Possibilità di effettuare investimenti più elevati sulle startup e di mantenerli per più tempo, possibilità di acquisire quote azionarie di queste società in cambio di fondi attraverso l’equity crowdfunding in modo più semplice rispetto al passato, possibilità per le nascenti realtà imprenditoriali di comunicare chi sono in modo più efficace e trasparente. Sono alcune delle nuove agevolazioni per le startup innovative, che puntano in sostanza a rendere più facile e conveniente investire nelle neo imprese. Un recente decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze (Mef), di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico (Mise), ha rafforzato ed esteso al 2016 gli incentivi fiscali per l’investimento in startup innovative e ha introdotto ulteriori agevolazioni (il decreto è scaricabile qui, nei prossimi giorni verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale).
I campi nei quali si sviluppano queste agevolazioni sono tre: i già citati incentivi fiscali per chi investe in startup; procedure più semplici e allargamento della platea degli investitori per l’equity crowdfunding, modalità di raccolta fondi alla quale possono ricorrere startup e pmi innovative; maggiore efficacia nella comunicazione grazie al nuovo portale #ItalyFrontiers. Qui la newsletter del Mise alle startup con la descrizione dei provvedimenti.
Vediamo i nuovi vantaggi uno per uno.
►Incentivi fiscali 2016
♦Innalzamento della soglia di investimenti ammissibili per ciascuna startup innovativa: si sale da 2,5 milioni all’anno per 4 anni a 15 milioni calcolabili su un arco temporale di 5 anni
♦Incremento da 2 a 3 anni del periodo obbligatorio in cui mantenere l’investimento (il cosiddetto “holding period”), pena la decadenza dalle agevolazioni
♦Razionalizzazione delle cause di decadenza dell’agevolazione: non determina più la decadenza dell’incentivo la perdita dello status di startup innovativa, se dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di negoziazione. Questo per permettere alle startup innovative diventate “mature” – per ragioni anagrafiche, dimensionali o di mercato – di configurarsi come piccole e medie imprese (pmi) innovative, conservando l’agevolazione.
Va ricordato che restano in piedi le agevolazioni precedentemente introdotte dalla legge sulle startup innovative del 2012. Come in passato, alle persone fisiche (es. business angel) che investono in startup innovative spetta una detrazione Irpef del 19% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 500mila euro; alle persone giuridiche (es. fondi di venture capital) spetta una deduzione dall’imponibile Ires del 20% dell’investimento fino a un massimo investito pari a 1,8 milioni di euro. Il beneficio fiscale è maggiore se l’investimento riguarda le startup innovative a vocazione sociale e quelle che sviluppano e commercializzano prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico (detrazione Irpef al 25%; deduzione dall’imponibile Ires al 27%).
►Equity crowdfunding
L’equity crowdfunding, innovativa modalità di raccolta fondi introdotta in Italia meno di tre anni fa, che consente di investire online in startup in cambio di quote societarie, è diventato uno strumento più facile da usare. Al termine di due fasi di consultazione pubblica, con delibera del 24 febbraio 2016 la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob) ha approvato una semplificazione della disciplina dell’equity crowdfunding, tesa a rendere più fruibili le procedure di raccolta di capitali, a ridurne i costi e ad allargare la platea dei soggetti che possono contribuire a finanziare i progetti d’impresa innovativi. Tra le novità principali:
♦Le verifiche di appropriatezza dell’investimento rispetto alle conoscenze e all’esperienza dell’investitore, precedentemente riservate alle banche, potranno d’ora in poi essere effettuate anche dagli stessi gestori dei portali. In questo modo l’intero processo di raccolta ha luogo online
♦È stato ampliato il novero dei soggetti legittimati a sottoscrivere una quota dell’offerta in qualità di investitori professionali. Sono state ammesse, infatti, due nuove categorie: gli “investitori professionali su richiesta”, così come definiti dalla disciplina europea sulla prestazione dei servizi di investimento (Mifid), e gli “investitori a supporto dell’innovazione” (es. business angel), identificati da Consob sulla base di criteri oggettivi.
►#ItalyFrontiers
Dal novembre scorso le startup hanno un nuovo, importante strumento di comunicazione: #ItalyFrontiers, la piattaforma istituzionale in doppia lingua per le startup e le PMI innovative italiane. La piattaforma consente
♦Visibilità verso gli investitori: perché compilando la propria scheda impresa, la startup innovativa si rende riconoscibile all’interno di una vetrina dove business angel e fondi di VC interessati a nuove opportunità di investimento, oppure imprese mature che vogliono esternalizzare attività di R&S o acquisire prodotti o servizi innovativi, possono compiere delle ricerche mirate sull’universo delle oltre 5.000 startup innovative attualmente registrate
♦Riconoscibilità: perché la startup innovativa ha l’opportunità di caratterizzare la descrizione del proprio business, caricando contenuti in diversi formati (anche video) e ricorrendo a tag identificativi più precisi rispetto alla codifica Ateco 2007 con la quale sono attualmente catalogate nella sezione speciale del registro delle imprese
♦Proiezione internazionale: perché possono fare tutto questo gratuitamente e non solo in italiano ma anche in inglese, rendendosi visibili anche verso player internazionali.
Per contribuire al rafforzamento della policy sulle startup innovative, nelle prossime settimane l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e il Ministero per lo Sviluppo Economico condurranno la prima indagine nazionale sulle startup innovative, denominata #StartupSurvey. L’obiettivo è consentire al legislatore di esplorare ancora più in profondità il fenomeno delle startup innovative italiane come configuratosi a più di tre anni dal varo del Decreto Crescita 2.0.
Qui un grafico che illustra la policy realizzata finora per le startup innovative e tutti i relativi vantaggi. (L.M.)