In un contesto aziendale, a seconda del manager o director con cui si parla, le parole “millennial”, “innovazione”, “apertura” suscitano di volta in volta disorientamento, ottimismo e in alcuni casi un latente senso di inadeguatezza.
Che le imprese debbano costantemente trasformarsi e innovare per garantirsi un futuro di successo è noto. Tuttavia non è affatto semplice (r)innovarsi per le imprese europee, che fanno i conti con un mercato del lavoro poco dinamico e una forza lavoro più esperta – mediamente più in là con gli anni – rispetto a quella dei nuovi competitor affacciatisi in ogni settore dell’economia grazie al digitale.
E se il problema legato al rinnovamento dell’azienda non fosse solo quello di assumere forze fresche tra i millennials, ma piuttosto quello di creare un “mindset innovativo” tra i propri collaboratori che permetta di proiettare l’azienda verso il futuro? E se fosse davvero possibile costruire la cultura dell’innovazione in imprese tradizionali, talvolta dalla storia centenaria?
L’esperienza dell’ultimo Hackathon di Generali – tenutosi a Venezia il 16 e 17 marzo – è stata illuminante e ha mostrato in modo tangibile quanta energia positiva possono sviluppare i dipendenti di una delle imprese che in Italia hanno più storia. Sul canale Youtube di Generali Italia sono state raccolte le testimonianze video direttamente dai coraggiosi partecipanti al #GeneraliHack, che hanno sviluppato idee di business a partire dalle linee guida della direzione aziendale in un evento non-stop di 48 ore.
Tra i tanti punti di forza del #GeneraliHack, il coinvolgimento dei dipendenti insieme con gli agenti della rete di vendita di Generali ha permesso di aprire gli orizzonti e impostare un processo di innovazione collaborativo e condiviso, ricercando la contaminazione proprio con coloro che vivono in prima persona il contatto diretto con i clienti e utenti delle assicurazioni del Leone.
di Andrea Cavallaro, Laura Cavallaro, Angela Malanchini, Marco Planzi