Fundraising

ScaleIT, le scaleup italiane chiedono risorse a 20 investitori internazionali

Nell’evento che fa incontrare startup ad alto potenziale di crescita e VC esteri, 15 società hanno presentato i loro progetti davanti ad alcuni dei maggiori fondi europei. «Speriamo che la raccolta sia in linea con i risultati dell’anno scorso, quando su 11 aziende, 8 sono riuscite a ottenere un investimento», dice il founder Lorenzo Franchini

Pubblicato il 13 Ott 2016

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Nel 2015 si erano presentate in undici e nell’arco di un anno otto di loro avevano raccolto investimenti complessivi per 43,5 milioni di euro (in media, 5,4 milioni ciascuna). Quest’anno, se si continua con lo stesso ritmo e con lo stesso interesse degli investor esteri verso l’ecosistema italiano, la cifra dovrebbe salire. Sì perché all’edizione 2016 di ScaleIT, l’evento che fa incontrare scaleup italiane e investitori internazionali, le giovani società presenti erano quindici e i rappresentanti dei fondi di venture capital erano venti. L’incontro si è svolto il 12 ottobre a Milano alla Sala Buzzati del Corriere della Sera. A presentare le proprie innovazioni sul palco di ScaleIT si sono alternate società attive in diversi settori: dal digital puro al software, dal foodtech al fashion. Requisiti minimi: almeno un milione di euro di ricavi o un milione di utenti per il b2c e la possibilità di ottenere un round di finanziamento Series A o Series B per scalare a livello internazionale. Non a caso, le richieste delle nuove imprese potevano variare tra 3 e 15 milioni di euro.

Blastingnews, la piattaforma di social publishing con oltre 60 milioni di visitatori unici mensili che permette a tutti di pubblicare articoli, ha chiesto fondi per sviluppare nuove tecnologie e accelerare la crescita nei nuovi mercati.

Buzzoole, piattaforma di influencer marketing per le aziende che ha chiuso il 2015 con 1,2 milioni di euro di fatturato e ha completato oltre 172 campagne nel primo semestre, è a caccia di un round per tentare l’approccio al mercato americano e consolidare la propria presenza in Italia, Regno Unito e Russia, paese in cui a breve la società aprirà una sede

Certilogo, piattaforma di autenticazione dei prodotti in crowdsourcing che lavora con più di 50 brand a livello globale, punta a chiudere un fundraising per crescere su nuovi mercati e nuovi settori e costruire un forte brand Certilogo.

D-Orbit, sistema per il recupero dei satelliti in orbita che dà lavoro a più di 30 persone tra Italia, Stati Uniti e Portogallo e ha contratti per i prossimi 8 mesi per il valore di 1,1 milioni di dollari, cerca un finanziamento sostanzioso per espandere il suo raggio d’azione tra Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e Stati Uniti e completare la sede di produzione in Italia.

Hyperfair, piattaforma di realtà virtuale social per le aziende che ha sede legale in California ma la maggior parte dei dipendenti in una sede in riva al lago di Lecco, ha chiesto ai VC presenti fondi per migliorare la tecnologia e potenziare il marketing.

In Aria! Networks (ottvideo.me), content delivery network per la trasmissione video in qualità broadcast su IP pubblico che prevede di chiudere il 2016 con più di 3 milioni di euro di fatturato, cerca risorse soprattutto per rendere prodotto e piattaforma ancora più efficace.

Inventia, piattaforma di customer engagement multicanale che prevede di chiudere il 2016 con ricavi per 1,2 milioni, è alla ricerca di nuovi finanziamenti.

Italdron, azienda produttrice di droni professionali che sarebbero in grande anche di raccogliere e processare dati, che ha fatturato 1,1 milioni di euro nel 2015, chiede fondi per realizzare prodotti ancora più avanzati dal punto di vista tecnologico.

Mcollective, piattaforma per la distribuzione online to offline di abbigliamento che prevede di chiudere il 2016 con 2 milioni di euro (sommando le entrate dello store fisico con le vendite online), vorrebbe chiudere un round sufficiente a finanziare il processo di internazionalizzazione.

Sailsquare, piattaforma social per organizzare vacanze in barca a vela con 50mila utenti registrati, sta cercando risorse per alimentare l’espansione all’estero.

Sardex, circuito di scambio tra imprese attraverso il credito commerciale, cerca finanziatori, possibilmente preparati sul fintech, che li aiutino anche in termini di esperienza.

Thron, piattaforma per il digital asset management per le imprese, chiede un finanziamento per espandersi in Europa e negli Stati Uniti.

Tutored, piattaforma social per studenti dove è possibile trovare appunti, ripetizioni, scambi di libri e così via, mira a un finanziamento per scalare e fare business all’estero.

Velasca brand online to offline di scarpe artigianali italiane che nel 2015 ha realizzato vendite per 1,1 milioni, punta a raccogliere fondi per espandersi anche sul mercato americano.

Viniexport, marketplace di vini all’ingrosso con un portfolio di 7.500 etichette, ha chiesto nuovi fondi per diventare un protagonista del mercato europeo.

I fondi di venture capital internazionali che hanno partecipato sono: Ardian, Aster Capital, Axa Strategic Ventures, C5 Capital, Cisco Investments, Columbia Lake Partners, Earlybird, Eight Roads Ventures, Endeavour Vision, Highland Europe, Holtzbrinck Ventures, IdInvest Partners, Join Capital, Kreos Capital, Nauta Capital, Omnes Capital, Orange Growth Capital, Partech Ventures, Senovo, Symphony Technology Group,

“Stiamo notando una chiara crescita di interesse degli investitori internazionali verso le scaleup italiane”, dice il founder di ScaleIT, Lorenzo Franchini. “Negli ultimi dodici mesi ci sono stati otto investimenti di fondi internazionali su scaleup italiane contro i due dei precedenti dodici anni. Gli investitori che hanno partecipato a questa edizione erano quasi il doppio rispetto alla precedente. Speriamo che la raccolta delle quindici scaleup selezionate sia in linea con i risultati dell’anno scorso”.

Tra gli interventi, significativi i numeri sull’open innovation mostrati da Marco Morchio, managing director di Accenture per Italia, Europa centrale e Grecia. Il manager ha spiegato che le startup sono il partner preferito dal 78% delle aziende che vogliono fare innovazione aperta e il ruolo del corporate venture capital sta crescendo: tra il 2011 e il 2015 i cvc hanno investito il 237% in più passando da 8,4 a 28,3 miliardi di dollari, e nello stesso periodo è aumentato il numero di fondi corporate che hanno partecipato almeno a un investimento seed (da 30 a 126). Un cvc presente a ScaleIT era Cisco Investments, che ha annunciato di aver fatto oltre 100 investimenti in startup: in Italia, ha puntato 5 milioni di euro sul fondo di Invitalia Ventures.

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