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Rio2016, c’è anche una gara per le startup dello sport

Il 24 agosto nella città brasiliana, in concomitanza con i Giochi, la finalissima della “Global Sport Innovation Competition”. Dalle selezioni regionali sono già emerse diverse idee innovative: dagli occhiali hi-tech per sciatori alla stimolazione neurologica per atleti. L’Europa rappresentata dalla Spagna

Pubblicato il 09 Ago 2016

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A vincere Rio 2016 saranno anche le startup. Il 24 agosto, nella metropoli brasiliana dove si stanno svolgendo le Olimpiadi, è prevista la finalissima di Global Sport Innovation Competition, competizione per la quale sono state selezionate giovani società da tutto il mondo in 8 grandi finali regionali. Obiettivo: ricercare la migliore tra le neo imprese che propongono tecnologie o prodotti legati al mondo dello sport ma anche del benessere, del turismo attivo, dei corretti stili di vita, della salute.

Ideata e organizzata da Hype Foundation, che ha sede in Israele e UK, la Global Sport Innovation Competition unisce imprenditori internazionali che credono nello sport come volano di innovazione. In questa prima edizione ha raggiunto oltre 70mila innovatori da 46 Paesi offrendo loro l’opportunità di mettere in evidenza le proprie idee di business: dalle app per atleti, allenatori e fan, alle tecnologie indossabili fino allo sport food e alle infrastrutture per le trasmissioni televisive. È sufficiente il nome di qualche sponsor – da Google ad Accenture a Micosoft – per far capire quanto i player internazionali dell’innovazione credano nello sviluppo di questo settore.

“Attualmente si stima che il mercato per l’innovazione nello sport vaga 450 miliardi di dollari – dice il Ceo di Hype Foundation, Amir Raveh – e, se paragonato con altri mercati, è ancora agli inizi. Il nostro obiettivo è offrire la prima passerella internazionale per innovazioni che rivoluzioneranno il mondo dello sport per come lo conosciamo oggi”.

Fondata nel 2013, la Hype Foundation opera in ambito formativo offrendo alle persone la capacità di sviluppare una mentalità imprenditoriale e alle startup la conoscenza delle migliori pratiche allo scopo di realizzare i propri obiettivi nel settore economico, sociale e tecnologico.

Da maggio scorso sono iniziate le competizioni a livello regionale per selezionare i magnifici 8 che si sfideranno a Rio: il 23 maggio a Tel Aviv c’è stata la selezione per la regione Medio Oriente, il 31 maggio a Trento si sono riunite le startup europee, il 15 giugno a Denver c’è stata la call per startup degli Usa, il 24 giugno a Patras, in Grecia, si sono confrontate le società dei Balcani, il 30 giugno a Nairobi (Kenya) si è tenuta la tappa africana, il 19 luglio a San Francisco una ulteriore selezione per startup degli Usa, domani si terrà a Londra il round per selezionare startup in UK.

Il contest è tuttora aperto e ci si può ancora iscrivere per l’appuntamento del 19 agosto a San Paolo del Brasile rivolto alle startup dell’America Latina. In ciascuna delle competizioni regionali già svolte è emersa una startup vincitrice. Il vincitore della finalissima riceverà un grant da 100mila dollari fornito da Tal Barnoach, proprietario del Disruptive Technologies Fund.

Vediamo tre delle idee uscite fuori dalle competizioni regionali.

RideOn – Vincitrice a Tel Aviv, questa startup israeliana propone una sorta di Google glasses per sciare: una maschera dotata di realtà aumentata in grado di fornire allo sciatore tutte le informazioni che gli servono per orientarsi e sapere dove si trovano i compagni. Quando si scia è facile perdersi e difficilissimo ritrovare la strada: l’innovativo tool fornisce mappe e altre indicazioni che appaiono direttamente sul campo visivo dell’utente.

Halo Neuroscience – Fondata da un gruppo di medici e neuroscienziati, questa startup statunitense, emersa dalle selezioni di Denver, applica la neurotecnologia agli atleti utilizzando impulsi elettrici che stimolano la parte del cervello responsabile delle attività motorie. Non è ancora dato sapere se l’uso di questo tipo di tecnologia verrà consentito alle Olimpiadi, dal momento che è considerato assimilabile al doping. Ma certamente è un campo di ricerca estremamente interessante. Nel 2014 la startup aveva chiuso un round da 1,5 milioni di dollari negli Stati Uniti. La sua missione è “liberare la piena potenzialità del cervello”.

Nothingbutnet – E’ una startup spagnola che sviluppa strumenti di rilevazione di indici biomedici e di dettagli di gioco nel basket. È stata selezionata il 31 maggio nella finale europea di Trento, nell’auditorium del Dipartimento di Lettere e Filosofia. Si erano candidate in 123, da tutta Europa e oltre, ed erano state ammesse in dieci, delle quali sei italiane. Il team multidisciplinare di Nothingbutnet collabora per introdurre la tecnologia nel mondo dello sport. In particolare sviluppa strumenti che rilevano dettagli su salute e abilità di gioco nel basket, in modo da poter ricavare statistiche utili a preparare allenamenti specifici per ciascun giocatore.

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