In un anno e mezzo ha creato una pagina di fitness su Instagram, ha pubblicato un e-book sulla piattaforma di photo-sharing, riuscendo a venderne 23mila copie, e ha raggiunto un fatturato dell’ordine di centinaia di migliaia di dollari: tutto questo in totale solitudine e autonomia, lei e il suo smartphone. Lei si chiama Anna-Victoria Anderson, non ha ancora 30 anni, viene dalla California, sta facendo un Mba all’Università Luiss di Roma e ha avuto un’idea di business che si è dimostrata vincente.
Tutto nasce dalla necessità di trovare una forte motivazione ad allenarsi. “Dopo essermi laureata all’Università di San Diego – racconta Anderson a EconomyUp – mi sono trasferita in Cina per studiare il cinese. Durante il periodo universitario non avevo tempo né voglia per l’esercizio fisico. In Cina ero molto più libera, ma mancava la motivazione. Ho provato a cercarla guardando su Instagram, ma trovavo cose che non mi convincevano. Così ho deciso di aprire una mia pagina. L’ho creata per divertimento, non per farne un business”. Invece il progetto si è confermato valido.
Lavorandoci duramente fino a 70 ore a settimane, la giovane californiana ha reso la pagina molto popolare (l’app è Instafemmefitness, in Internet è instagram.com/instafemmefitness). Ospita foto di persone che vogliono mostrare sulla Rete i cambiamenti avvenuti nel loro corpo (magari dopo aver seguito una dieta), o immagini di personal trainer alla ricerca di clienti o aziende che vendono prodotti per fitness. Poi l’idea del libro. “Io stessa ho seguito una dieta equilibrata e ho perso 4 chili: non è molto, lo so, ma può servire ad altre persone sapere come ho fatto” dice Anna-Victoria, che è molto magra e molto carina. Il libro “4 weeks to fit”, basato sulla sua esperienza personale, è stato scaricato 23mila volte per un costo di 9 dollari a copia. E proprio dribblando tutte le case editrici e basandosi sul self-publishing, la californiana ha ricavato i maggiori introiti. “L’advertising costituisce il 10% dei miei ricavi, il resto è dovuto al libro”.
Anche per questo intende tradurlo in altre lingue e sta già pensando ai prossimi due: uno per fare esercizi a casa, un altro per la palestra.
Intanto è approdata in Italia. Perché proprio alla Luiss? “È importante in un’economia globale sperimentare culture diverse” dice. “Volevo un programma internazionale, nella mia classe ci sono 12 diverse nazionalità e questo è straordinario. So che il sistema educativo in Italia è un po’ più teorico rispetto agli Usa, dove in effetti è più pratico. Ma usufruire di entrambe le esperienze è una buona combinazione”. Inoltre da settembre del prossimo anno comincerà l’Adventure program alla Luiss: “Ci faranno lavorare su una startup basata su una nostra idea, o su una startup altrui, poi è previsto uno stage di 6 mesi, che io farò presso la mia company”.
Luiss è fiera della sua allieva, al punto che le ha consentito di raccontare pubblicamente la sua esperienza durante la recente giornata dedicata al primo anno di Luiss Enlabs, laboratorio per le startup che Anderson non esclude in un prossimo futuro di frequentare.