Cosa significa l’arrivo del 5G per l’industria automotive?
“Negli anni a venire lo standard di comunicazione mobile sarà un’importante leva di sviluppo per l’economia: molte aziende di diversi settori stanno esaminando nuove opportunità e nuovi scenari aperti dal 5G per prepararsi a un futuro connesso e investire nella digitalizzazione dei processi”
Così Riccardo Mascolo, Head of strategy and 5G for Industry di Ericsson Italy, introduce le opportunità del 5G per il settore automotive all’evento di Telco per l’Italia tenutosi il 16 dicembre 2020. E porta ad esempio il progetto Fabbrica56 sviluppato con Daimler-Benz e Telefonica Deutschland: la prima rete 5G per l’assemblaggio di veicoli e per sviluppare un nuovo modello di produzione.
Lo stabilimento, che sorge vicino a Stoccarda, è stato creato partendo da quattro parole chiave: flessibilità, digitalizzazione, efficienza e sostenibilità. Il suo obiettivo comincia dal creare nuovi standard di produzione per Mercedes-benz, con il fine ultimo di dare vita a nuovi modelli operativi per l’industria automobilistica nel suo complesso.
“Nello stabilimento, tutti i dati convergono tramite il 5G, che è unico layer di connettività dell’azienda, svincolandola dall’alimentazione del wi-fi” ha spiegato Mascolo, “Quindi il 5G è la piattaforma di digitalizzazione scelta da Mercedes, che prevede un’elaborazione centralizzata di tutti i dati, in modo da rendere la fabbrica intelligente”.
Questo paradigma permette di riorganizzare rapidamente la produzione, e potrebbe portare a scenari di personalizzazione sulla produzione di massa: colore, materiali o optional su richiesta del cliente pur restando nell’ambito della produzione di serie.
All’interno dello stabilimento, il 5G è essenziale per la corretta coordinazione di carrelli automatizzati per il trasporto dei semilavorati, la taratura degli strumenti elettronici utilizzati per completare il montaggio dell’auto, e il caricamento di informazioni di feedback l’intelligenza artificiale nelle auto.
“Il 5G deve essere veramente considerata la piattaforma su cui si baserà l’open innovation” conclude Mascolo, “mentre sarà necessario abilitare la domanda dell’enterprise, supportando modelli a servizio degli investimenti”
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