OpenTaxation – ideato da AiutidiStato.org, in collaborazione con la startup Nordai Srl e con il patrocinio del Circolo dei Giuristi Telematici – costituisce il primo esperimento d progetto ambizioso, volto da un lato ad esportare i paradigmi ed i benefici dell’open data al settore dell’imposizione tributaria, dall’altro a mostrare le conseguenze beneficheoi che possono scaturire dalla iniezione di trasparenza per rammendare e rinnovare il “no taxation without representation“, pilastro un po’ malandato dei nostri sistemi democrati.
Il “consenso al tributo” è indicato nelle costituzioni democratiche come pilastro su cui si fonda la convivenza democratica. Dal “No scutage not aid shall be imposed on our kingdom, unless by common counsel of our kingdom” riconosciuto dalla Magna Charta nel 1215, al No “levying money for the use of the crown … without grant of Parliament” del Bill Of Rights del 1689, al “No Taxation Without Representation” sul quale nel 1765 si è scatenata la rivoluzione Americana, per arrivare al principio di riserva di legge in materia tributaria ordinamenti moderni (nella nostra Costituzione è l’articolo 23: “Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.
Tuttavia, se le scelte dei contribuenti/elettori maturano in un contesto in cui non c’è chiarezza, allora il consenso è solo parvenza di consenso, e uno dei fondamenti del nostro vivere insieme inizia a sgretolarsi. Questa é, purtroppo, la situazione che oggi viviamo a causa del complicarsi del regime fiscale e la grande varietà dei campi in cui si esprimono le scelte pubbliche. Viviamo, infatti, in tempi in cui la crisi economica e morale del nostro apparato istituzionale fa avvertire come “odiosa” e “ingiusta” l’imposizione tributaria, che nel nostro paese raggiunge livelli quasi intollerabili, che appaiono non giustificati dalla qualità dei servizi prestati al cittadino. Questo disincanto si traduce in una sfiducia generalizzata dei cittadini verso gli organi elettivi, della quale triste termometro è la sempre più scarsa affluenza alle urne.
L’idea di OpenTaxation nasce da qui. Dalla voglia di fare qualcosa che provi a interrompere questo circolo vizioso. A nostro avviso, per iniziare a ricucire il tessuto democratico è necessaria una forte iniezione di trasparenza, attraverso la quale possa esercitarsi il controllo da parte dei cittadini sulla coerenza delle promesse politiche con le scelte di riparto del carico impositivo effettivamente poste in essere. Solo attraverso la “conoscenza” e la “comparazione” dei dati sulla imposizione, affiancati a quelli sulla spesa pubblica, i cittadini e le imprese possono essere in grado di esprimere pienamente il proprio consenso e si sentiranno pienamente rappresentati (e – forse – torneranno a votare in percentuali degne di una democrazia matura).
In quest’ottica, riteniamo che la trasparenza applicata al livello di governo locale possa aiutare a valorizzare il bellissimo strumento normativo introdotto dal D.L. Sblocca Italia, ed ancora poco esplorato. L’articolo 24 del D.L. 12 settembre 2014, n. 133 ha introdotto, infatti, all’articolo 24 delle “Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio”. Grazie alla trasparenza può sprigionarsi tutto l’impatto positivo di una sana competizione al “meglio”, sfruttando “in positivo” la ricchezza dei tanti campanili d’Italia. Valorizzando la spinta dei cittadini e degli amministratori di un comune ad emulare e magari superare il virtuosismo dei comuni più o meno vicini (grazie al web la lontananza geografica non è più un ostacolo per le buone idee).
Attraverso questo esperimento di ingegneria sociale vorremo provare ad andare oltre la trasparenza come strumento di scelta al momento del voto, e provare ad immaginare nuove forme strutturate di coinvolgimento dei cittadini – opportunamente informati e formati – nelle definizione di migliori politiche pubbliche. La diffusione capillare dei nuovi mezzi di comunicazione – per primi i social network – ci trasmettono il senso di una cittadinanza “connessa”, che vuole partecipare alla vita democratica esprimendosi non soltanto in occasione delle consultazioni elettorali, ma anche nei momenti intermedi in cui le scelte, specie le più importanti, vengono prese.
Quando i nostri padri costituenti hanno deciso di escludere che sulle leggi “tributarie e di bilancio” si potessero tenere i referendum ci stavano ricordando che la democrazia diretta non è necessariamente sempre il modo migliore di gestire le scelte pubbliche. Specie nei momenti difficili servono leader in grado di esprimere la sintesi del comune sentire degli elettori che li hanno votati, prendere decisioni difficili e poi spiegarle ai cittadini. Tuttavia, la tecnologia moderna e l’esperienza della pianificazione partecipata, che si va affermando in altri settori della vita pubblica, ci consentono di immaginare un coinvolgimento più strutturato, non invasivo ed efficace dell’intelligenza collettiva di cittadini e imprese nella definizione delle scelte pubbliche, anche in ambito tributario.
Con OpenTaxation ci poniamo l’obiettivo di verificare se sia possibile ipotizzare il coinvolgimento degli stakeholders (imprese e cittadini) nell’individuare comportamenti virtuosi degli stessi, che si possano tradurre in una riduzione della spesa pubblica e, specularmente, riflettersi in una riduzione dell’imposizione tributaria. Abbiamo deciso di iniziare questo percorso portando l’esempio dell’imposizione sui rifiuti (TARSU/TARI/TASI), tributo (anche se tecnicamente sarebbe ormai meglio parlare di tariffa) locale a sistema “chiuso” per vincolo comunitario (in applicazione del principio “chi inquina paga” il gettito deve coprire le spese del ciclo dei rifiuti), dalla sempre più forte connotazione commutativa.
Proveremo dunque – dopo aver fornito ai partecipanti le coordinate in cui dovrà evolversi il lavoro, ed aver portato testimonianze di “best” e “worst” practices – a mettere insieme uno o più gruppi di lavoro che proveranno a elaborare esempi di comportamenti “virtuosi” che cittadini e imprese possono porre in essere, e che possono tradursi in riduzioni della spesa pubblica dell’ente e, specularmente, in una riduzione del carico impositivo legata al comportamento virtuoso.
Il risultato del seminario e del workshop confluiranno in una banca dati delle Best practice e delle buone idee, che sarà resa disponibile per tutti sul sito, fornendo in questo modo uno strumento utile agli amministratori che vogliano servirsi di soluzioni già testate. In futuro ci piacerebbe utilizzare uno strumento di rating delle idee (stiamo valutando alcune soluzioni, tra cui ideascale), in modo che siano una platea su scala nazionale di cittadini/contribuenti a esprimersi sulle soluzioni proposte.
Il progetto OpenTaxation sará presentato a SmartCityness (www.smartcityness.it) e in Sardegna, ma proseguirà poi – oltre che online – com successive tappe nel resto d’Italia, dando vita a una comunità di idee che si spera possa influire nel dibattito pubblico. Chi fosse interessato a partecipare a questa nascente comunità, organizzare un evento nel suo territorio oppure v contribuire segnalando una bestpractice o un’idea, può iscriversi nel form onlin che trova su www.aiutidistato.org
* Giovanni Mameli – @iAvvocato, Fondatore & Coordinatore AiutidiStato.org