Analisi

#2015Up, le 19 exit dell’anno

Gp Renewable acquisita da Air, MyTable e RestOpolis comprate da Tripadvisor, Pizzabo acquisita da Rocket Internet. E, ancora, Pazienti.it acquisita da Sapio, Vislab passata nelle mani dell’americana Ambarella. Ecco tutte le cessioni di nuove imprese innovative avvenute nel 2015

Pubblicato il 21 Dic 2015

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Sono 19 le exit realizzate dalle startup italiane nel 2015. Anzi, 18+1, se si considera che una società (King Digital) è stata fondata da un italiano ma ha sede nel Regno Unito. Numeri che non ci fanno certo brillare se facciamo il paragone con l’ecosistema europeo: secondo i calcoli di Startup Europe Partnership, negli ultimi 5 anni in Europa ci sono state 374 exit, 125 in Germania, 85 nel Regno Unito e 28 in Italia. Ma il fatto che nel 2015 ci siano state oltre la metà delle exit registrate negli ultimi 5 anni ci fa ben sperare per l’anno verrà.

Ecco nel dettaglio tutte le operazioni.

Gp Renewable acquisita da Air. Il 2015 si è aperto con una bella notizia per l’ecosistema. La startup fondata dal ventenne pugliese Gianluigi Parrotto che produce mini-turbine eoliche da utilizzare sui tetti delle case, è stata rilevata da quattro investitori americani riuniti nel gruppo Air per 5,5 milioni di euro. L’idea di Parrotto è nata sui banchi di scuola, quando frequentava l’Istituto tecnico Galilei-Costa di Lecce. Poi Arianoa, l’acceleratore interno alla scuola ha fatto il resto. La startup è stata inglobata nella nuova società Air Group Italy.

Dotadv rilevata da Subito.it. La piattaforma digitale per la compravendita dell’usato ha acquisito la startup Dotadv, piattaforma italiana dedicata alle Pmi per la gestione automatica della pubblicità online. l rapporto fra Subito.it (oltre 8,8 milioni di utenti unici al mese) e Dotadv ha avuto inizio nel 2014, quando Subito.it ha deciso di estendere e implementare la tecnologia e il software proprietari di Dotadv – sviluppati dai fondatori Fausto Preste, Lorenzo Marzullo, Davide Fiorentini, Arrigo Benedetti Ciampi – integrando la piattaforma e facendola diventare un asset aziendale proprio. Anche in questo caso non si conosce l’importo.

Discipline.eu acquisita da Hem. In Italia si è parlato poco di questa exit; la notizia, infatti, è stata riportata da TechCrunch. La startup che si occupa di design di interni e di arredamento è stata acquisita da Hem, azienda tedesca con sede a Berlino. Sconosciuti i termini dell’operazione.

MyTable e RestOpolis comprate da Tripadvisor. Il colosso americano delle recensioni online ha acquisito le due startup tricolore per lanciare anche in Italia TheFork.it, piattaforma online e mobile per la prenotazione di ristoranti. RestOpolis viene fondata nel 2012 da Almir Ambeskovic, che ha creato un sito tramite il quale gli utenti registrati accedono a informazioni e curiosità su migliaia di ristoranti in Italia e possono prenotare un tavolo direttamente dalla piattaforma o con l’app geolocalizzata per iPhone e Android, conoscendo in tempo reale la disponibilità dei posti senza necessità di ulteriore conferma da parte del ristorante, e tutti i luoghi dove deliziare il palato usufruendo di sconti e promozioni. Prima di approdare all’exit, la startup si è basata su autofinanziamenti e capitali di rischio. Mytable nasce imvece nel 2009 a Torino sulla base di un’intuizione: portare nei ristoranti il concetto della prenotazione in tempo reale, come si faceva già per gli aerei o gli alberghi. Il progetto è di Matteo Carluccio, 41 anni, che lo sviluppa con l’amico Riccardo Reinerio. Cominciano con un obiettivo minimo: 40 ristoranti. Lo raggiungono, lo superano e nel 2011 diventano partner di Groupon. Adesso l’ingresso nella galassia TripAdvisior. Ma sempre all’insegna della forchetta. (Leggi la storia di RestOpolis)

