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Palantir, la quarta startup più “ricca” al mondo indaga su AirBnb (e aiuta la Cia)

La società specializzata in analisi di dati aziendali viene dopo Airbnb nella lista delle più valutate a livello mondiale, ma la sua fortuna si deve anche alle verifiche sul colosso degli affitti temporanei condotte per conto della municipalità di New York. Altri clienti: Cia, Fbi, National security agency e Pentagono

Pubblicato il 16 Mar 2016

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Denominati anche “pietre veggenti” o “pietre vedenti”, i Palantíri (al singolare Palantír) sono manufatti di Arda, l’universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese Tolkien. La genesi letterale corrisponde a “coloro che sorvegliano da lontano” e non stupisce che una delle nove startup più valutate al mondo (la classifica è stata elaborata da Dow Jones VentureSource insieme a The Wall Street Journal e rilanciata da Business Insider) porti proprio il loro nome. Il riferimento è a Palantir, che nella speciale top 9 occupa il quarto posto, preceduta da Uber, Xiaomi e Airbnb. Palantir technologies, questo il nome completo, è una realtà nota tra gli esperti di sicurezza informatica, perché è uno dei big dell’analisi dei dati aziendali e dei siti, alla ricerca di eventuali intrusioni. Nata con un software per la difesa da cyberattacchi (siamo nel 2004, nel cuore della Silicon Valley), è guidata da Alexander Karp che la fondò insieme a due dirigenti di PayPal, Joe Lonsdale e Peter Thiel.

Le nove startup più valutate al mondo (e c’è anche un coworking)

Diventata negli anni un vero e proprio punto di riferimento per forze dell’ordine e servizi di intelligence Usa, oggi Palantir annovera tra i suoi clienti nomi del calibro di Cia, Fbi, Nsa (National security agency) e Pentagono, senza dimenticare che le sue analisi hanno avuto un ruolo importante nella cattura (era il 2011) di Osama Bin Laden. Il valore attuale dell’impresa è di 20 miliardi di dollari, una cifra raddoppiata rispetto a due anni fa. Al contempo, come sostiene il Financial Times, rappresenterebbe l’unica azienda ad ambire ai 51 miliardi di valutazione di Uber. Palantir ha raccolto ben 2,4 miliardi di dollari in 15 round di investimenti da 12 investitori.

Ma Palantir non è soltanto uno dei big player della cyberspionaggio a livello globale. Lo scorso anno, a New York, per vigilare sul rispetto delle leggi in materia di affitti e sulle attività fuori norma di hotel e Airbnb, si è formata una task force, Mayor’s office of special enforcement, con l’obiettivo di condurre ispezioni in modo costante. Ebbene, se nel passato ogni ricerca e controllo veniva svolto compilando scartoffie e documenti, grazie a “Data bridge”, un software creato ad hoc da Palantir technologies, l’identificazione di attività contro la legge, le intercettazioni, le ispezioni e le conseguenti archiviazioni sono state condotte via mobile. Tutto ciò, ovviamente, rispettando la privacy e tutelando le libertà civili. Libertà che, si legge sul sito dell’azienda, “non devono mai essere sacrificate per migliorare la sicurezza”.

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