Buoni risultati per la meccanica made in Italy. Nei primi sei mesi del 2014, la maggior parte delle imprese del comparto (l’83,6%) ha registrato una crescita o una stabilità dei fatturati. Una parte altrettanto consistente di aziende, il 75,8%, ha lasciato intatto il proprio livello occupazionale.
Gli ordinativi permettono di sostenere le esigenze finanziarie di quasi sei aziende su dieci e la liquidità è giudicata sufficiente o buona dall’87,4%. Numeri incoraggianti che portano il 45,1% degli imprenditori a ritenersi ampiamente soddisfatto dell’andamento aziendale e il 44,5% mediamente appagato. Solo il 10,4% non lo è per nulla.
Allo stesso modo, si guarda con fiducia al semestre successivo: sei aziende su dieci prospettano una stabilità dei fatturati mentre tre su dieci attendono un incremento. Sul fronte occupazione si prevede che la situazione rimarrà stabile così come su quello del portafoglio ordini.
Questa la fotografia delle imprese del comparto italiano della meccanica scattata dall’Osservatorio di Mecspe (la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione, la cui prossima edizione è in programma dal 26 al 28 marzo 2015 alle Fiere di Parma) realizzato dalla società Senaf.
“L’elevata presenza di decisori aziendali durante Mecspe, lo scorso marzo, ci aveva già fatto pensare a un comparto che guarda con fiducia al futuro e vuole tornare a investire sui processi produttivi. La nostra indagine non fa che confermarlo”, commenta Emilio Bianchi, direttore di Senaf. “Tre imprese su dieci dichiarano di aver investito in questi primi sei mesi oltre il 10% del proprio fatturato, e per oltre quattro imprese su dieci i prossimi tre anni saranno all’insegna di una crescita del mercato”.
Ma quali sono le imprese che hanno ottenuto performance migliori e si dicono più soddisfatte? Come emerge dai dati dell’Osservatorio, i fatturati aumentano per le imprese che innovano (per il 49,1% contro il 30,4% di chi non lo fa), che puntano sulla formazione dei propri dipendenti (48,7% contro il 18,5%) e che scelgono la via dell’internazionalizzazione (47% contro il 34%).
Innovazione e formazione sono anche la ricetta della soddisfazione per l’attuale andamento aziendale, dal momento che chi investe in questo senso è sensibilmente più appagato. Si registrano invece grandi difficoltà legate al ruolo giocato dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione: l’89,8% degli imprenditori ritiene critica la burocrazia, l’85,9% si lamenta degli aspetti fiscali, il 75,5% teme i tempi della giustizia mentre il 74,1% si lamenta dell’incertezza normativa. Tra le criticità le imprese segnalano anche il costo della forza lavoro (80,2%), la concorrenza (77,9%) e i tempi di pagamento (70,6%).