Utilizzare la tecnologia per semplificare la vita agli utenti finali. Potrebbe essere lo slogan di qualsiasi azienda che punta sull’innovazione, eppure Xidera società milanese nata nel 2005 sembra ci stia riuscendo davvero. In che modo? Sviluppando sistemi integrati hardware-software che puntano ad ottimizzare e automatizzare gli accessi alle strutture affollate, disciplinando le code. «Fin da quando siamo nati – sostiene Alberto Schiavon Ceo dell’azienda – abbiamo perseguito un solo obiettivo: eliminare le code».
Ospedali, pubbliche amministrazioni, comuni, banche e negozi sono tra i principali soggetti che operano con Xidera. È in queste strutture che vengono installati i cosiddetti “elimina-code evoluti”, ovvero totem touchscreen intelligenti che guidano il percorso dell’utente fin dal suo ingresso nella struttura riducendo il più possibile il tempo d’attesa di erogazione del servizio. «Rendere fluidi i processi è il nostro punto di forza – racconta Schiavon – e grazie all’utilizzo di smartphone e social network possiamo potenziare il servizio messo a disposizione da Xidera».
Il potenziamento a cui fa riferimento Schiavon si chiama Calypso. Si tratta di un software che sfrutta i sistemi di chat automatiche (tecnicamente dette bot) – implementati da Facebook su Messenger – per consentire all’utente la prenotazione di una visita in tutte le strutture sanitarie che operano con Xidera. «Abbiamo già chiuso accordi con grosse aziende sanitarie – aggiunge Schiavon – e da settembre dovrebbe partire il sistema automatico di prenotazione tramite chat. In altre parole, grazie a Messenger, chiunque potrà prenotare una visita interagendo in chat tramite un sistema di conversazioni virtuali. In più stiamo lavorando a un’ulteriore evoluzione dedicata ai pazienti del pronto soccorso. Utilizzandoa ancora Messenger, sarà possibile vedere il percorso del paziente all’interno dei reparti e seguire tutto il l’iter di cure a cui viene sottoposto. E senza dover scaricare nessuna applicazione».
Ad oggi Xidera ha una struttura formata da una decina di dipendenti che opera a Milano, un fatturato di circa 1,25 milioni di euro e una crescita anno su anno del 20-30%. Da quattro anni poi è attiva una collaborazione continua con Qurami, startup che ha sviluppato un’applicazione che consente ai clienti di ottenere i biglietti da remoto, fornendo le indicazioni dei tempi previsti di attesa. «Con Qurami abbiamo molte sinergie – conclude Schiavon – e operiamo in maniera complementare, senza concorrenza, perché lavoriamo su due segmenti del processo elimina-code diversi. In quest’ottica, credo che quella che ormai tutti definiscono open innovation rappresenti un valore, utile alla creazione di un ecosistema in grado di sviluppare competenze diverse da cui tutti possono trarre benefici. È in questo modo che ci apriamo al mondo».
Per approfondire il tema dell’open innovation, conoscerla e soprattutto capire come guidarla e trarne vantaggio, si può far riferimento all’iniziativa del Gruppo Digital360: una piattaforma che a 360° tocca tutti i temi dell’innovazione aperta