L’intervista

Conquisto la Cina con HiBaby

“È un’app per l’infanzia che permette alle mamme di seguire il percorso di crescita dei figli” racconta Guerino Guarnieri, CEO dell’applicazione che ha già puntato uno dei mercati più promettenti per l’imprenditorialità italiana, quello cinese. Da conquistare seguendo i suoi consigli

Pubblicato il 16 Lug 2013

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Guerino Guarnieri, CEO di HiBaby

HiBaby è un diario multimediale, un regalo per le neo-mamme e per chi mamma lo è già ma non sa rinunciare a organizzazione e tecnologia. Disponibile oggi per I-Phone e I-Pad e presto anche per Android, l’applicazione nasce per seguire il percorso di crescita dei bambini nel primo anno d’età, segnandone le tappe più importanti, mediante i consigli di esperti e altri genitori presenti nella rete di HiBaby.
Guerino Guarnieri, CEO
di HiBaby, ci ha raccontato il salto dell’App verso uno dei mercati più promettenti per l’imprenditorialità italiana, quello cinese, con le difficoltà che questo comporta e qualche consiglio per chi è abbastanza intraprendente da provarci.

In fondo i dati parlano chiaro, in un marketplace dove si stima la presenza di circa 750 milioni di utenti in rete entro la fine del 2015 e nel quale il 18% dei prodotti venduti online sono dedicati al settore dell’infanzia, HiBaby ha un grande potenziale, tanto che oggi opera già in loco, grazie il contributo della Dott.ss Bai, Neonatologa del Beijing United Family Hospital & Clinics.

Quattro consigli per chi vuole investire in Cina, secondo Guerino Guarnieri:
1. Leggere: documentarsi è d’obbligo e nel web sono mille le occasioni per conoscere Storia e Abitudini del Popolo Cinese
2. Parlare: incontrare gli specialisti del settore che si vuole attaccare
3. Associarsi: molte sono le associazioni che permettono un primo contatto culturale e economico con la Cina ad esempio la Fondazione Italia-Cina di cui HiBaby è membro attivo
4. Adattarsi con intelligenza: essere pronti a modificare le proprie abitudini senza perdere l’identità occidentale poiché questa ha, sempre e comunque, un grande fascino culturale.

Qual è stata la difficoltà maggiore nel confrontarsi con il mercato cinese?
La lingua è certamente il primo scoglio: pochi occidentali la parlano ad un livello sufficiente per concludere affari e pochissimi la scrivono: ciò significa dipendere sempre da un interprete o dal livello dell’inglese della controparte. Hong Kong semplifica molto la vita agli imprenditori, essendo un ambiente abbastanza anglosassone con almeno il 70% della popolazione con un livello di inglese accettabile: gli stessi hongkonghini non si considerano propriamente “cinesi”!La percezione del salto culturale dipende quindi dalla lingua e della capacità di trovare una guida culturale: Hibaby lo ha fatto selezionando una celebre pediatra locale dell’ospedale di Pechino, molto disponibile e curiosa verso l’iniziativa diario e contenuti medici.

Qual è il potenziale di sviluppo in Cina per le realtà italiane che stanno pensando di affrontare il grande salto?
Il potenziale è immenso e dato dai numeri della nuova classe borghese cinese, circa 300 milioni di persone, con abitudini di consumo non lontanissime da quelle europee e certamente affascinate da ciò che è design e moda occidentale.

Com’è stata accolta la novità di HiBaby e quali sono le funzionalità che più attirano i compratori locali, rispetto alle famiglie italiane?
Hibaby è molto giovane in Cina, ma aver scelto di essere presente con un sito e con applicazioni tradotte e adattate con diligenza significa catturare tutta la curiosità della generazione di nuove famiglie locali. I download e i post sui canali di social media cinesi riflettono i numeri in campo: siamo contenti. Siamo alla ricerca di un partner locale oppure europeo con una forte presenza cinese per sfruttare ogni potenzialità di sviluppo Hibaby come diario elettronico, organizzatore del tempo delle mamme, portatore di informazione medico-pratica e generatore di Comunità.

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