Da quando il leaker Edward Snowden ha svelato, tramite il quotidiano britannico Guardian, come i servizi segreti americani e britannici raccolgano in maniera capillare tutti i dati postati da milioni di utenti su social network, motori di ricerca e affini, in molti si interrogano sulla reale estensione della cooperazione fra società della Silicon Valley e agenzie di intelligence. Ai dinieghi di Google, Facebook & C., del tipo ” non siamo a conoscenza di nessun programma chiamato Prism” – sono seguite prima caute ammissioni e poi sempre maggiori conferme.
Ma, senza in nessun modo sminuire le informazioni fornite da Snowden, non serviva certo la sua denuncia per sapere che fra la Valley, i servizi e il governo americano esistono legami molto stretti, vere e proprie “porte girevoli” da cui entrano ed escono funzionari, quote di capitale, prodotti.