente protetto e sfrutterà in particolare “una innovativa piattaforma di sensori ed avanzati algoritmi di intelligenza artificiale per consentire la guida autonoma in ambienti urbani complessi”. Il bando di gara per l’affidamento del progetto è fissato per fine gennaio 2024.

Auto a guida autonoma: la normativa in Italia

La legislazione in merito è precedente all’epoca digitale. In Italia dobbiamo fare i conti con il Codice della strada che definisce veicoli tutte le macchine circolanti su strada guidate dall’uomo, escludendo quindi a priori – a una prima analisi – la possibilità di un’auto in grado di muoversi autonomamente.

Su questa base si innesta però l’adesione alla Convenzione di Vienna sul traffico stradale, che dalla sua nascita si presentava come meno restrittiva, contemplando più semplicemente la presenza di una persona in grado di controllare il veicolo. Proprio grazie alla Convenzione si sono svolti vari test nel nostro Paese, dal primo nel lontano 1998 – quando una Lancia Thema macinò quasi 2.000 km per tutta la penisola guidandosi da sola per il 94% del tempo – fino al febbraio 2018. quando l’avvento del sopracitato Decreto Smart Road (D.M. n. 70) ha riorganizzato la materia mettendo dei paletti più rigidi introducendo nuove regole per la sperimentazione di veicoli a guida autonoma su strade pubbliche.

Il testo, oltre a identificare i veicoli driverless come dotati “di tecnologie capaci di adottare e attuare comportamenti di guida senza l’intervento attivo del guidatore, in determinati ambiti stradali e condizioni esterne”, ha istituito anche un apposito osservatorio tecnico mirato a coordinare le varie iniziative e sperimentazioni e, allo stesso tempo, a supporto di studi, ricerche e approfondimenti in particolare sul tema della sicurezza.

A luglio 2022, con l’entrata in vigore dell’articolo 34 bis della Convenzione di Vienna, la definizione è cambiata di modo da considerare il “pilota automatico” della guida autonoma come guidatore, dando di fatto il via libera dell’EU alla circolazione su strada di auto senza conducenteLa modifica deve tuttavia ancora essere introdotta nel quadro legislativo italiano (e di tutti gli altri paesi aderenti).

Auto a guida autonoma: a che punto è la normativa in Italia e in Europa

Vantaggi e rischi dell’auto a guida autonoma

Allo stato attuale ci sono diversi ostacoli da superare per una guida autonoma universalmente considerabile sicura, sottolinea un Report di EY del 2021 sulla mobilità del futuro. In primis un tema etico: in alcune situazioni l’Intelligenza Artificiale potrebbe trovarsi a dover scegliere se preservare prima di tutto l’incolumità del passeggero o se minimizzare il rischio complessivo. L’esempio che molti fanno: se un’auto a guida autonoma sta per investire un bambino, dovrà sterzare mettendo a rischio la sicurezza del guidatore o proseguire rischiando di ferire il bambino? Infine l’iperconnessione dei mezzi di trasporto pone una complessità significativa in termini di rispetto della privacy dei passeggeri e vulnerabilità ad attacchi malevoli, che possono arrivare fino al furto o al dirottamento del veicolo stesso.

D’altro canto, bisogna tenere in considerazione che, come riportanto anche dal Dipartimento del Trasporto deli Stati Uniti, il 94% degli incidenti gravi è dovuto all’errore umano: i veicoli a guida autonoma possono dunque ridurre in modo sostanziale i danni e la perdita di vite umane. Altri vantaggi sono legati alla maggiore accessibilità e quindi alla libertà di movimento di cui potrebbero godere molte più persone, tra i quali disabili e anziani. Per non parlare della gestione ottimizzata del traffico, che ridurrebbe sia i tempi di percorrenza sia le emissioni.  

(Articolo originariamente pubblicato nel 2019 e aggiornato al 17/01/2024)

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

E
Redazione EconomyUp
email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 4