A dominare la scena, non sorprende, è la Silicon Valley. Ma tra le retrovie qualcosa si muove. Los Angeles per esempio ha fatto un balzo in avanti di due posizioni, strappando la quinta piazza a Seoul. La classifica, denominata “Top Ten Startup Hubs”, tiene conto dei migliori ecosistemi del mondo in cui far crescere una startup ed è stata realizzata da Sparklabs Global Ventures.
Per classificare gli ecosistemi sono stati presi in considerazione alcuni fattori chiave: numero di exit, presenza di talenti imprenditoriali, infrastrutture tecniche, cultura legata alle startup, programmi e iniziative politiche attuate dagli enti governativi. Dall’analisi di questi elementi viene fuori un punteggio complessivo che determina il rating di ogni ecosistema. La Silicon Valley, capofila del settore, ha un punteggio di 77 (+2 punti rispetto al 2015) seguono Stoccolma (67 punti), Tel Aviv (65) e New York (64) chiude la top ten Berlino con 53 punti. Il punteggio massimo che ogni ecosistema può raggiungere è 80.
Tra le realtà in crescita anche Pechino fa registrare un passo in avanti guadagnandosi la sesta posizione (nel 2015 era ottava). Grazie ai tanti investimenti fatti nel settore dell’intelligenza artificiale la capitale cinese sta rinforzando il suo posizionamento anche in ottica futura. Anche Londra si posiziona tra le prime dieci (53 punti) ma è auspicabile che per il futuro possa pesare l’esito del referendum sulla Brexit. In ogni caso, di strada ce n’è ancora da fare per tenere il passo della Silicon Valley. L’ecosistema californiano, tra l’altro, nel 2016 ha incrementato il numero di exit, delle IPO, e della nascita di startup con un elevato potenziale di mercato.
D’altronde basta guardare il numero di unicorni, startup con una valutazione superiore al miliardo di dollari, presenti a San Francisco per giustificare lo strapotere della culla dell’innovazione: con 79 unicorni stacca di gran lunga la concorrenza di New York (16), Los Angeles (12) e Londra (10) .