Map2App acquistata da BravoFly Rumbo (febbraio). Il gruppo attivo nell’ecommerce di biglietti aerei quotato l’anno scorso alla Borsa di Zurigo (che in Italia opera con il nome Volagratis) ha acquisito la startup bolognese Map2App, che ha sviluppato una piattaforma con cui si possono creare applicazioni mobile di guide turistiche. I termini dell’acquisizione non sono stati resi noti. I primi soldi (30 mila euro) alla startup fondata da Pietro Ferraris, Simone Biagiotti e Michele Orsi nel 2012, sono arrivati con la vittoria di un bando del comune di Bologna. Poi la trafila è quella comune a molte startup: un angel investor, un seed da 100 mila dollari, un advisory board con professionisti importanti (manager di Yahoo! e Lonely Planet per esempio), incontri, cene, strette di mano e il primo cliente importante: California State Parks. Il prodotto è stato sviluppato tra Bologna e San Francisco, dove la società ha una seconda sede. (Leggi la storia di Map2App)

Pizzabo acquisita da Rocket Internet (febbraio). Il colosso tedesco dell’ecommerce ha sborsato, pare, 55 milioni di euro per rilevare Pizzabo.it, la startup italiana che ha sviluppato una piattaforma online per la consegna a domicilio della pizza. Il sito creato a Bologna nel 2009 dal lucano Christian Sarcuni mette così a segno una exit dall’importo roboante, che entrerebbe di diritto nella top ten delle exit realizzate negli ultimi tre anni da società italiane. In un’intervista a Vanity Fair, Sarcuni spiega perché non è mai passato per le mani di un business angel: «Avevamo paura di svendere l’idea. Le cose sono due: o riesci ad ottenere subito un grosso capitale, o è meglio fare da sé. Noi, grazie al grosso volume di ordini, siamo riusciti ad autofinanziarci».

Zambon vende a Baxter la sua partecipazione in Suppremol (marzo). Z-Cube, il braccio d’investimento della società farmaceutica Zambon (quella del Fluimucil), ha venduto la sua partecipazione in Suppremol GmbH, uno spin-off del Max-Planck-Institute di Monaco di Baviera che ha visto nel professor Robert Huber, premio Nobel per la Chimica nel 1988, uno dei fondatori. Exit da 200 milioni, un segno di vitalità dell’ecosistema e un modello per il corporate venture capital. Ma in Italia la notizia passa del tutto inosservata: non una riga sulla stampa e ben poco sui siti italiani.

Clicca e Mangia e DeliveRex acquisite da Just Eat (giugno). Due società italiane impegnate nella consegna di cibo a domicilio da pc e smartphone, Clicca e Mangia di Milano e DeliveRex di Roma, sono state acquisite dal gruppo internazionale Just Eat. Fondato nel 2001 in Danimarca, il colosso oggi ha sede centrale a Londra ed è attivo in 13 Paesi nella consegna a domicilio di pietanze ordinate via web o mobile. “Clicca e Mangia e DeliveRex sono due realtà fortemente in crescita nell’ambito della ristorazione a domicilio online che si integrano perfettamente alla nostra offerta in Italia” ha commentato David Buttress, Ceo di Just Eat. “Questo si traduce in un numero maggiore di ristoranti, una più ampia scelta di cucine disponibili e molti più clienti attivi nell’ordinazione di cibo a domicilio nelle più importanti città del Paese. Queste acquisizioni si inseriscono nella strategia volta a mantenere la leadership di mercato ovunque operiamo”.

Pazienti.it acquistata da Sapio Life, società controllata dal Gruppo Sapio (giugno). Fondata nel 2011 da Linnea Passaler, Pazienti.it è la community che mette in contatto pazienti e medici. Sul portale è possibile sia chiedere consulti agli specialisti della salute sia prenotare trattamenti ed esami. Sconosciuto il valore della exit. Secondo quanto rivelato da StartupItalia, potrebbe superare di poco i sei zeri. La startup è nata grazie al contributo economico della famiglia della founder e al grant di 25mila euro di Working Capital. È stata, infatti, una delle prime startup ad aver partecipato al programma di accelerazione dell’attuale Tim #WCAP.

Aruba acquisisce Pop.it (giugno). La startup dedicata alla registrazione di domini e servizi professionali per le pmi è entrata a far parte della grande azienda italiana di servizi di web hosting, e-mail, Pec e registrazione domini con sede ad Arezzo, per consolidare ulteriormente la sua leadership nel mercato dell’hosting e dei domini. Fondata nel 2009 da Valerio Gioia, Pop.it è uno dei rami della società Dotweb Srl, startup innovativa partecipata da Nana Bianca e finanziata da P101 e Club Italia Investimenti 2, veicolo di preseed che lavora a fianco degli acceleratori italiani. Non è stato svelato l’importo della exit.

