L’Italia si situa a metà classifica tra i paesi mediamente innovatori, e leggermente sotto la media europea, in base al nuovo indicatore Ue messo a punto dalla Commissione per misurare l’innovazione. I ”top performer”, in base ai dati 2010-2011, sono Svezia, Germania, Irlanda e Lussemburgo (tra i 130 e i 120 punti), seguiti dai ”molto bravi” Danimarca, Finlandia e Gran Bretagna (tra 120 e 110) e dai ”bravi” Francia, Belgio e Olanda (tra 110 e 100).
Poi ci sono i paesi con performance di ”medio livello”, in cui rientra l’Italia insieme ad Austria, Ungheria, Slovenia e Cipro (tra 100 e 90). ”Medio-basso”, invece, il livello di innovazione (tra 90 e 80 punti) di Repubblica Ceca, Spagna, Estonia, Grecia, Malta, Romania e Slovacchia. Performance decisamente ”bassa”, invece, per Polonia, Croazia, Portogallo e Lettonia (sotto gli 80), e maglia nera per Lituania e Bulgaria (sui 65 punti, pari alla metà dei ‘primi della classe’).
I dati sono stati inviati dal presidente della Commissione Ue José Barroso insieme alla lettera ai leader dei 28 in vista del vertice di ottobre dedicato all’agenda digitale. L’indicatore è basato su quattro componenti: il numero di richieste di brevetti per miliardo di pil, la porzione di occupati in attività a conoscenza intensiva sul totale di occupati, il contributo di tutti i prodotti e servizi a tecnologia medio-alta sul totale della bilancia commerciale di un paese, e l’occupazione generata da imprese che crescono in fretta nei settori innovativi.