Napoleone? Oggi sarebbe uno Startupper. A sostenerlo con convinzione è Roberto Race autore del libro “Napoleone il Comunicatore”, edito da Egea, la casa editrice della Bocconi. Giornalista professionista, Race è consulente di alcune importanti aziende nazionali e multinazionali e segretario generale del think thank Competere ed è uno dei pochi under 35 del Mezzogiorno ad essere stati selezionati dall’Aspen Institute Italia per l’esclusivo programma Aspen Junior Fellow.
Gli chiediamo di definire 7 consigli (come i 7 peccati capitali…) che Napoleone darebbe agli startupper:
1. “Gli uomini vanno governati come la maggioranza vuole”. All’epoca non c’erano i sondaggi, ma Napoleone scopre l’importanza dell’opinione pubblica. Per chi fa impresa il target cui tastare il polso è il mercato.
2. “La buona politica consiste nel far credere ai popoli che sono liberi”. Il nostro è un precursore degli spin doctor, la manipolazione dell’informazione con lui diventa arte. Basta leggere i Bollettini stilati durante il ritorno dalla disfatta russa per capire come occultava le cattive notizie. L’immagine per un’azienda conta almeno quanto la qualità dei beni messi in vendita.
3. “Vive l’Empereur”. Lo gridano i soldati prima della battaglia di Austerlitz. Per motivarli, Bonaparte passeggia tra le truppe e spiega in che modo farà scattare la trappola in cui cadranno inevitabilmente i russi e i loro alleati. E’ vestito come i suoi soldati, sembra dire loro “sono uno di voi”. E’ la condivisione degli obiettivi che fa spesso di un capo azienda un dirigente di successo. Comunicare ‘alla pari’ per dimostrare magari la propria superiore competenza: nel caso di Nap, esaltare il genio carismatico, che ne fa un leader amato dalla sua grande armata.
4. “La perdita di tempo è irreparabile in guerra”. Per evitare qualsiasi lungaggine, Bonaparte pone in atto un sistema di comunicazione tra i corpi d’armata basato sulla velocità dei messaggi e sulla rapidità degli spostamenti. Di qui un capolavoro strategico come quello di Ulm, quando sbaraglia l’esercito austriaco del generale Mack prima che possa essere soccorso dagli alleati. Il possesso tempestivo delle informazioni ‘sensibili’ è determinante per le moderne aziende. Così come saper lanciare al momento giusto un prodotto, monitorare le agenzie per replicare a critiche in tempo reale, ecc. ecc.
5. “Dall’alto di queste piramidi…”. Il discorso del capo prima di una celebre vittoriosa battaglia della sua campagna in Egitto è pieno di enfasi che va al di là dello scontro bellico. Il richiamo all’arte, alla cultura, alla storia si sposa con la grandeur francese ma anche con la volontà di apparentare conquista e prestigio, obiettivi militari e traguardi scientifici. Comunicare è anche questo, come sanno gli imprenditori, che attraverso sponsorizzazioni e altre iniziative di impegno sociale hanno accresciuto lustro notorietà e profitti per le loro aziende.
6. “Se Gesù Cristo non fosse morto in croce non sarebbe Dio”. Si può perdere una battaglia ma vincere la guerra? A modo suo, Napoleone lo ha fatto anche dopo Waterloo, eternando nel Memoriale di Sant’Elena curato da Las Cases la figura di un martire della libertà, un campione dei popoli oppressi che sarà riscattato dalle giovani generazioni future. L’operazione comunicativa riesce, il Memoriale diventa un best seller ante litteram. Dal rovescio al riscatto. Gestire la comunicazione nei punti critici di un’azienda è fondamentale per superare il guado e salvaguardarne l’immagine riducendo le perdite di mercato e creando così le fondamenta per il rilancio.
7. Russia e America. La preveggenza del nostro aveva del fantastico. Sempre nel Memoriale, Napoleone profetizza il prossimo avvento sulla scena mondiale di due grandi dominatori. Ma al di là di questo esempio di interpretazione messianica di scenari lontani da venire, nel Bonaparte la comunicazione fa un balzo in avanti per l’ampiezza dei territori cui si rivolge. Napoleone è il primo leader storico che comunica su scala globale. La sua attenzione, da Tilsit a Erfurt, è a sfruttare ogni occasione per celebrare il racconto di sé, del suo personaggio sempre vincente, verso un pubblico non solo amico ma rappresentato da tutti i popoli del mondo che contava ai suoi fini e per la sua epoca . Quello che oggi è pane quotidiano per migliaia e migliaia di aziende, per lui era l’ennesima occasione per dimostrare d’essere in anticipo sui tempi.