La storia

Così abbiamo creato la Tesla made in Italy, ma su 2 ruote

Come Elon Musk sta rivoluzionando l’auto, i fratelli emiliani Luca e Matteo Spaggiari vogliono farlo con le bici: la loro startup Bikee Bike ha creato un kit che le rende facilmente elettriche. Fondata nel Polo Meccatronica di Rovereto, ha raccolto 145mila euro su Kickstarter

Pubblicato il 24 Ago 2016

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Luca e Matteo Spaggiari, founder di Bikee Bike

Dimenticate Elon Musk. Esiste anche una Tesla made in Italy: ha due ruote, si chiama Bikee Bike e l’hanno creata due fratelli di Reggio Emilia. Matteo e Luca Spaggiari sono i founder della startup che ha l’ambizione di passare alla storia per aver creato la Tesla a due ruote. “Tesla non ha certo inventato l’auto elettrica, esisteva già nel 1800. Quello che ha fatto Elon Musk è stato renderla appetibile per il grande pubblico, dandogli quelle caratteristiche che non erano percepite come tipiche di un’auto elettrica. Prima di Musk le auto elettriche erano considerate mezzi noiosi e poco performanti, adatti a fanatici ambientalisti; Tesla le ha rese un prodotto esteticamente all’altezza delle top car e dalle prestazioni elevate. La stessa cosa fa Bikee Bike con le bici elettriche: considerate fino a qualche anno fa un un mezzo per anziani che non riescono a guidare, ora le dotiamo di un cuore performante che può dare emozione, oltre che aiuto”, dice Matteo Spaggiari. Che ci spiega come è nata l’idea di realizzare un motore elettrico potente e leggero in grado di essere facilmente installato sulle biciclette per affrontare anche le salite più dure. E perché i fratelli Spaggiari hanno deciso di perseguire questa strada con coraggio e convinzione: “Quello delle bici elettriche è un mercato enorme – continua Matteo – in Europa vengono vendute 1,5 milioni di bici elettriche all’anno. Solo in Italia ne vengono vendute 55mila, con una crescita annua del 3-5%. E il nostro Paese è il più arretrato in tutto il Vecchio Continente, fuori dall’Italia i numeri sono molto più alti. Una bici elettrica costa intorno a 1000 euro per un prodotto cinese di bassa qualità, sui 2000 per un buon prodotto, oltre i 3-4000 per prodotti di alta gamma”.

A 38 anni, dunque, Matteo Spaggiari ha ben chiari la mission della startup e il mercato di riferimento. Della sua infanzia ricorda: “Io e mio fratello siamo cresciuti a pane e motori. Reggio Emilia è la motor Valley d’Italia, se ripenso a noi da ragazzini mi vengono in mente la fiera dei motori, Ferrari, Lamborghini, Ducati, Maserati”. Dopo la laurea in Ingegneria a Parma, Matteo lavora prima alla Bosch Rexroth e poi in un’azienda di Cremona che si occupa di motori elettrici. Quando l’azienda viene acquisita da una corporate americana, decide di aprire un’azienda propria di consulenza ingegneristica. “Un giorno mi arriva una telefonata da parte di un amico che aveva una concession

aria di scooter – racconta -. Gli chiedo come va il settore e lui risponde che le vendite degli scooter sono calate dell’80% ma è aumentata notevolmente la vendita delle bici elettriche. Bici che, però, hanno un problema: non vanno sulle salite. Così, visto che avevo lavorato in un’azienda di motori elettrici, mi chiede di creare qualcosa che possa risolvere il problema delle bici elettriche”.

È il 2013 e l’idea di Bikee Bike inizia a prendere forma. “Metto a punto qualche bozza, un paio di schizzi e qualche rendering del progetto. Pubblico tutto sui social, così tanto per avere qualche parere. E, dopo qualche mese, mi contatta l’acceleratore trentino Industrio Ventures perché interessato al progetto”.

È a questo punto che entra in gioco, l’altro fratello, Luca. Quarant’anni, laurea in economia e commercio a Parma, dopo un master all’Università di Pechino si trasferisce per 7 anni a Shangai, dove lavora prima per un’azienda di automotive e poi apre una società. “Quando gli ho parlato del progetto non ci ha pensato su un secondo: ha mollato tutto ed è tornato in Italia. Del resto come poteva dire di no? Lui è un appassionato di bici elettriche, la usava quotidianamente per spostarsi a Shangai. La Cina è la capitale mondiale delle bici elettriche, con 23 milioni di pezzi venduti all’anno”.

Nel 2014 i fratelli Spaggiari fondano la startup Bikee Bike. “Il prodotto brevettato da Bikee Bike non è una bici completa, ma un kit che permette di motorizzare elettricamente qualsiasi bicicletta, conferendole una versatilità, potenza e prestazioni da mountain bike e la capacità di superare pendenze. Il kit si chiama Best, è fornito con diversi livelli di potenza partendo dai 250W legali in Europa fino a 999W ed è facilmente removibile. Il motore può essere regolato tramite un’app per cellulari e l’abbinamento è previsto con batterie da 320, 420 o 550 Wh per autonomie fino a 300 chilometri”. La startup viene avviata a Rovereto all’interno di Industrio Ventures, l’acceleratore di startup hardware insediato nel Polo Meccatronica. Considerato uno dei più grandi poli dell’innovazione a due ruote, il Polo Meccatronica è una fabbrica di idee in cui si uniscono ricerca, formazione e produzione di prodotti innovativi. “Quando siamo arrivati a Rovereto, vista la nostra provenienza dalla Motor Valley, avevamo già il know how tecnico per sviluppare il prototipo. Più che del supporto tecnico degli esperti del Polo, abbiamo usufruito dei contributi e delle agevolazioni regionali per l’avvio della startup” racconta ancora l’imprenditore.

A un anno dalla nascita della startup, nel 2015 arrivano le prime soddisfazioni con la vittoria di diverse competition: 50mila dollari con il premio di Ford come miglior startup automotive al CES; il premio italiano meccatronica, categoria startup di Unindustria Reggio Emilia, fino ai 65mila euro conquistati lo scorso giugno con il premio Edison Pulse.

Poi il lancio su Kickstarter che ha portato a Bikee Bike altri 145mila euro in 35 giorni: “Il prototipo era ormai pronto. Avevamo bisogno di due cose: da un lato di capitali per partire con gli stampi; dall’altro del cosiddetto market valitadion, dovevamo capire cioè se la gente era disposta a pagare per avere la bici. Da qui la scelta di Kickstarter, una vetrina aperta sul mondo. E da ogni Paese sono arrivate le prime richieste di acquisto e ne stiamo ricevendo ancora sul nostro negozio online”.

La prossima sfida è l’apertura ai mercati esteri, America in testa: “Non parlatemi di exit. Io credo che una startup accetti l’exit soltanto quando è arrivata a un punto morto in cui non riesce più ad andare avanti. Bikee Bike è già stimata un progetto da 1,5 milioni di euro, ma è solo all’inizio”.

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