Il mio reportage dalla fiera Euromold di Düsseldorf, in cui ho osservato trend emergenti e materiali e le aziende più innovative, si chiude con una rassegna delle novità dedicate alle macchine ad uso individuale.
Il numero dei produttori che propone sul mercato piccole macchine per uso personale è cresciuto molto. Il DIY (Do-It-Yourself) e il movimento dei maker sono due mercati vasti non trascurabili. Per questo motivo anche ad Euromold si possono intercettare stand di produttori ‘agguerriti’ che propongono componentistica e meccanica per auto-costruirsi la propria piccola stampante domestica.
Ci sono poi aziende come la Roland DG – che realizza plotter ed altre soluzioni per il settore della grafica e della comunicazione visiva e che anche quest’anno aveva un proprio stand – che propongono da tempo desk manufacturing, ovvero una serie di piccole macchine, piccole frese a controllo, plotter a controllo per taglio carta e cartone, ed ora anche stampanti 3D da scrivania per giocare/lavorare a casa o in ufficio.
Dunque anche l’utente medio ha oggi la possibilità di accedere a tecnologie prima riservate solo all’industria.
Tornando all’ambito dell’imprenditoria innovativa ed emergente, data la rapidità evolutiva dell’incremento tecnologico e la relativa obsolescenza, per un imprenditore emergente o un giovane che si sta interessando al mondo della digital fabrication è più conveniente valutarne le opportunità, legate alla realizzazione di prototipi anche grazie utilizzo dei service di stampa, piuttosto che per un uso produttivo diretto.
Per ora non esistono (o almeno io non ne conosco), service di stampa non tradizionali. Gestire anche solo una piccola stampante richiede una certa conoscenza del disegno, della gestione dei CAD e delle matematiche. A questa tipologia di need stanno facendo fronte i FabLab, laboratori dedicati ai makers che mettono a disposizione tecnologie di digital fabrication in affiancamento ad un tecnico, per sviluppare i propri progetti o per ovviare alla mancanza di ricambi non più in commercio, ad esempio “reinterpretare” una vecchia radio vintage.
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* Denis Santachiara, nato nel 1950 a Campagnola, in provincia di Reggio Emilia, inizia la sua attività di designer nel 1980 attratto dalle potenzialità poetico-linguistiche del mondo artificiale e delle nuove tecnologie e dai processi estetici che ne possono nascere in ambito industriale.
Realizza opere al confine tra arte e design che vengono fin da subito esposte alla Biennale di Venezia, a Documenta 8 di Kassel, alla Triennale di Milano e alla Quadriennale di Roma, per fare alcuni esempi.
Ha collaborato e tuttora collabora con aziende italiane e straniere per il design e la ricerca di nuovi prodotti. Tra le tante ricordiamo Artemide, Baleri Italia, Bang-Olufsen, BPT, Campeggi, De Padova, Fiat, Foscarini, Mandarina Duck, Marutomy, Montedison, La Murrina, Nintendo, Panasonic, Rosenthal, Sector No Limits, Snia Viscosa, Superga, Swatch, Vitra, ZERODISEGNO.
I suoi oggetti sono esposti al Moma di New York, al Musée des Arts Decoratifs del Louvre di Parigi, al National Museum of Modern Art di Tokio, al Philadelphia Museum e al Vitra Museum di Berlino.
Oggi si occupa del progetto Cyrcus- direct design direct marketing, una piattaforma di e-commerce che produce in digital fabrication professionale e propone la vendita diretta di prodotti in collaborazione con le grandi firme del design.