Il caso

Sanremo, la Rai contro l’applicazione di una startup

Parterre, società nata un anno fa, ha lanciato l’app “Festival 2016-Sanremo edition” che consente di seguire la manifestazione da smartphone, dare le pagelle ai cantanti e interagire sui social. La Rai ha chiesto ad Apple di ritirarla dallo store. Una storia di open innovation mancata?

Pubblicato il 09 Feb 2016

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Comincia il Festival di Sanremo e la Rai si è attrezzata anche dal punto di vista digitale. Ai navigatori di Internet e agli appassionati dei social network, Rai1 propone un’offerta variegata che va dal sito ufficiale alle pagine social dedicate all’edizione 201. La tv pubblica ha anche una sua app, Rai.tv, che può essere utilizzata, tra le altre cose, per partecipare al televoto dei cantanti preferiti. E non gradisce che ci siano altri a pescare nel ricco mare della più famosa manifestazione canora nazionale, al punto da aver chiesto ad Apple di rimuovere dal suo store la proposta di una startup, Parterre.

Ma andiamo per ordine. Da qualche giorno per i device Apple e Android è disponibile gratuitamente l’applicazione realizzata da Parterre, grazie alla quale si può seguire il festival in modalità “multiscreen”, ottenere contenuti, dare pagelle ai cantanti o alla kermesse. Si chiama “Festival 2016 – Sanremo edition” ed è una sorta di Whatsapp del Festival: consente agli utenti di votare a favore o sfavore dei concorrenti in gara ed esprimere un giudizio nelle categorie “Look”, “Musica” e “Testi”, creando così una vera e propria pagella del cantante, alla quale segue in tempo reale un applauso o un boato di disapprovazione. Tutto questo non interferisce in alcun modo con il televoto ufficiale del Festival di Sanremo, che prosegue nel canale ufficiale stabilito per regolamento. L’app di Parterre può tuttavia risultare utile agli utenti che intendono restare sempre connessi ai vari appuntamenti della manifestazione canora, esprimere la propria opinione e interagire socialmente con altri utenti. E potrebbe risultare vantaggiosa anche per chi, eventualmente, abbia intenzione di saggiare in qualsiasi momento l’umore del pubblico controllando le pagelle dei cantanti create in tempo reale dagli utenti. Una gran mole di dati e statistiche a disposizione di chi è interessato a usarli.

L’app “Festival 2016 – Sanremo edition“, quindi, non ha niente a che fare con l’applicazione offerta dalla Rai. Eppure era stata proposta ai manager di viale Mazzini. Parterre è stata fondata a inizio 2015 da Maurizio De Gregorio, Ceo, e Emilio De Lazzari, Cto. Nel suo primo anno di vita ha già lavorato con Discovery Italia, canale per il quale ha realizzato un’applicazione per “Amici”, di cui l’emittente trasmette sul digitale terrestre il day time (l’edizione serale è su Mediaset e non ha l’estensione digitale su Parterre). Negli ultimi mesi non sono mancati i contatti con la Rai, per valutare possibili collaborazioni per qualche programma televisivo, ma finora non ne è scaturito niente di concreto.

Adesso arriva la reazione legale. Dopo aver visto “Festival 2016 – Sanremo edition“, la Rai ha dato mandato i suoi avvocati di inviare una diffida ad Apple attraverso la società Fapav (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) per violazione del copyright. Evidentemente ritiene che ci sia un abuso del marchio “Festival di Sanremo”, che è registrato, così come “Festival della canzone italiana”, nessuno dei quali è utilizzato dalla startup. Si vedrà quali esiti avrà il contenzioso legale. Per il momento l’app lanciata da Parterre compare nella prima pagina dell’Apple Store tra quelle consigliate questa settimana e in gioco, più che l’uso di un marchio, sembra esserci il controllo dell’interazione social creata dal Festival che l’app della startup riempie di maggiori contenuti e funzionalità rispetto a quella della Rai. Non sarebbe stato meglio (e possibile) un’alleanza?

Parterre è innanzitutto il frutto della lunga amicizia tra Maurizio De Gregorio, originario di Napoli, poi

studente a Ingegneria a Firenze, e De Lazzari, laureatosi in Informatica a Chicago e tuttora residente negli Stati Uniti. I due si sono conosciuti a Firenze sui banchi delle scuole superiori e nel corso degli anni hanno sempre pensato di fare impresa. Ma per molto tempo hanno proseguito i loro percorsi professionali all’interno di diverse aziende. Parterre è il risultato della loro svolta imprenditoriale. Basata a Roma, la startup fa parte del network del Polihub, l’incubatore del Politecnico di Milano. A giugno 2015 è risultata tra le 40 proposte più innovative selezionate da TIM #Wcap Accelerator, il programma di open innovation di TIM. Si è così aggiudicata un grant di impresa del valore di 25.000 euro e un percorso di accelerazione. Ha inoltre ottenuto un finanziamento di 30mila euro dalla Regione Lazio. Parterre è partecipata al 10% da Boost4You, incubatore/acceleratore di startup, e per un altro 10% da Club Italia Investimenti.

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