Chi si occupa di affari, impresa, finanza non ha bisogno solo di grafici e tabelle, ma anche di visioni e di idee. È per questo che a ottobre uno degli eventi più interessanti per il mondo dell’economia in Italia di ha tra i suoi oratori personaggi come il regista Oliver Stone o Felix Baumgartner, l’uomo che si è lanciato in caduta libera da 40 mila km.
Si tratta del World Business Forum, un format globale di incontri che avrà la sua versione milanese (già tutta esaurita) il 28 e il 29 ottobre: è come un TED, ma con un taglio più diretto alla leadership che all’innovazione. L’evento si svolge al MiCo – Milano Congressi e ha come tema “I provocatori”. I 14 speaker sono stati scelti perché hanno tutti questo tratto in comune: aver portato un progetto, un’idea, un’azienda oltre i confini di quello che sarebbe stato consentito.
Uno di loro è Oscar di Montigny, il direttore marketing comunicazione e innovazione di Mediolanum. Alle sue idee, abbiamo intitolato anche tutta la puntata di EconomyUp di cui è stato ospite: Economia 0.0. In un contesto in cui i punto zero crescono e vanno verso il 3.0, il 4.0 eccetera, di Montigny propone un ritorno alle origini, ai valori base.
Non si tratta di una visione conservatrice, perché rimettere al centro di tutto i valori, e quindi le relazioni e le persone, per una banca, come è Mediolanum, è un pensiero decisamente innovativo. E al centro di tutto, come di Montigny ha anticipato nell’intervista di Giovanni Iozzia, c’è una parola che non si usa spesso negli incontri per manager: amore. Amore, per di Montigny, è invece il concetto economico per eccellenza di incontro tra domanda e offerta, e per questo motivo va rimesso al centro dei comportamenti manageriali.
Oltre a gestire il marketing di Mediolanum, di Montigny guida anche la Mediolanum Corporate University, il centro di alta formazione della banca per professionisti, che non solo seguono i corsi di 120 docenti, ma hanno accesso anche a una serie di incontri che, proprio come il World Business Forum, servono ad allargare il campo del pensiero.
Per dire, tra le persone che sono intervenute a MCU c’è anche Tara Gandhi, la nipote del Mahatma, che ha parlato di solidarietà e non violenza. Di Montigny dirige anche un magazine, Centodieci, nato proprio dalla Mediolanum Corporate University e basato sull’idea del vantaggio competitivo che può dare il capitale culturale. “I problemi vanno risolti a un livello di coscienza maggiore di quello che li ha prodotti. Il sapere è la fonte ispiratrice della nostra coscienza”, si legge nel manifesto di Centodieci, tra i cui autori ci sono Giacomo Biraghi, Riccardo Scandellari ed Ennio Doris.
Al World Business Forum parlerà anche Simon Sinek, che di mestiere, in senso stretto, fa l’etnografo. Ma ormai Sinek, che è inglese e ha 41 anni, è considerato un pensatore a tutto tondo. E la sua filosofia di leadership nasce da un’azione molto semplice ma purtroppo rimossa: partire dal perché. Per capire il suo impatto, basti pensare che il suo video per TED “How Great Leaders Inspire Actions” è il terzo più visto nella storia dell’organizzazione.
Alla base delle sue ricerche su leader e aziende di successo, c’è sempre la stessa scoperta: fanno più soldi e hanno migliori risultati quelli che hanno messo al cuore di tutto una motivazione profonda, un ideale, un perché, appunto. È questo, secondo Sinek, a rendere simili Steve Jobs, Martin Luther King e i fratelli Wright. Avevano un perché, per loro non contava il cosa facevano, o meglio, contava, ma contava molto di più il senso profondo che avevano delle proprie motivazioni. Di Sinek sono stati tradotti due saggi in Italia, Partire dal perché (Franco Angeli, 25 euro, 224 pagine) e Ultimo viene il leader (Franco Angeli, 26 euro, 272 pagine).