LA BUONA ECONOMIA

I dipendenti vanno in ferie? L’impresa fa più affari (e mozzarelle)

L’azienda casearia marchigiana Sabelli ha lanciato un programma di benefit per i suoi collaboratori che ha migliorato le performance produttive e la qualità dei prodotti. Gli effetti sono evidenti: il fatturato è arrivato a 68 milioni e il bacino di vendite si è esteso anche al Sud, dove la concorrenza locale è agguerrita

Pubblicato il 18 Mar 2014

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Simone Mariani, ad di Sabelli

Chi produce mozzarelle di solito non punta sulla tecnologia come prima risorsa per innovare. L’innovazione più efficace è quasi sempre una: realizzare un prodotto più buono, o nuovo, e a un prezzo competitivo. È quello che ha provato a fare anche la Sabelli, un’azienda di produzione casearia di Ascoli Piceno. Ma oltre a lavorare sulla qualità delle materie prime e sull’introduzione di nuovi prodotti, l’impresa marchigiana, tra le prime in Italia nel settore, ha adottato una strategia che di questi tempi può apparire un po’ controcorrente: rendere la vita più facile a chi quei formaggi li fa giorno per giorno.

Così, forte anche di un fatturato che ha continuato a crescere di un 6-7% all’anno persino durante la crisi, ha deciso di mettere in campo un programma organico di benefit aziendali per i dipendenti, rinnovando una tradizione che va avanti sin dai primi anni di vita della società. La produttività, da queste parti, si stimola in questo modo. “In un’azienda a gestione familiare come questa c’è da sempre una sensibilità particolare nei confronti dei collaboratori: è una scelta che è stata fatta a suo tempo da mio nonno Archimede e a cui abbiamo cercato di dare ulteriore sostanza”, dice l’amministratore delegato Simone Mariani, nipote del fondatore della Sabelli.

Il progetto è stato formalizzato nell’ambito di un accordo di secondo livello stipulato a inizio 2013 che garantisce all’azienda maggiore flessibilità dei lavoratori in termini di ore lavorate e straordinari. “Per un’impresa come la nostra, che lavora molto just in time, sapere di poter riprogrammare la produzione con poco preavviso è determinante”, spiega l’ad dell’azienda, che dà lavoro a 150 addetti.

I vantaggi a favore dei dipendenti sono di vario tipo. A partire dalle agevolazioni economiche come il premio aziendale annuale, calcolato sulla base di tre parametri: la produttività complessiva dell’azienda, l’abbassamento della soglia di assenteismo e il livello di adesione a certe buone prassi come la collaboratività, le performance in team e l’attenzione massima all’igiene (in questo caso, si intende soprattutto la cura per l’abbigliamento di lavoro. Con questa misura la Sabelli ha visto migliorare il rispetto delle regole interne da parte del personale e ridurre in un anno del 10% il tasso di assenze all’interno dello stabilimento. “Siamo passati da un livello di assenteismo discreto, ma non drammatico, a uno molto più sostenibile”, sottolinea Mariani.

Ma le iniziative per chi lavora non si fermano al premio aziendale. La Sabelli ha finanziato tre borse di studio per i figli dei dipendenti

che hanno riportato i migliori voti all’esame di maturità e buoni acquisto del valore di 4 euro al giorno spendibili nello spaccio aziendale (in cui i collaboratori dell’azienda hanno diritto anche a uno sconto del 20% su ogni prodotto). In più, ha garantito un benefit particolarmente gradito: la possibilità, a rotazione, di chiedere due settimane di ferie tra luglio e agosto, il periodo più critico per l’azienda dal punto di vista dell’impegno produttivo, dal momento che i picchi si concentrano proprio in questi mesi.

“Quest’ultima non è un’agevolazione nuova ma la riconferma di un benefit che già mio nonno Archimede aveva deciso di accordare a suo tempo perché considerato estremamente importante dai dipendenti, nonostante si tratti del momento di massima produzione durante l’anno”, racconta l’amministratore delegato.

Quanto questa strategia stia portando frutti in termini di produttività è ancora presto per stabilirlo. Tuttavia, aggiunge Mariani, aver coinvolto tutti i dipendenti con progetti specifici sta premiando in termini di qualità: “il prodotto finisce nelle bocche dei consumatori ogni giorno e si è percepito immediatamente che è più buono”.

La dimostrazione di questo miglioramento è arrivata, indirettamente, anche dalle vendite, visto che l’azienda ha chiuso il 2013 con 68 milioni di euro circa di ricavi. “Anche grazie all’introduzione di nuovi prodotti – specialità meridionali come la stracciatella, la burrata e i rotoli di mozzarella farcita – riusciti a differenziarci nella fascia medio-alta del mercato e a penetrare zone d’Italia come il Sud, dove in passato eravamo meno presenti e in cui la concorrenza è agguerrita”, commenta l’ad della Sabelli. “Durante la crisi, abbiamo rosicchiato quote di mercato ai concorrenti e ora siamo più attrezzati per approcciare i mercati esteri, soprattutto quelli europei. Potremmo dirci pienamente soddisfatti se non ci fosse stato, contemporaneamente, un calo delle marginalità di 10-15 punti percentuali a causa del pesante aumento delle materie prime, in particolare il latte”.

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