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Se il libro diventa l’inizio di un progetto collettivo

C’è tempo fino al 15 settembre per partecipare al webmovie che Riccardo Luna ha immaginato come estensione del suo “Cambiamo tutto”. Un esempio del futuro possibile dell’editoria. Alla ricerca di nuovi modelli è, ad esempio, la piattaforma SocialBooks, che sta sperimentando il modello partecipativo nei testi scolastici.

Pubblicato il 23 Lug 2013

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C’è tempo fino al 15 settembre per partecipare al webmovie che Riccardo Luna ha immaginato come estensione del suo libro Cambiamo tutto. Un progetto innovativo innestato nel racconto di un’Italia che nonostante tutto ha provato, prova e continuerà a fare innovazione. Luna, ex direttore di Wired ritrovatosi nei panni dell’evangelista, da mesi gira da Nord a Sud invitato a portare la parola del cambiamento. E’ la promozione di un libro attraverso la promozione di una filosofia. E lo sta facendo da buon conoscitore del web: faceook, twitter, meetup. E anche un’app per Android e iOs che permette a chiunque di inviare un video di 60 secondi a cui affidare un messaggio, la lettura di un brano del libro, il racconto di una storia o di un’esperienza. A settembre comincerà il lavoro di montaggio del primo film “readers generated”. Luna non lo vuol dire ma lascia capire che a dirigerlo sarà un regista di nome. Un altro esperimento nell’esperimento, che diventa anche una nuova forma di marketing editoriale.

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Anche l’editoria, quindi, sta cercando strade nuove segnate dal digitale e dalla logica della condivisione, del crowdsourcing. Ne è un esempio, sul fronte dell’editoria scolastica, il progetto SocialBooks, lanciato da Book to the future (sezione del Salone del Libro di Torino dedicata all’editoria del futuro) e realizzato in collaborazione con la piattaforma di social reading Bookliners. «SocialBooks nasce dalla voglia di provare a focalizzare l’esperienza di Bookliners in ambito scolastico” spiega a Economyup.it Luca Novarino, fondatore della piattaforma. “Ci piace immaginare una nuova possibilità di interazione fra insegnanti e studenti, intorno o meglio dentro il libro. I SocialBooks sono semplicemente la versione digitale, accessibile online, di un testo tradizionale con la possibilità di inserire annotazioni e collegare elementi esterni come video, fotografie, approfondimenti». Al Salone si è partiti da 5 classici della letteratura italiana, con la voglia di ‘provocare’ e incuriosire gli editori di settore: Dante con l’Inferno della Divina Commedia, Luigi Pirandello con il Fu Mattia Pascal, Alessandro Manzoni con i Promessi Sposi, Giacomo Leopardi con i Canti e Giovanni Verga con le Novelle. I testi sono stati resi disponibili “in streaming”, un po’ come si fa con la musica o i video online, in un esperimento inedito di lettura digitale collettiva. Sono stati oltre un centinaio i “socialbookers” che hanno interagito con i testi digitali nei cinque giorni della manifestazione torinese, inserendo note e pensieri, condividendo i propri contenuti con altri utenti o sui social network, rispondendo e contribuendo in tal modo ad arricchire il testo di partenza, senza intaccarne l’integrità. Il testo più commentato è stato I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, seguito a ruota da Il Fu Matia Pascal di Luigi Pirandello.

Bookliners nasce nel 2010 su iniziativa dei torinesi Luca Novarino e Clelia Caldesi Valeri, vincitori del premio Start Cup dell’Università di Torino. A tre anni dal lancio, con un investimento di circa 100 mila euro alle spalle, tra sviluppo e gestione della piattaforma, la startup inizia a raccogliere i primi frutti. “L’idea ha richiesto un po’ di tempo per essere metabolizzata” continua Novarino. “Negli ultimi mesi si stanno moltiplicando i segnali d’interesse sia sullo sviluppo di dinamiche social della lettura e sia sullo streaming dei contenuti sul modello Spotify”.

Social Books è stato contemporaneamente un esperimento e un suggerimento di un nuovo modello possibile che coniuga il rispetto del copyright e la valorizzazione del lavoro editoriale con le esigenze di risparmio e la disponibilità di testi aggiornati degli studenti” conclude Novarino. “La vita di un testo scolastico non si esaurisce quasi mai con la vendita iniziale: spesso i testi vengono rivenduti più volte sul mercato dell’usato. In altri casi la vendita non avviene neppure, soppiantata da altri metodi, come l’uso di fotocopie. In un modello ad accesso, il contenuto può produrre un guadagno per l’editore, per gli autori e per ogni persona che ne usufruisce: questo permette di contenere il prezzo di cessione, secondo il sano principio del ‘pagare tutti per pagare meno’”.

Infine, da sottolineare la chiave partecipativa del progetto che prevede l’evoluzione del testo in una sorta di “crowdsourcing”, capace di rappresentare perfettamente non solo il passaggio dal libro fisico al libro elettronico, ma anche l’evoluzione della lettura dal momento individuale ad azione collettiva, propria delle dinamiche social del web.

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