Non so voi, ma io ogni tanto mi sento intossicato. Di pensieri, parole e propositi. Prima della pausa estiva tutti “facciamo il pieno”: io sentivo una fastidiosa nausea di fronte a ogni nuova sedicente straordinaria idea destinata a cambiare il mondo e le nostre vite. E cominciava a manifestarsi pure qualche sintomo allergico ascoltando l’ennesima dichiarazione di apertura all’innovazione fatta da piccole e grande aziende con innovativo spirito gattopardesco (cambiare tutto perché non cambi nulla…). Per questo, per la prima volta da anni, sono andato in vacanza senza il Mac. Solo libri e qualche video recuperato qui e lì per non finire in crisi da astinenza.
Mi è capitato così di ripescare un video e un libro, appunto, che mi hanno aiutato a liberarmi da tossine e allergie, regalandomi anche un’immagine efficace inaugurare questo b
log: perché i fratelli Orville e Wilbur Wright sono riusciti nel loro sogno di far volare gli uomini pur non avendo finanziamenti, relazioni importanti e formazione universitaria? Perché erano sicuri che la loro impresa avrebbe cambiato il corso della storia umana, risponde Simon Sinek, brillante consulente americano diventato famoso per la sua teoria del Golden Circle: What, How, Why, andando dall’esterno verso l’interno in cerchi concentrici. Tutti conoscono il What, sanno cioè dire che cosa fanno. Molti l’How, il come lo fanno. Pochissimi sanno rispondere al Why, perché lo stanno facendo.Tre cerchi concentrici che seguono la struttura del cervello: dalla corteccia esterna, che regola le scelte razionali, al centro delle emozioni che determinano i comportamenti.
Su EconomyUp abbiamo scritto tempo fa del libro in cui Sinek presenta la sua teoria: Partire dal perché, pubblicato in Italia nel 2014. L’ex pubblicitario raccoglieva lì le riflessioni che aveva proposto anni prima in diversi Ted. Consiglio il video che ho casualmete riscoperto d’agosto a chiunque voglia comprendere perché tante aziende, grandi e piccole, e tante startup, più o meno brillanti, quando si lamentano delle difficoltà di mercato o della mancanza di finanziamenti, stanno semplicemente mascherando (o rimuovendo) una carenza ben più profonda: non sanno chi sono, che cosa vogliono davvero e perchè fanno quelle che stanno facendo. Hanno perso (o non hanno mai avuto) l’ispirazione. La visione. Questo spiega, ad esempio, perché una startup funziona e un’altra no, anche quando sembrano apparentemente molto simili. E perché, su un altro fronte, spesso le grandi aziende fanno fatica a cambiare davvero, essendo soltanto sorrette da regole, consuetudini e convenienze e non spinte da una “causa”.
Avere una forte motivazione, che vada oltre i propri minimi interessi particolari, aiuta in ogni impresa. I fratelli Wright non erano gli unici a voler portare gli uomini in cielo. Avevano, per esempio, un concorrente temibile di nome Samuel Pierport Langley (chi lo ricorda?) che insegnava ad Harvard, aveva finanziamenti governativi e un’ottima rete di relazioni importanti. Ma era spinto solo dalla voglia di diventare ricco. Così nella storia sono rimasti loro, i due ingegneri-imprenditori dell’Ohio. E così è stato per Martin Luther King, che non era certo l’unico bravo oratore di colore a battersi contro la discriminazioni razziali negli Stati Uniti. E così è successo e succede per Apple, che è stata ed è ancora l’unica azienda di computer che sia riuscita a venderci anche lettori musicali, telefoni, orologi e, presto, tv e magari automobili. Tutti pensano e comunicano allo stesso modo, osserva Sinek: non quello che fanno, non come lo fanno ma perché lo fanno. È questo che la gente compra: il perché. Che è difficile da vendere quando non si conosce…