Professioni

Dateci più profili hi-tech e riporteremo il lavoro in Italia

Nei prossimi 10 anni saranno 2 milioni le opportunità di impiego per chi ha competenze tecnologiche. Molte aziende italiane realizzano progetti software in India, Ucraina, Tunisia, ma sarebbero contente di trovare le risorse in casa. Perché l’offshoring è una necessità, non una scelta

Pubblicato il 24 Feb 2017

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Marcello Ricotti, Ceo di Ariadne

La maggior parte delle professioni legate al mondo hi-tech assicurano percorsi di carriera stimolanti, interessanti con una forte componente creativa; purtroppo c’è davvero troppa poca cultura attorno a questi ambiti: parliamo di professioni che permettono di trovare lavoro OVUNQUE nel mondo, ampliando in modo incredibile gli orizzonti di chi cerca lavoro.

È necessario incentivare i giovani ad intraprendere questi percorsi tecnici avvicinando molto di più il mondo scolastico/accademico e quello del lavoro, facendo capire che si tratta di una professione qualificata, gratificante e molto richiesta.

I numeri ci danno assolutamente ragione: secondo gli ultimi dati, nei prossimi 10 anni, ci saranno 2 milioni di opportunità di lavoro per i profili che definiamo tecnici. I giovani che si laureano in Ingegneria nelle università del nord italia, anche solo con la laurea triennale, sono bombardati di offerte ancora prima di laurearsi: non parlo di offerte di tirocini o stage ma di assunzioni a tempo indeterminato da subito. E in un momento in cui la disoccupazione giovanile si attesta intorno al 40% non è proprio un dato insignificante.

Molte aziende italiane – dalle più piccole a quelle più strutturate – si sono organizzate già 10-15 anni fa per realizzare i progetti software di cui hanno bisogno con centri di sviluppo in India, Ucraina, Tunisia: ma se trovassero le risorse in Italia, anche da formare e su cui investire, sarebbero solo contente di riportare qui il lavoro; l’offshoring andava molto di moda nei primi anni 2000 ed oggi è una necessità, per la mancanza di risorse, non una scelta: l’ingegnere e il tecnico italiano, formato dalle nostre università non ha eguali nel mondo. Davvero.

* Marcello Ricotti è Ceo di Ariadne, società di web engineering di Torre d’Isola (Pavia) focalizzata sullo sviluppo di portali complessi e integrazione di contenuti, processi e applicazioni

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