ValueBioTech si è aggiudicata il premio startup Leonardo 2016. La società milanese, che opera nel campo della chirurgia, ha sviluppato la tecnologia M.I.L.A.N.O. (acronimo di Minimal Invasive Light Automatic Natural Orifice), in grado di evitare la formazione di cicatrici dopo le operazioni all’addome. Co-fondata da un chirurgo, Antonello Forgione, e da due ingegneri meccanici, Louis Jauvtis e Renzo Zaltieri, ValueBioTech nei suoi primi quattro anni di vita vanta già tre brevetti registrati e un prototipo, il robot Milano, che le è valso il premio Leonardo.
«Il robot – si legge in una descrizione di presentazione del progetto – è equipaggiato con un sistema avanzato di visione ad alta definizione in 3D e un sistema di supervisione computerizzato che garantiscono in ogni momento di non ledere accidentalmente strutture vitali a beneficio della sicurezza del paziente». Fra l’altro la startup milanese ha una vocazione internazionale già molto sviluppata: il primo investitore è stato Avi Aliman e ha una sua controllata in Israele, grazie alla quale ha potuto contare su un milione di euro investito dal Governo israeliano tramite l’Office of the Chief Scientist of Israel. Un altro milione di euro è stato garantito da un gruppo di investitori privati che comprende anche uomini d’affari cinesi e giapponesi, Paesi con cui ha già accordi di distribuzione.
All’insegna dell’innovazione è anche il premio Leonardo Qualità Italia, dedicato alle eccellenze dell’export italiano, assegnato a Elica (azienda produttrice di cappe da camino), al Gruppo Veronesi (leader nel settore agroalimentare, mangimi e industria salumiera), a Masi Agricola e al Gruppo Maccaferri, quest’ultimo legato all’incubatore per startup JCube di Jesi. L’incubatore è nato negli spazi del vecchio zuccherificio Sadam e oggi presenta 40 dipendenti e oltre 15 startup incubate. Di Masi Agricola ci eravamo occupati al tempo della quotazione in Borsa del suo Amarone Masi. L’impresa vinicola della Valpolicella è stata fra le prime del settore a espandersi sul mercato finanziario.
Oltre a questi riconoscimenti, la 22esima edizione del Premio Leonardo ha premiato anche Alberto Bombassei, presidente di Brembo, fondatore e presidente del parco scientifico e tecnologico Kilometro Rosso. Il Comitato nato nel 1993 dall’idea dei senatori Sergio Pininfarina e Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’Ice e di un gruppo di imprenditori con l’obiettivo di diffondere e rafforzare l’immagine di eccellenza dell’Italia nel mondo, ha scelto Bombassei come «Personaggio che si è particolarmente distinto nel promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo. Anche quest’anno il comitato ha premiato aziende che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy, accomunate da qualità del prodotto, capacità di innovare e da una forte presenza sui mercati internazionali» ha dichiarato Luisa Todini, presidente del Comitato. Una dichiarazione che trova ragione nei numeri: «Nel 2016 le aziende del comitato Leonardo hanno raggiunto un fatturato complessivo di 350 miliardi di euro, con una quota di export del 54%» ha aggiunto Todini.
Molte le personalità politiche e istituzionali presenti alla cerimonia al Quirinale, compreso il presidente Sergio Mattarella: «Gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione sono decisivi per rafforzare la competitività – ha commentato il capo dello Stato – è vincente la scelta di investire sulle capacità dei giovani e su un’istruzione di qualità, poiché viviamo i postumi di un momento particolarmente difficile per l’occupazione nel nostro Paese, specie per quella dei giovani». Anche il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha preso la parola dal palco, con tanto di “giallo” politico: «Per creare lavoro e reddito non esistono scorciatoie, non esistono invenzioni di redditi, invenzioni di lavori, invenzioni di bonus, bisogna creare le condizioni perché le imprese possano assumere – ha detto il Ministro -, non credo sia compito del Governo spargere ottimismo né che sia compito dell’opposizione spargere pessimismo, serve un percorso basato sul realismo, sulla complessità». Parole che sono state lette come un attacco alle politiche dell’ex premier Matteo Renzi e alle sue recenti dichiarazioni su occupazione e crescita. Più tardi sarà lo stesso ministro dello Sviluppo Economico ha negato questa interpretazione: «Le mie parole sono state inserite nel contesto di una polemica politica che non mi appartiene e a cui non intendo prendere parte» ha detto Calenda, che ha anche annunciato il ritorno il Parlamento, la settimana prossima, della legge sulla concorrenza.