C’è chi fornisce accessi gratuiti alla palestra o sconti per i biglietti del cinema. Chi ha attivato un servizio di auto condivise e organizza gare culinarie a tema. E chi si è spinto ancor più in là, aprendo un centro benessere in una delle proprie sedi. Sono questi alcuni dei vantaggi che offrono ai dipendenti le prime tre aziende classificate al Best Workplace 2017, la graduatoria stilata dall’Istituto Great Place to Work, che ha messo in fila i migliori ambienti di lavoro in Italia nel 2017, sulla base dei giudizi dei lavoratori. Una classifica che dimostra come investire sul benessere delle persone può trasformarsi in valore aggiunto per le aziende. Perché lavorare è importante, ma farlo in luogo accogliente e stimolante è anche meglio. E se le grandi aziende lo hanno capito da tempo, è il momento che anche le Pmi italiane sviluppino maggiore consapevolezza nei confronti del welfare aziendale. In ballo c’è il futuro di entrambi.
D’altra parte, le recenti indagini sul settore mostrano come dipendenti e collaboratori cerchino un nuovo “valore del tempo” e quanto la possibilità di avere un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale guidile scelte dei singoli individui. Un tema importante, che è al centro dell’ebook “Qualità della vita in azienda, motivazione e welfare: gli elementi chiave del futuro di una Pmi italiana” (scaricabile gratuitamente a questo link) realizzato dalla società francese Sodexo. Secondo una recente ricerca dell’Institute Think, poi, negli ultimi tre anni il 40% dei lavoratori intervistati sostiene che la loro motivazione sul posto di lavoro è “sicuramente diminuita”. Tra i principali fattori demotivanti ci sono: qualità della vita scadente, mancanza di riconoscimento per gli sforzi profusi; mancate promozioni, benefit o scarsità del compenso. In generale, secondo la ricerca già citata, l’89% dei lavoratori intervistati ritiene che un equilibrio migliore tra vita lavorativa e vita privata favorirebbe un impatto significativo sui risultati economici dell’azienda. Più nel dettaglio, nel medesimo studio, il 69% dello stesso campione ritiene che il datore non metta in campo sufficienti iniziative per un corretto bilanciamento tra lavoro e vita personale. E in quest’ottica la richiesta da parte loro è chiara: maggior numero di riconoscimenti (42%), chiarezza nei percorsi di carriera (41%), pari opportunità (37%), e interesse per il lavoro svolto (35%).
Peraltro investire su un modello di welfare aziendale efficiente sembra porti vantaggi significativi anche per le imprese. Coloro i quali hanno attivato almeno una misura concreta a favore dei dipendenti rilevano miglioramenti generali nell’atmosfera sul luogo di lavoro; aumento della produttività; miglioramento della reputazione dell’azienda. La maggior parte dei leader aziendali (il 90% degli intervistati nella ricerca) è inoltre convinto dell’impatto positivo sulle performance aziendali, di azioni a favore di sitemi di valutazione, riconoscimento e incentivazione di dipendenti. Anche se manca ancora in realtà, un’applicazione metodica di tali misure, adottate spesso in maniera insufficiente alle reali necessità dell’azienda.
È chiaro che, parlando di welfare, i comportamenti da poter mettere in atto possono variare a seconda dei casi. Tuttavia esistono una serie di suggerimenti pratici riconducibili alle dimensioni della qualità della vita, che chiunque si trovi a gestire del personale potrà attivare in poco tempo. Così da migliorare il clima aziendale. Una soluzione molto apprezzata, per esempio, è quella di agevolare stili di vita corretti e virtuosi – partendo dall’alimentazione – e contribuendo, magari attraverso l’emissione di buoni pasto, a una dieta sana e bilanciata da parte del lavoratore. Altro fattore positivo potrebbe essere la possibilità di organizzare momenti di convivialità, con l’obiettivo di far conoscere reciprocamente i membri dell’azienda. Ben accetti anche la flessibilità degli orari di lavoro e gli investimenti nella strumentazione professionale in grado facilitare il lavoro. Oltre ai riconoscimenti per gli sforzi profusi e la crescita professionale.
In sintesi, secondo un’analisi del Great Place To Work, si evidenziano almeno due elementi principali in relazione all’attuazione di politiche di welfare aziendali: 1) si lavora meglio dove l’azienda predispone servizi che vanno in contro ai bisogni personali del lavoratore; 2) se l’azienda pone le basi per un miglior rapporto di lavoro con i propri dipendenti, guadagna di più.