Il mercato del food delivery innovativo è in crisi? Sembra proprio di no. Quando Rocket Internet, nello scorso febbraio, aveva venduto a Just Eat quattro startup del settore (compresa l’italiana Pizzabo) e, in luglio, Take Eat Easy aveva cessato l’attività nonostante la chiusura di un round da 10 milioni a settembre 2015 non erano in pochi, almeno in Europa, a pensare che il business della consegna di cibo a domicilio fosse una bolla destinata a scoppiare.
Ora invece i 275 milioni di dollari raccolti dalla startup inglese Deliveroo dimostrano che il mercato dei ristoranti “portati a casa” è ancora in salute. Solo nel 2015 le startup del settore hanno raccolto circa 5,5 miliardi di dollari (dati Cb Insights) e tutto il giro d’affari, stando a una valutazione fatta proprio dall’ufficio studi di Rocket Internet, è di circa 90 miliardi.
Deliveroo, fondata nel 2013, ha raccolto circa 475 milioni di euro in meno di tre anni e ha ottenuto quest’ultima iniezione di capitali – la quinta – da parte del fondo di private equity Bridgepoint, come lead investor, e da investitori già presenti nel capitale della startup come DST Global, General Catalyst e Greenoaks Capital. Al momento, la startup è valutata da alcuni analisti 1 miliardo di dollari.
La forza di Deliveroo, il cui marchio è un canguro, consiste nel recapitare a casa dei clienti “entro 32 minuti” dalla consegna le pietanze preparate da ristoranti di qualità che si trovano nella zona di chi effettua l’ordine. Finora, la formula sembra funzionare, visto che negli ultimi otto mesi (da quando la società ha ottenuto un investimento di 100 milioni di dollari e lanciato il servizio in diversi Paesi tra cui l’Italia) il fatturato è cresciuto di 4 volte e il servizio, attivo in 12 paesi, è sbarcato in 30 nuove città (al momento sono 84), ha aggregato più di 9mila nuovi ristoranti nel proprio database e ha coinvolto nelle consegne 6.500 nuovi “fattorini”. Per intenderci, UberEats, la piattaforma di food delivery lanciata da Uber che fa concorrenza a Deliveroo e a Just Eat (un altro big player del mercato), serve al momento 24 città.
“Dopo la forte crescita nei mercati in cui abbiamo lanciato il servizio nello scorso novembre, il nostro nuovo obiettivo è portare ulteriore innovazione nel food delivery”, ha commentato il founder e ceo di Deliveroo, Will Shu. “Tra le nuove modalità che offriamo ai ristoranti per risolvere i problemi legati alla consegna, c’è per esempio RooBox (cucine dedicate solo alla preparazione di cibi da consegnare a domicilio, ndr)”. In più, la startup sta sperimentando servizi di consegna di bevande alcoliche e altre innovazioni. Ed è proprio la tendenza a innovare, in un mercato dove la concorrenza di aziende come Amazon, Delivery Hero, Just Eat e Uber – solo per menzionarne alcuni – è spietata, uno dei punti chiave che hanno favorito l’investimento in Deliveroo. Come affermato dalla società, infatti, i fondi verranno utilizzati sia per espandersi su mercati nuovi ed esistenti che per supportare ancora di più i progetti innovativi sulla scia di RooBox.