«Il nostro obiettivo è quello di avere grandi performance in tutta Italia, non soltanto in alcune città». Così Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb, annuncia il piano di investimenti di cento milioni di euro che la società effettuerà a partire dal 2016 per potenziare le sue reti, con l’obiettivo di innalzare la velocità di connessione da 100 Megabit al secondo sino a 500. «A fine 2014 coprivamo già il 20% della popolazione italiana — continua Calcagno — con questa nuova tecnologia abbiamo deciso di rilanciare gli investimenti e coprire fino al 2016 il 30% della popolazione».
La nuova tecnologia di cui parla Calcagno può essere definita più discreta, o se vogliamo meno invasiva rispetto a quella con cui Fastweb è divenuta leader del mercato della fibra ottica nelle sette principali città italiane. Al tradizionale utilizzo di sistemi FTTH (Fiber To The Home), in cui la fibra arriva fin dentro l’abitazione del cliente, verranno preferiti sistemi FTTC (Fiber To The Cabinet) con la fibra che giunge fino all’armadio stradale (cabinet appunto), salvo poi continuare con il tradizionale collegamento in rame. Una scelta guidata innanzitutto dalle direttive dell’Agenda Digitale Europea che impone all’Italia di raggiungere entro il 2020 l’obiettivo della disponibilità di connessione a 30 Mbps per il 100% della popolazione, nonché l’adozione dei 100 Mbps da parte del 50% della popolazione.
«Queste nuove tecnologie — ne è convinto Calcagno — rappresentano una soluzione di sistema per lo sviluppo della banda ultra larga su tutto il territorio italiano e permettono il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale in anticipo rispetto al 2020». Secondo gli studi effettuati dalla società controllata da Swisscom investire sulla tecnologia FTTC permetterebbe un risparmio sui costi di circa il 25%, realizzando il medesimo progetto, rispetto all’utilizzo di FTTH; ma anche un dimezzamento dei tempi di realizzazione grazie all’assenza di intervento nelle abitazioni e alla minore necessità di effettuare scavi per inserire la fibra.
La vera sfida in ogni caso resta quella di evitare «un’Italia a due velocità», permettendo alle famiglie di avvicinarsi sempre più agli standard europei in termini di accessibilità alla rete, e alle aziende di essere ancor più competitive, annullando il gap infrastrutturale rispetto agli altri paesi europei. «Questo è il momento per prendere delle decisioni giuste — incalza Calcagno — l’Europa dice che la tecnologia FTTC è quella predominante e noi non possiamo restare indietro». Ecco perché i vertici di Fastweb esortano il Governo a impiegare i fondi destinati alla banda ultra larga per stimolare lo sviluppo delle reti FTTC su tutto il territorio nazionale comprese le aree attualmente escluse dai piani degli operatori.
«Siamo talmente convinti dei risultati che abbiamo ottenuto dal punto di vista tecnologico — rilancia Calcagno — che invitiamo l’Agcom a venire a controllare che questi risultati che raggiunto portato sul campo, grazie ad un programma pilota che abbiamo svolto insieme a Alcatel-Lucent, non sono degli annunci, ma sono la realtà dei fatti. La nostra è un’idea democratica di rete: tutti devono viaggiare alla stessa velocità. L’Europa in questo senso ha già scelto, ed è necessario unire le forze affinché l’Italia sia coerente con il resto del mondo».
Il progetto Fastweb passa però anche dai numeri, i quali potrebbero rendere più chiara l’idea di crescita dell’azienda. I risultati economico finanziari per l’esercizio 2014, presentati dalla società in questi ultimi giorni, mostrano come l’operatore di telecomunicazioni ha chiuso l’anno con un incremento dei clienti del 7%, raggiungendo quota 2,07 milioni di abbonati. I ricavi totali si sono attestati a 1.688 milioni di euro, a fronte di una crescita del 3% rispetto al 2013. E per finire il margine lordo ha raggiunto 515 milioni di euro, con una crescita di 10 milioni rispetto all’esercizio precedente.