Garibotti: «Punto tutto su Milano, sharing economy e Vislab»

La manager che guida UniCredit Start Lab non ha dubbi: il capoluogo lombardo sarà sempre di più il centro dell’innovazione e delle nuove forme di condivisione. E punta sulla startup nata a Parma, nonostante sia stata acquisita dagli americani…

Pubblicato il 31 Dic 2015

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Paola Garibotti, Head of Country Development Plans di Unicredit

Dovendo scegliere una città su cui puntare nel 2016 non ho dubbi: sicuramente Milano. La presenza crescente di tutti i principali attori dell’ecosistema dell’innovazione rafforzerà ancora di più il suo ruolo di avanguardia di trasformazione del nostro paese nel prossimo anno. In città, più che in ogni altro centro italiano, proliferano spazi di lavoro che favoriscono interazione e collaborazione: secondo una mappatura di ItaliaStartup al momento sono presenti 7 Makerspace e Fablab  e 43 spazi di coworking, contro i 35 complessivi dell’intera Catalogna e i 27 della regione Comunidad de Madrid, facendo un paragone con l’ecosistema spagnolo. Di certo Milano è una città startup-friendly con 12 dei 38 maggiori investitori istituzionali italiani presenti sul territorio. Basti pensare che nella sola provincia di Milano hanno sede più di 700 delle oltre 5000 startup iscritte al registro delle imprese innovative e che in città sono presenti un quarto dei 36 incubatori certificati. Di questi poi il PoliHub è stato valutato da UBI Global come il 5° migliore incubatore universitario del mondo e il 2° migliore d’Europa. Direi che l’ecosistema della città, progressivamente costruito negli scorsi anni, ha finalmente raggiunto una certa maturità ed è pronto non solo per la nascita di startup ma anche per la crescita e lo sviluppo di imprese di successo.  UniCredit è in prima linea su questo fronte con UniCredit Start Lab, la nostra iniziativa a supporto di startup ad alto contenuto tecnologico, con cui abbiamo creato un rapporto sinergico con tutti gli attori della filiera dell’innovazione per dare un contributo concreto a chi oggi vuole fare impresa in maniera innovativa. 

A mio avviso il 2016 potrà essere l’anno della definitiva consacrazione della Sharing Economy in Italia in generale e Milano in particolare e questo sarà un passaggio fondamentale per rendere tutti i centri urbani italiani sempre più delle “Smart City”: una città non può essere “intelligente” senza un intelligente uso delle proprie risorse. Siamo un Paese già molto disponibile all’economia della condivisone. Basta vedere qualche numero: il 13% degli italiani ha già utilizzato almeno un servizio di sharing e siamo il terzo mercato al mondo (dopo Stati Uniti e Francia) per gli affitti tra privati: dal 2008 ad oggi quasi 3 milioni di viaggiatori hanno dormito in Italia grazie ad Airbnb e il numero di alloggi messi a disposizione sul portale attualmente cresce del 99% all’anno. Oltre 100 le piattaforme collaborative (di cui 11 straniere) attive nel nostro Paese che mettono in contatto individui per scambiare e condividere beni, tempo e spazio.  A queste bisogna aggiungere tutte le startup su questo fronte che sono in fase di lancio (noi ne abbiamo contate oltre 15). Milano ha una netta propensione all’economia della condivisione, caratteristica distintiva di una città “intelligente”. Basti pensare che, al momento, in città sono 2.000 gli utilizzatori giornalieri del Car Sharing e 10.000 gli utilizzatori giornalieri di Bike Sharing e i numeri sono destinati a crescere nel 2016. E soprattutto, nei prossimi anni, una città non potrà essere considerata davvero Smart, se non saranno Smart le macchine che percorreranno le sue strade. Perciò direi che una startup che conosciamo bene perché fa parte del network di UniCredit Start Lab e che ha già raccolto importanti successi nel 2015 (tra cui l’acquisizione per 30 milioni di dollari da parte della azienda americana Ambarella) e che sarà da osservare da vicino durante il prossimo anno è sicuramente Vislab. Il professor Broggi e il suo team lavorano a una smart car in grado di guidarsi da sola. Il know how sviluppato all’interno dell’Università di Parma è di grande rilevanza tanto da far ritenere Vislab un competitor credibile della Google self-driving car, il cui sviluppo è iniziato solo da una decina di anni. E’ un caso emblematico in cui l’eccellenza della ricerca universitaria di cui siamo capaci in Italia si traduce in una startup che viene notata da grossi player internazionali. Non dimentichiamo che nonostante l’acquisizione tutto il centro di ricerca di Vislab rimarrà a Parma e che questo successo rappresenta un punto di partenza e non un punto di arrivo per la startup che ha tutte le potenzialità per creare prodotti realmente disruptive nei prossimi anni. Insomma in tre parole: Milano, Sharing Economy e Vislab sono le mie scommesse per il 2016.  

* Paola Garibotti è Head of Country Development Plans di UniCredit

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