Cybersecurity, quanto costa non investire per difendersi

Il 22% delle imprese ha perso clienti, il 29% ha visto ridursi il fatturato, il 23% ha perso opportunità di business. Il Report annuale di Cisco rivela l’impatto degli attacchi informatici. E i rischi sono destinati ad aumentare con la trasformazione digitale della manifattura e il diffondersi dell’Internet of Things

Pubblicato il 10 Feb 2017

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Il 22% delle imprese ha perso clienti in seguito a un attacco informatico andato a buon fine e il 40% di queste ha perso oltre il 20% della propria customer base. Il 29% delle imprese ha subito contrazioni di fatturato, mentre il 23% si è visto sfuggire delle opportunità di business. Bastano questi numeri per comprendere quanto la cybersecurity sia un affare serio, anzi qualcosa di necessario per proteggere gli affari di qualsiasi impresa.

CHI VIENE ATTACCATO, INVESTE SUBITO PER LA DIFESA

Questi numeri arrivano da l’edizione 2017 dell’Annual Cybersecurity Report (ACR) di Cisco, che analizza il modo in cui i CSO (Chief Security Officer) delle aziende di 13 Paesi vedono la situazione: la più ampia fotografia oggi disponibile grazie anche ai dati generati da milioni di sensori. Lo sviluppo e la diffusione di oggetti connessi, nella manifattura ma non solo, aumenta ovviamente le minacce di spam. E sta facendo crescere la sensibilità delle aziende. Dopo aver subito una violazione, il 90% delle imprese ha investito risorse per migliorare tecnologie e sistemi di difesa contro le minacce. In molti casi la funzione Sicurezza viene separata dall’IT (38%), ma viene anche potenziat la formazione dei dipendenti (38%) e si fa ricorso a tecniche finalizzate a ridurre gli impatti degli eventuali attacchi (37%).

PREVENIRE GLI ATTACCHI È IMPORTANTE QUANTO DIFENDERSI

Cisco è la capofila del progetto Filierasicura, che ha come obiettivo la creazione di una cornice per l’individuazione e lo sviluppo di competenze, tecniche e strumenti (sia hardware sia software) per proteggere dagli attacchi informatici non solo le supply chain delle aziende italiane, ma anche le infrastrutture critiche nazionali. «È necessario creare un ecosistema che accolga questi strumenti e che ne promuova lo sviluppo con regole e standard certi perché risultino realmente efficaci», diceTony Jeffs, Advance Security Research & Government di Cisco. «In particolare se parliamo di soluzioni predittive, capaci cioè di modificare i parametri di privacy e sicurezza dei sistemi in funzione dei comportamenti riscontrati».

La trasformazione digitale delle imprese, quindi, dovrà andare avanti di pari passo con lo sviluppo di una cultura della sicurezza, a tutti i livelli aziendali. Anche perché gli impatti sul business saranno sempre più evidenti. Nel bene e nel male.

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