Vitale, reattiva, fiduciosa. La meccanica italiana è pronta ad agganciare la ripresa e a lasciarsi alle spalle una volta per tutte la crisi. Otto aziende su dieci (l’83%) prevedono fatturati in crescita per il 2014 e solo il 7,7% si aspetta di peggiorare. Quasi la metà delle imprese (43,8%) sostiene di aver chiuso il 2013 con un giro d’affari superiore rispetto a tre anni fa. Circa sei imprenditori su dieci assicurano che il livello attuale degli ordinativi in portafoglio consente di sostenere le esigenze finanziarie. L’85,4% di chi fa impresa nel settore giudica sufficiente o buona la propria liquidità. Segnali positivi anche dall’occupazione, che nel comparto non ha subito scossoni e si è mantenuta stabile: in prospettiva, ben l’80,1% degli imprenditori dichiara di voler mantenere inalterato il numero di addetti.
La fotografia della meccanica e della subfornitura tricolore scattata da Senaf in occasione di Mecspe, la fiera internazionale delle tecnologie per l’innovazione in programma a Parma dal 27 al 29 marzo, garantisce che questo settore, cavallo di battaglia del made in Italy, ha resistito meglio di altri alla recessione e si avvia verso un futuro più sereno. “Dall’indagine emerge che le aziende intervistate vedono il 2014 come un anno di crescita, con un aumento tra il 5 e il 15 per cento”, dice a EconomyUp il direttore di Senaf, Emilio Bianchi. “L’Italia ha un bacino di aziende che sanno adattarsi bene dal punto di vista tecnologico alle caratteristiche dei nuovi mercati. Nonostante la crisi, le imprese hanno saputo guardare avanti, ristrutturando, riadattandosi e guardando all’estero nel momento in cui il mercato interno ha rallentato”.
A conferma di questo ottimismo ci sono gli altri dati forniti dal sondaggio. Un imprenditore su due, per esempio, ritiene che le performance della propria azienda siano state particolarmente positive ed è pronto a scommettere su un incremento generale di tutto il comparto nei prossimi tre anni. E a dimostrazione che è l’export l’area che dà più soddisfazioni è da rimarcare come quasi sette aziende su dieci affermino di vendere i prodotti oltreconfine.
Se il settore sta mostrando risultati incoraggianti è soprattutto grazie alla carica di innovazione che ha saputo immettere nei suoi
processi e nelle sue produzioni. “La progettazione, la condivisione dei dati, l’interfacciarsi con le unità produttive non sono più legate al luogo fisico in cui si progetta e si assemblano i prodotti”, spiega Bianchi. “Sono operazioni che ora possono essere fatte ovunque e interconnesse grazie a questi software plm (ovvero product lifecycle management, gli applicativi che seguono il ciclo di vita del prodotto, ndr) che fanno da controller e da integratori di dati”.
Ma l’innovazione è appunto anche nella produzione, con i makers e la digital fabrication a fare da protagonisti: “Non si deve più per forza produrre in fabbrica”, dice il direttore di Senaf. “Le stampanti 3D e i fablab sono luoghi che aprono nuove possibilità all’industria e che hanno già cambiato un paradigma: queste nuove macchine usate per la prototipazione rapida hanno dato vita a produzioni customizzate che già molte aziende stanno utilizzando”.
Proprio durante Mecspe, ci saranno diversi spazi dedicati ai makers e alle startup attive nella meccanica del futuro, tra cui l’area “3D Print Hub”. Poi, con la collaborazione di Fab Lab Reggio Emilia, saranno mostrate nuove tecniche di utilizzo della stampa 3D nei settori della produzione manifatturiera, della meccanica, della modellazione e del design industriale. Infine, il cuore innovativo della fiera: l’iniziativa “Fabbrica digitale – oltre l’automazione”, in cui 18 postazioni produttive, dallo stampaggio a iniezione alla fresatura alla saldatura, realizzeranno i componenti di una concept city car elettrica Xam 2.0 progettata e prodotta dal Team H2politO del Politecnico di Torino.