H-Farm acquisisce Nuvò. L’incubatore fondato da Riccardo Donadon rileva il 100% della società di consulenza per servizi di innovazione digitale creata nel 2008 da Cristina Mollis, che nel 2015 prevede di chiudere con ricavi attorno ai 10 milioni di euro e consolida una struttura di quasi 80 persone. La fondatrice entra nella compagine societaria di Roncade come responsabile di H-Farm Industry, la divisione di consulenza digitale per le aziende.

Bluewago acquisita da Venetwork per 1 milione di euro. La piattaforma web dedicata alla prenotazione di vacanze in barca e al mare, che ha sede nell’incubatore Innovation Factory di Trieste, cede la maggioranza a Ventura, la divisione turistica del network di imprenditori veneti presieduto da Alberto Baban, presidente di Piccola Industria di Confindustria.

L’italiana VisLab acquisita per 30 milioni di dollari. Lo spinoff dell’Università di Parma che ha realizzato una vettura a guida automatizzata è stato rilevato dall’americana Ambarella, quotata al Nasdaq e attiva nel settore della compressione video. I 27 ricercatori della società parmense, fondata dal professor Alberto Broggi, si uniranno all’équipe di sviluppo dell’azienda statunitense.

Exit milionaria per il biotech italiano: VivaBioCell va agli americani. Lo spin-off dell’Università di Udine attivo nel campo delle cellule staminali adulte è stato acquisito dalla statunitense NantCell grazie al disinvestimento di Aladinn Ventures, fondo di venture capital di Friulia Veneto Sviluppo sgr. Mistero sull’importo, ma si parla di 60 milioni di dollari

Fatture in Cloud venduta a TeamSystem per 1 milione e mezzo di euro. Lanciata ad inizio 2014 dal 23enne startupper bergamasco Daniele Ratti, Fatture in Cloud rivoluziona il modo di lavorare delle micro-imprese e dei liberi professionisti che con pochi clic possono registrare e gestire la propria fatturazione e contabilità in maniera semplice, da qualsiasi dispositivo (tablet, smartphone, desktop) e su qualsiasi piattaforma tecnologica. TeamSystem, società attiva nel software e nei servizi per professionisti e aziende, ha acquisito il 51% della società. L’importo, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, dovrebbe essere un milione e mezzo di euro.

King Digital venduta ad Activision per 5,9 miliardi di dollari. Un italiano ha venduto le sue “caramelle” a un grande gruppo americano. L’italiano si chiama Riccardo Zacconi, è Ceo di King Digital, società con sede nel Regno Unito sviluppatrice tra l’altro di Candy Crush Saga e Farm Hero, popolarissimi social game per smartphone, ed ha appena ceduto la società alla grande casa californiana di videogiochi Activision Blizzard, che produce Warcraft e Call of Duty. Activision ha ufficializzato l’acquisizione, che sarà fatta attraverso la sua controllata ABS Partners C.V, appunto per una cifra pari a 5,9 miliardi di dollari, 18 dollari per azione. La transazione, dopo le necessarie autorizzazioni, dovrebbe completarsi entro primavera 2016. King Digital dovrebbe continuare ad operare in modo indipendente da Activision e il Ceo dovrebbe restare Riccardo Zacconi.

Principia cede la quota di Docebo a Klass Capital. Principia Sgr ha ceduto la sua quota del 28,74% del capitale di Docebo spa, piattaforma di e-lerning SaaS (Software as a Service) fondata nel 2005 da Claudio Erba, l’imprenditore che ha scommesso tutto sulla tecnologia coniugata con la formazione aziendale a distanza. La quota è stata rilevata da Klass Capital, fondo canadese già investitore di Docebo: a febbraio, infatti, secondo quanto si legge su un articolo pubblicato su BeBeez, aveva investito nella società 3 milioni di dollari. E non è la prima volta che Klass Capital rileva quote societarie di Docebo: a luglio aveva rilevato le quote in portafoglio a Seeweb, angel investor che aveva supportato la startup di Claudio Erba fin dagli esordi. Principia Sgr, invece, era entrata in Docebo nel 2012 con un investimento seed da 2,4 milioni di euro. Investimento che ha contribuito allo sviluppo imprenditoriale della società facendo crescere il fatturato di cinque volte. Presente in più di 70 Paesi del mondo, Docebo consente ad organizzazioni di ogni genere (soprattutto grandi aziende ma anche pmi) di erogare e tracciare processi di formazione a distanza in tempo reale. (Docebo, l’e-learning made in Italy che viaggia nel mondo: leggi la STORIA)

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