Lectio magistralis

Zuckerberg in Italia, i 5 punti chiave del suo discorso alla Luiss

Dai consigli agli startupper per diventare i migliori alla cultura del fallimento fino all’elogio di Max Ciociola, founder di MusixMatch, esempio virtuoso dell’imprenditoria innovativa italiana: ecco che cosa ha detto il CEO di Facebook durante la lezione tenuta nell’ateneo romano

Pubblicato il 29 Ago 2016

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Mark Zuckerberg durante il suo discorso alla LUISS

In tenuta d’ordinanza, jeans, maglietta e scarpe da tennis, dopo aver incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi e Papa Francesco, Mark Zuckerberg si presenta sorridente alla platea della LUISS per rispondere alle domande di imprenditori, studenti e startupper presenti. Le prime parole del suo discorso sono rivolte alla popolazione delle Marche e del Lazio colpita dal terremoto nella notte tra il 23 e il 24 agosto. «L’atteggiamento degli italiani, la loro volontà di ripartire e ricostruire sono di grande ispirazione a tutto il mondo» ha esordito il fondatore di Facebook, prima di rispondere per circa un’ora ad una sessione di Q&A con i fortunati presenti all’incontro blindato tenuto nella sede dell’università romana.

C’è spazio per tutto, o quasi, nelle risposte di Zuckeberg: dalla sua passione per Roma e la cultura classica, al futuro di Facebook, passando i consigli agli imprenditori (e il caso di Max Ciociola e la sua MusiXMatch, come esempio virtuoso dell’imprenditoria innovativa italiana), i suoi progetti futuri e la scuola che verrà.

Ecco i 5 passaggi più importanti della lectio magistralis.

3 consigli per essere i migliori (e la legge dell’uomo solo al comando che non funziona)
La ricetta per essere i migliori? Focalizzarsi sugli obiettivi; creare un team vincente; crederci fino alla fine. Zuckerberg non ha dubbi, i risultati si ottengono solo lavorando in gruppo: «nessuno può farcela da solo, l’uomo solo al comando non funziona mai. Se non avessi accanto a me un team eccellente, oggi Facebook non sarebbe così come lo conosciamo». Alla fine basta seguire tre semplici consigli :

  • «Concentratevi sui cambiamenti che volete apportare al mondo.Troppi imprenditori hanno già messo su un’azienda con dei dipendenti, ma in realtà non sanno bene cosa vogliono»
  • «Circondadatevi delle persone giuste e create un team vincente. La mia storia non è quella di un singolo, ma di chi è stato capace di creare un gruppo lavoro. L’impatto positivo non nasce da una sola persona ma da un team vincente, servono abilità complementari»
  • «Il successo non arriva in un momento. Ci vuole sacrificio e perseveranza, bisogna credere nel proprio progetto pensando ad un obiettivo, con la consapevolezza di poter lasciare il proprio segno nel mondo. Senza mollare mai. E imparando con la maggior velocità possibile. Facebook stesso è focalizzato sul processo di apprendimento. Ogni ingegnere di FB ha la possibilità di implementare un’idea tramite una piattaforma adatta. Non bastano idee, serve imparare costantemente».

La cultura del fallimento
Tra gli studenti c’è chi fa notare come l’Italia troppo spesso non si dimostri un Paese benevolo nei confronti di chi fallisce. E alla domanda “tu hai mai fallito?” Zuckerberg risponde così: «sono convinto che molti imprenditori siano in grado di imparare piuttosto in fretta, ma nessuno nasce con le competenze già acquisite. Chi pensa di sapere tutto, sbaglia. Prendete Einstein, ha commesso molti errori prima di arrivare alla teoria della relatività. Tuttavia molti lo ricordano lui per i suoi successi, pochi per i fallimenti. Bisogna partire dall’idea di lasciare un segno nel mondo».

Il più grande imprenditore? Enea
«Amo Roma – ha detto il fondatore di Facebook – Ho studiato latino e storia di Roma, pensavo che mi sarei laureato in discipline classiche… In realtà, ho sempre avuto problemi con le lingue: alle superiori ho provato con lo spagnolo e il francese ma la mia pronuncia era pessima. Allora ho studiato il latino». C’è spazio anche per una citazione classica, con un riferimento a Enea che definisce il protagonista della “più grande storia imprenditoriale”: «Enea non si arrende mai, ma va avanti: missione, team, perseveranza, nella sua storia ci sono tutti gli elementi” indispensabili per un grande progetto di busines».

► Max Ciociola e la sua startup (MusixMatch) un esempio di imprenditoria italiana di successo
C’è spazio anche per una domanda sul ruolo dell’Italia nel mondo e su quanto incidono le origini sul successo di un individuo. «Oggi più che mai l’origine è importante. Guardando all’Italia penso che sia una terra piena di talenti e con le potenzialità per avere successo nel mondo imprenditoriale anche a livello internazionale. Penso a Max Ciociola che ha fondato MusiXMatch (presente in aula e applaudito dalla platea, ndr) una startup che fornisce i testi delle canzoni, apprezzata in tutto il mondo e dovrebbe essere da esempio a tutti gli impreditori. Negli ultimi tempi mi sono che sempre più italiani utilizzano Facebook per collegare le Pmi. Viene voglia di creare impresa in Italia, sono ottimista per il futuro di questa nazione».

La tecnologia e il terremoto
«Siamo vicini alle persone che hanno perso i propri familiari – dice Zuckerberg – ma vedere il modo in cui si sono unite le persone colpite da questa tragedia è stato per noi motivi di ispirazione. In Facebook ci siamo chiesti che cosa potevamo fare per l’Italia e per prima cosa abbiamo attivato il safety check che è stato utilizzato da quasi il 50% della popolazione italiana. Ma ci siamo spinti oltre, abbiamo iniziato a collaborare con la Croce Rossa Italiana partendo da una donazione di 500mila dollari. Bisogna lasciare il segno nei confronti di chi ha perso tutto».

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