Rapporti

Mini-bond, arriva il primo censimento italiano

A due anni dall’introduzione di questi strumenti di finanziamento alternativi, l’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano presenta un report completo. Ecco alcuni numeri: 86 imprese emittenti (di cui 34 Pmi), 96 emissioni (pari a 5,7 miliardi di euro) e 29 fondi censiti

Pubblicato il 23 Feb 2015

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I mini-bond sono nati con l’obiettivo di diventare uno strumento di finanziamento per le Pmi alternativo al credito bancario. Hanno creato un nuovo mercato, con un segmento borsistico dedicato (ExtraMOT Pro), che si sta popolando di attori come fondi di investimento specializzati, banche, intermediari, società di consulenza e società di rating.

Per monitorare il mercato di questi titoli, la School of Management del Politecnico di Milano ha istituito un Osservatorio ad hoc, che si concentra in particolare sugli effetti che questi strumenti hanno nella competitività delle imprese e del sistema economico.

Il 25 febbraio (ore 10,30, aula BL27.01) viene presentato il primo Report italiano sui mini-bond, che elenca e analizza gli attori della filiera, le emissioni fatte finora e le prospettive future. A introdure il rapporto è Giancarlo Giudici, direttore scientifico dell’Osservatorio Mini-Bond. Un primo bilancio lo tracceranno Marco Liera, fondatore YouInvest, Stefano Firpo, capo segreteria tecnica MISE, Mauro Alfonso, amministratore delegato Cerved Rating Agency, Vittorio Fiore, partner Deloitte, Pietro Poletto, Head of Fixed Income Markets, Borsa Italiana – London Stock Exchange, Anna Gervasoni, direttore generale AIFI.

Ecco alcuni numeri. Dal novembre 2012 al 31 dicembre 2014 sono state 86 le imprese che hanno emesso mini-bond, di cui 34 Pmi.

Le emissioni sono state 96, in gran parte obbligazioni ma compaiono anche 7 cambiali finanziarie. 75 mini-bond, al di sotto dei 50 milioni, sono stati emessi da Pmi.

Il valore nominale totale dei mini-bond è pari a 5,7 miliardi di euro (726,3 milioni di euro, considerando solo le Pmi). Quanto alla scadenza, si osserva una netta concentrazione sul valore di 5 anni, soprattutto per le grandi imprese. Per quanto riguarda la cedola, in 86 casi su 96 è stata fissata all’inizio del prestito, mentre in 10 casi è stata legata a un benchmark variabile nel tempo.

Il valore medio della cedola fissa per l’intero campione è pari a 6,14%, quello mediano è il 6%. I mini-bond del campione sono associati a un rating nel 33,3% dei casi, soprattutto per le grandi imprese.

Sulla scena sono arrivati anche fondi di private debt, ovvero fondi specializzati nell’investimento in mini-bond. La ricerca ha censito 29 iniziative ai nastri di partenza, di cui 11 risultano avere già effettuato investimenti.

In gran parte si tratta di fondi chiusi, gestiti da SGR italiane o da veicoli esteri. Nel complesso, la stima delle risorse disponibili, in caso di avvio di tutti i fondi, sarebbe pari a 6 miliardi di euro.

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