L’Hardware medicale. Potrebbe essere questa la nuova frontiera di start up e investitori. Del resto, l’invecchiamento della popolazione e l’allungamento della vita umana comportano sempre maggiori sforzi sanitari in tutto il mondo; cresce la richiesta di apparecchiature mediche più efficienti e meno costose. Sarà per questo che l’associazione Italian Angels for Growth, il principale gruppo italiano di investitori business angel, ha deciso di puntare in alto, investendo a Zernike MetaVentures (per il Fondo Ingenium Emilia Romagna) la cifra di 900 mila euro sulla startup bolognese Angiodroid srl, operante nel settore delle tecnologie medicali.
Si tratta di un first round – startup investment volto allo sviluppo di nuovi prodotti e della rete commerciale in Europa, India, Canada, Medio Oriente, Cina, Brasile, Africa.I business angel di IAG hanno attualmente in portfolio altre tre startup medicali: Margherita Fingerguard, Sedici Dodici e Win, tutte fondate in Italia da ricercatori, ingegneri, innovatori italiani.
“L’Italia esprime eccellenza sia nell’innovazione che nella realizzazione di nuove macchine medicali che permettono allo stesso tempo di migliorare l’efficacia clinica sui pazienti e di ridurre i costi della salute. Angiodroid è uno di questi campioni italiani in un mercato costantemente in crescita” spiega Michele Marzola, il business angel che ha coordinato le operazioni propedeutiche alla chiusura dell’investimento da parte dei soci IAG.
Angiodroid nasce con la missione di sviluppare tecnologie medicali capaci di sfruttare le caratteristiche della CO2 (biossido di carbonio o anidride carbonica) quale mezzo di contrasto in numerose situazioni di intervento medico (radiologia interventistica, chirurgia vascolare ed emodinamica) in cui attualmente vengono utilizzati altri elementi chimici (nelle angiografie solitamente iodio o composti a base di iodio).
Il primo hardware sviluppato dalla società è Angiodroid: si tratta di una soluzione tecnologica che comprende un iniettore e i kit monouso, completamente sicura e user friendly per eseguire angiografie, cioè la rappresentazione a scopo diagnostico dei vasi sanguigni o linfatici del corpo umano tramite una tecnica che prevede l’infusione di un mezzo di contrasto idrosolubile all’interno dei vasi e la generazione di immagini mediche tramite varie tecniche di imaging biomedico.
A partire dagli anni ’90 grazie all’avvento delle tecnologie digitali il sistema di imaging ha fatto passi in avanti, ma è con l’introduzione di un nuovo mezzo di contrasto come la CO2 che si punta a rendere l’esame più sicuro per il paziente e utilizzabile anche in soggetti che fino a oggi non potevano sopportare la tradizionale angiografia con lo iodio, come persone con insufficienza renale, diabete o in generale intolleranti al mezzo di contrasto iodato.
“Il motivo per cui la nostra attenzione si è rivolta subito al settore angiografico – sottolinea il founder Sebastiano Zannoli – è che abbiamo individuato un bisogno preciso in questo campo: l’aspettativa di vita delle persone cresce, cresce la popolazione anziana, aumentano le patologie vascolari e aumenta la richiesta di strumenti diagnostici e di cura sofisticati, precisi, sicuri, il più possibile automatizzati”.
L’iniettore di CO2 Angiodroid è attualmente accompagnato da un kit di cateteri monouso, ma nella pipeline della società già entro il 2014 è prevista la disponibilità per il mercato di una serie di prodotti e accessori sempre monouso abbinabili esclusivamente all’iniettore Angiodroid per rendere sempre più sicure e performanti le procedure angiografiche con CO2.
Fondata da due fratelli, Sebastiano Zannoli (attuale Ceo) e Samuele Zannoli (software development manager), Angiodroid ha già a sua disposizione un team giovane, solido e ben strutturato di cinque persone oltre ai fondatori, distribuiti in maniera bilanciata nei comparti R&D, business development, marketing, sales. Angiodroid Srl ha sede a San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna e ha già instaurato importanti relazioni con diversi presidi ospedalieri della penisola tra cui il San Raffaele di Milano e il Policlinico di Monza, con partner tecnici per la produzione del dispositivo medico e dei prodotti di consumo annessi oltre a partner commerciali per la distribuzione.
La tecnologia sviluppata è stata già certificata e protetta attraverso brevetto in Italia e nei principali Paesi esteri in cui la società intende operare commercialmente.
“Gli elementi che ci hanno persuaso a investire in Angiodroid – continua Marzola – sono la combinazione di un prodotto innovativo che già è apprezzato nelle sale angiografiche con un team forte, che si caratterizza per eccellenza scientifica e orientamento alla crescita della società”.