Proseguono spediti gli investimenti strategici di Amazon nella guida autonoma: il colosso americano ha recentemente ordinato 1.000 camion driverless a Plus Autonomous Truck, una startup di veicoli industriali che ha sviluppato un software basato sull’intelligenza artificiale finalizzato all’implementazione di sistemi di guida autonoma. La notizia è stata divulgata da Bloomberg, che ha anche precisato le condizioni – sebbene non siano ancora state confermate dalle due compagnie – e i dettagli di quest’accordo: il gigante di Seattle comprerà fino a 420 milioni di azioni privilegiate a circa 47 centesimi di dollaro ciascuna. In pratica, Amazon si assicurerà una quota del 20% della società, valutata oggi 3,3 miliardi di dollari, con un investimento di quasi 200 milioni di dollari.
Amazon e la guida autonoma: addio alla figura del conducente?
Si tratterebbe di un’operazione funzionale al superamento di un problema molto attuale come la carenza di manodopera, che sta avendo notevoli ripercussioni sull’industria dei trasporti, tra ritardi nelle consegne e aumento dei costi. Naturalmente non sarà semplice disarcionare una figura, ad oggi così centrale per la filiera, come quella del conducente: ci vorranno anni e soprattutto tecnologie più avanzate. Il sistema PlusDrive di Plus Autonomous Truck per il momento, infatti, non può ancora fare a meno della presenza di un autista umano dotato di licenza, che possa intervenire e riprendere il controllo della vettura, nel caso si verificassero malfunzionamenti e situazioni impreviste. Ai piani alti dell’azienda sono però convinti che, in un futuro neanche troppo lontano, le cose possano cambiare: David Liu, CEO di Plus Autonomous Truck, ha fatto sapere che la società spera di commercializzare almeno un esemplare di autoarticolato privo di conducente entro la fine del 2024.
Tutti i passi di Amazon verso la guida autonoma
L’unica certezza che ad oggi abbiamo è la volontà di Amazon di intensificare gli investimenti nel settore driverless. Basti pensare che questa partnership è solo l’ultimo di una serie di passi percorsi dalla creatura di Jeff Bezos in questa direzione. In principio, nello specifico alla fine del 2018, ci fu spazio per il progetto AWS DeepRacer, una riproduzione in scala 1/18 di auto a guida autonoma per aiutare i programmatori nello sviluppo di software di machine learning utili alla causa. Poi fu la volta, nel 2019, del maxi round di finanziamento (circa 530 milioni di dollari) per la startup Aurora, che si concentra nello sviluppo di sistemi hardware e software per le auto a guida autonoma, a cui Amazon contribuì con ingenti risorse. Lo scorso anno invece toccò a Zoox, startup di veicoli autonomi che sta lavorando per fornire il primo servizio di robotaxi, acquistata per 1,2 miliardi di dollari, nonostante avesse una valutazione di mercato superiore ai 3 miliardi.
Obiettivo finale: tagliare i costi di spedizione
I motivi dietro questa strategia sono presto detti: da un lato Amazon, per vincere la serrata concorrenza, sta puntando sulla diversificazione della propria offerta di business, penetrando nei mercati più disparati al fine di rispondere alle differenti esigenze degli utenti e aumentare di conseguenza il loro grado di soddisfazione; dall’altro appare evidente la volontà di rivoluzionare il suo sistema di consegna, costruendo una propria rete logistica, indipendente da terze parti, con cui tagliare i costi di spedizione. Per riuscirci, nel breve termine dovrà accontentarsi della flotta di veicoli commerciali elettrici che sta allestendo. Sul lungo si cercherà il bersaglio grosso rappresentato dalla tecnologia Self Driving Car.