Driveless car

Auto senza conducente, Apple Car verso i primi test

L’azienda, svela il Guardian, sarebbe pronta a testare i primi prototipi nell’area di San Francisco. Una sfida alla Google Car, ma anche alle case automobilistiche (Bmw, Audi, Volvo, Mercedes…) interessate al settore. E intanto il Ceo di Apple, Tim Cook, ha incontrato l’AD di Fca, Sergio Marchionne

Pubblicato il 17 Ago 2015

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Apple non solo starebbe costruendo la sua iCar, l’auto che si guida da sola, ma sarebbe già pronta a testare i primi prototipi in un luogo sicuro da individuare nell’area della Baia di San Francisco. A rivelarlo è il Guardian, venuto in possesso di documenti esclusivi che mostrerebbero come il progetto della casa di Cupertino sia in stato avanzato. Che l’azienda co-fondata da Steve Jobs fosse interessata al settore era cosa risaputa, ma finora non era emerso alcun dettaglio concreto circa la costruzione del prototipo. In attesa dello sbarco del nuovo iPhone, che dovrebbe essere presentato il prossimo settembre, Cupertino sta infatti già cercando luoghi segreti per i test e avrebbe visitato l’ex base navale GoMomentum Station, ora usata per le prove su strada. La sfida dunque si fa più vicina per Google, al lavoro sulla Google Car, ma anche e soprattutto per le tante altre case automobilistiche interessate al business.

“Vorremmo capire la tempistica e la disponibilità, e ci dovremmo coordinare con gli altri che usano lo spazio” scrive l’ingegnere di Apple, Frank Fearon, in una email indirizzata alla ex base navale e di cui il Guardian è entrato in possesso. I dettagli del progetto di Apple non sono ancora chiari, ma – secondo indiscrezioni – l’iCar sarebbe pronta per i test. Il progetto ha il nome in codice Project Titan ed è indice dell’interesse di Apple e del suo amministratore delegato, Tim Cook, al mondo delle auto, “l’ultima frontiera dei dispositivi mobili”, come l’ha definita il vice presidente di Apple, Jeff William. Tra l’altro Cook ha incontrato di recente l’amministratore delegato di  Fiat Chrysler Automobiles (Fca), Sergio Marchionne, e ha assunto Doug Betts, l’ex numero uno della divisione qualità di Fca.

Marchionne studia allenze con Google e Apple – La scorsa primavera il Ceo di Fiat Chrysler Automobiles è stato infatti avvistato in Silicon Valley dove si sarebbe recato per discutere di possibili partnership con Apple o Google. Pochi giorni prima Marchionne aveva rivolto una sorta di appello all’industria dell’automotive internazionale, chiedendo ai suoi player di valutare l’eventualità di merger e partnership per affrontare i costi di produzione in rapida ascesa. Un consolidamento, insomma, per evitare che l’industria automobilistica tradizionale finisca isolata e schiacciata dai business emergenti. Nello stesso tempo sono circolate voci sull’intenzione diMarchionne di vendere Fca. Voci che per il momento non hanno trovato alcuna conferma.

Tornando alla futura iCar, è possibile che Tim Cook abbia anche visitato un impianto Bmw dove sono prodotte auto elettriche nel corso di una visita in Germania lo scorso anno. La caccia di talenti nell’auto ha spinto Apple ad assumere ingegneri da Tesla, la società che produce auto veloci e di lusso elettriche, da Mercedes ma anche esperti in batterie elettriche di A123 Systems.

Cosa si muove nel mercato delle driverless cars – Del resto le auto che si guidano da sole sono quasi pronte per rivoluzionare il mercato e la mobilità, servono soltanto un paio di anni ancora per renderle perfettamente affidabili: non solo multinazionali hi-tech come Google ed Apple, ma i nomi eccellenti dell’industria automobilistica come Bmw, Audi, Volvo, Mercedes, Toyota, Nissan, Jaguar, Land Rover, Ford si stanno dando da fare. Per non parlare di Tesla che, date le premesse di altissima sfida tecnologica dalle quali è partita, è certamente nel gruppo dei disruptor del mondo automobilistico. La svolta per questo mercato è attesa tra il 2020 e il 2030.

Esiste addirittura un’intera “città” dedicata alle sperimentazioni per le connected ma anche le driverless car, sorta a a Detroit, la capitale statunitense dell’automobile.

MyCity, prima città al mondo per le auto senza conducente – Realizzata da un gruppo di ricercatori dell’università del Michigan e il Michigan Department of Transportation, si chiama MyCity e ha una grandezza pari a circa 13 campi da calcio, strade fino a 4 corsie, incroci, strisce pedonali, semafori, rampe, tunnel, dossi, edifici, marciapiedi, ostacoli di vario genere, alberi, parcheggi, porta biciclette e, naturalmente, persone e animali robotici. I dettagli arrivano fino alla ricostruzione di strisce pedonali scolorate e cartelli ricoperti da graffiti.

Al lavoro per le future auto senza conducente c’è anche un team di italiani, che meno di due mesi fa è riuscito a farsi acquisire da un big americano.

La mega-exit di VisLab – Lo spinoff dell’Università di Parma che ha sviluppato un’automobile a guida automatizzata è stato rilevato a giugno per 30 milioni di dollari cash dall’americana Ambarella, azienda quotata al Nasdaq attiva nel settore della compressione video e del processamento di immagini. Si tratta di una delle exit più ricche del 2015 per una startup italiana. La società, abbreviazione di Vision and Intelligent Systems Laboratory, è stata fondata nel 2009 (esisteva come laboratorio dalla metà degli anni ’90) da Alberto Broggi, professore di Ingegneria informatica nell’ateneo parmense, e ha sviluppato diverse applicazioni di intelligenza artificiale in ambito automotive. Tra le invenzioni c’è più nota di VisLab è Deeva, un veicolo automatizzato dotato di sensori, microtelecamere e laser in grado di garantire una copertura sensoriale a 360 gradi intorno a tutta la vettura che ha percorso 13 mila chilometri da Parma a Shanghai nel 2010. Il possibile competitor della Google Car, ma a questo punto forse anche della Apple Car, ha effettuato anche una sperimentazione nel 2013 sulle strade in una zona della città aperta al traffico.

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Luciana Maci
Luciana Maci

Giornalista professionista dal 1999, scrivo di innovazione, economia digitale, digital transformation e di come sta cambiando il mondo con le nuove tecnologie. Sono dal 2013 in Digital360 Group, prima in CorCom, poi in EconomyUp. In passato ho partecipato al primo esperimento di giornalismo collaborativo online in Italia (Misna).

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