Le Cargo, come funziona il più grande acceleratore d’Europa (che ha pochissimi like su Facebook)

Costato 63,5 milioni di euro di investimenti pubblici, in 4 mesi di vita ha selezionato 15 startup, con l’obiettivo di arrivare a 150, da ospitare nei suoi 15mila metri quadrati alla periferia orientale di Parigi. Ma sui social network è quasi inesistente

Pubblicato il 22 Ago 2016

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Quattro mesi di vita, decine di startup candidate alle call, grandi proclami ma ancora poca tracciabilità sul web: poche foto per i 450 like di Facebook e poche centinaia di tweet per circa 1.000 followers, uno scarno account su Instagram e nessuna mail sul sito a cui scrivere. È questa l’attività social di Le Cargo, il più grande acceleratore d’impresa d’Europa, inaugurato il 9 marzo scorso nel diciannovesimo municipio di Parigi.

Una scarsa visibilità online che fa da contraltare all’attenzione che i principali giornali francesi hanno dedicato all’opening presieduto dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, dai suoi assessori più vicini e dal presidente della Regione dell’Île-de-France, François Dagnaud. Una presenza in massa di figure istituzionali motivata dal fatto che Le Cargo è il luogo su cuu scommette la Francia. Progettato dalla nota architetto Odile Decq, Le Cargo è il risultato degli investimenti del Comune di Parigi (15,2 milioni di euro), dell’Île-de-France, la Regione di Parigi (9 milioni di euro), dal contributo della Cassa Depositi e Prestiti francese ma soprattutto dei 39,3 milioni di euro stanziati dalla Rivp (Régie Immobilière de la Ville de Paris, praticamente l’assessorato all’edilizia di Parigi). Investimenti che si

inseriscono nell’attività di riqualificazione della zona della Boulevard McDonald, alla periferia orientale della città, disseminata di vecchi magazzini degli anni ’60 adesso abbandonati. È in questa zona, fra Porte de la Villette e Porte d’Aubervilliers, che il comune di Parigi sta cercando di costruire un polo strategico dell’innovazione in grado di connettersi con le altre città europee. Uno studio condotto dal Laboratorio di Parigi urbanistica (Apur) ha rivelato che nel 2015 a Parigi esistevano 46 incubatori, la metà dei quali ospita startup culturali (221 in tutta la città). Una rete molto spesso tessuta dalla Rivp e da Paris&Co, l’agenzia parigina per l’innovazione e lo sviluppo economico, che è riuscita a mettere insieme oltre 200 imprese attente alle invenzioni e alle startup presenti nei 9 siti di incubazione che gestisce in città.

È in questo quadro che si è andato a inserire Le Cargo, con i suoi 15mila metri quadrati e i sei piani di altezza progettati per ospitare contemporaneamente fino a 150 startup. I settori di intervento e innovazione sono i più svariati, racchiusi in tre grandi campi di azione, il più importante dei quali è dedicato al mondo dell’informazione e la cultura sui mezzi di informazione, sviluppato con Paris&Co; Impulse Partners, società di consulenza specializzata in innovazione segue la sezione focalizzata su contenuti digitali e industrie creative per “le nuove tecnologie di progettazione, produzione e costruzione”, mentre Rivp supervisiona il lato dei “prodotti immobiliari intelligenti e infrastrutture adeguate.” L’incubatore mette a disposizione uffici, loft, spazi comuni, camere, un FabLab e anche un cortile centrale per le conferenze. Nei suoi 4 mesi di vita, Le Cargo ha selezionato 15 startup ed è stato capace di attirare la partnership e l’investimento di Vivendi che insieme a Betc, Boulanger, EM Lyon e Médiamétrie figura tra i fondatori di Paris&Co.

L’attuale scettro di incubatore più grande d’Europa potrebbe però essergli presto scippato da Halle aux 1000 start up, un progetto all’altro capo di Parigi al quale sta lavorando Xavier Niel, il decimo uomo più ricco di Francia e il business angel più importante al mondo nel 2010 per numero di partecipazioni della sua Kima Ventures.

Chi è Xavier Niel, il “Mister Telco” che a Parigi costruisce l’incubatore più grande del mondo

Niel sta facendo costruire un hub su 33.700 metri quadrati di una stazione ferroviaria, ora in disuso. ll progetto prevede un Fab Lab, ovviamente munito di tutti gli strumenti 3D a disposizione, un auditorium di 370 posti, un open space e vagoni ristoranti (nel senso che i treni di inizio ‘900 saranno adattati alla ristorazione) aperti h24 e container come uffici dove le 1.000 startup previste (per un totale di 2.400 nuovi posti di lavoro) potranno innovare e progettare a loro piacimento. Costo totale stimato: 200 milioni di euro. Dovrebbe diventare il più grande incubatore al mondo entro il 2017.

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