Il libro

Startupper, attenti ai conformismi: non siate mai “first mover”

Il professore Adam Grant in “Originals: How Non-Conformists Move the World” smonta alcune teorie in voga: che bisogna essere i primi a lanciare un’idea («Se si aspetta, il pensiero è più elaborato”), che non occorre completare gli studi e che si può lasciare il lavoro per un progetto imprenditoriale: «Meglio fare le due cose insieme»

Pubblicato il 22 Feb 2016

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Seguire insegnamenti morali, completare gli studi, non lasciare il posto di lavoro per tentare l’avventura imprenditoriale, non essere i primi ad avere un’idea e realizzarla ma saper procrastinare e non aver paura di impiegare tempo nel perseguire i propri obiettivi: questi sono alcuni degli insegnamenti “non conformisti” rivolti agli aspiranti imprenditori (e non solo) nel nuovo libro di Adam Grant, autore di best-seller e professore a Wharton (Usa) intitolato appunto “Originals: How Non-Conformists Move the World” con prefazione di Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook.

Una visione controcorrente, per esempio per quanto riguarda i “first mover”. Finora in molti hanno sottolineato l’importanza di muoversi per primi nell’affollato mondo delle nuove tecnologie e dell’imprenditoria innovativa, cioè di essere i primi a lanciare una nuova idea o un nuovo prodotto. Grant non è d’accordo: “Siamo in grado di generare idee più originali – dice – quando ci abituiamo a rimandare. Molte ricerche dimostrano che quando si inizia presto un progetto, e lo si finisce presto, si mantengono le idee più convenzionali. Se invece ci mettiamo più tempo, il pensiero è più elaborato e si cominciano a fare collegamenti tra varie idee”. A suo parere Uber non è stato un “first mover”, ma lo sono stati i tassisti, che “hanno creato il mercato per le corse on demand. Uber, con la sua tecnologia largamente superiore, ha reso quel mercato più efficiente”.

Lo scrittore sostiene poi l’importanza per i genitori di impartire insegnamenti morali ai propri figli se vogliono farne degli adulti creativi e smonta il “credo” della Silicon Valley secondo il quale si possono anche lasciare gli studi se si decide di intraprendere la strada dell’imprenditoria, come hanno fatto Bill Gates, Steve Jobs e Mark Zuckerberg: “È provato – affema – che coloro che avviano un’impresa mantenendo il posto di lavoro da dipendente hanno il 33% di possibilità in meno di fallire”. Qui è possibile leggere l’intervista rilasciata da Adam Grant a Tech Crunch in occasione dell’uscita del libro.

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