“Immagina, puoi” è uno slogan pubblicitario, ma anche un suggerimento intelligente: il trucco per riuscire nella vita è farsi una sorta di film mentale di quello che vogliamo accada. E a sostenerlo non è solo un bravo copywriter, ma Srini Pillay, ceo del “Neuro Business Group“, società di coaching su questioni relative alle dinamiche neuro-cerebrali, docente di Executive Education Program alla Harvard Business School e autore di vari libri su questi argomenti tra cui “Your brain and business: the neuroscience of brain leaders”.
In un articolo apparso sulla Harvard Business Review, Pillay svela i percorsi segreti della nostra mente. Percorsi che possono essere utilizzati da chi fa business, e in particolare da chi si sta lanciando in nuove avventure imprenditoriali, per rafforzare la propria leadership. “Invece di limitarsi ad avere un business plan – scrive – bisogna trasformarlo in un film mentale. Quando hai una visione della tua vita e del tuo business, è facile che si trasformi in realtà”.
Il docente spiega: “Esistono prove incontrovertibili che immaginare un movimento stimolerà le aree del cervello relative alla gestualità. Questa tecnica è stata utilizzata per aiutare persone colpite da paralisi a riprendere a muoversi ed atleti ad ottimizzare i loro allenamenti pre-gara”. In pratica la sola visualizzazione di immagini mentali è in grado di ‘scaldare’ i nostri circuiti cerebrali e metterci immediatamente nella condizione di agire di conseguenza. “Questa tecnica – suggerisce Pillay – può rivelarsi particolarmente utile nel caso una persona stia posticipando qualcosa o sia bloccato nelle decisioni”.
E cosa succede se non si riesce neppure più a immaginare il futuro? L’esperto spiega che sono molti quelli che si rivolgono a lui perché hanno fallito più volte nella vita, e la sola idea di immaginare un futuro vincente a questo punto non fa che caricarli di ansia. Niente paura. A detta di Pillay la tecnica di visualizzazione è di per se stessa in grado di ridurre gli stati ansiosi. In secondo luogo il docente suggerisce agli sfiduciati una specifica strategia: invece di limitarsi ad immaginare il punto di arrivo (per esempio l’immagine statica di un atleta che alza la coppa in segno di vittoria) è consigliabile adoperare la tecnica del motivational-general mastery (M-GM), che consiste nel mantenere la visualizzazione sul proprio obiettivo finale ma immaginando di guardarsi da fuori. Si prende carta e penna (o il pc) e si delinea l’obiettivo nero su bianco specificando dove ci troviamo nel momento attuale, in modo da capire se e quando siamo in grado di raggiungere il punto di arrivo, o se addirittura lo stiamo anticipando. Insomma una visualizzazione precisa ma costante e dinamica.
L’immaginazione è anche in grado di smantellare le nostre barriere inconsce. “Può realmente aiutare il cervello a ‘mappare’ il sentiero verso l’obiettivo oltre la nostra consapevolezza. Non importa sapere come ci si arriverà, perché saranno i nostri circuiti cerebrali a elaborare un piano dopo che gli abbiamo indicato la direzione”. Sillay fa l’esempio del navigatore satellitare: l’automobilista digita la destinazione finale, poi sarà il dispositivo a organizzarsi per raggiungere il luogo. In qualche modo il nostro cervello lavora per noi anche se non ne siamo consapevoli.
E, a proposito di cervello, direttamente dall’American Museum of Natural History di New York arriva in Italia una grande esposizione di carattere internazionale che, con l’aiuto delle neuroscienze, aiuterà a rivelare, anche a un pubblico non specialistico, i meccanismi che regolano le nostre percezioni, emozioni, opinioni e sentimenti.
Allestita nel Museo Civico di Storia Naturale di Milano, ad oggi il più grande museo di storia naturale d’Italia e tra i più importanti d’Europa, la mostra accompagnerà il visitatore alla scoperta dello stupefacente strumento che è il cervello e delle immense potenzialità e capacità che esso ci offre.